di Ivan Duca
Diffuso malcontento tra i ricercatori e tecnologi del Cnr impegnati nelle procedure concorsuali per 219 progressioni di livello, con decorrenza giuridica ed economica fissata al 1 gennaio 2010 (bandi n. 364.143 per n. 80 progressioni a dirigente di ricerca; n. 364.144 per n.117 progressioni a primo ricercatore; n. 364.145 per n.6 progressioni a dirigente tecnologo e n. 364.146 per n.16 progressioni a primo ricercatore).
Le criticità presenti nei predetti bandi e segnalate dal Foglietto del 30 giugno hanno indotto i vertici di piazzale Aldo Moro a rettificare i bandi; a far slittare il termine ultimo per la presentazione delle domande dal 22 luglio al 16 settembre e a modificare la farraginosa procedura informatica messa a punto per la presentazione delle domande stesse.
Le modifiche apportate dall’amministrazione sembrano, purtroppo, far sorgere altre problematiche, a conferma di quanto previsto sempre dal Foglietto il 9 luglio scorso.
In particolare appare discutibile la discrezionalità data ai candidati di indicare, per la propria produzione scientifica, i valori di Impact Factor, citazioni e H-Index provenienti da due differenti fonti non comparabili tra loro (Google Scholar e ISI–Web of Science).
Il fatto è assimilabile, per intenderci, all’indicazione di distanze in metri e miglia con comparazione dei valori senza previa indicazione di alcun rapporto di conversione.
A questo punto la domanda sorge spontanea: quali regole di normalizzazione o altra procedura adotteranno le commissioni per definire gli indici di conversione e rendere paragonabili i valori dichiarati?
L'iter messo in piedi dal Cnr sembra preludere ad un nutrito contenzioso, come sempre è accaduto quando le regole del gioco non erano chiare.
Eppure quanto documentato nel libro bianco curato da Usi-Ricerca "Come si valuta l’attività professionali degli scienziati in Italia? Col metodo Cnr bastano 10 secondi" avrebbe dovuto far riflettere i soloni di piazzale Aldo Moro, che continuano, però, a fare orecchio da mercante.
I latini dicevano che errare è umano, ma perseverare è diabolico.