di Franco Mostacci
Prima di pubblicare, il 3 settembre scorso, un articolo sulla vicenda del Muos, che interessa migliaia di cittadini del Comune di Niscemi, in Sicilia, Il Foglietto aveva chiesto all’Istituto superiore di sanità (Iss) di poter acquisire copia della Relazione che riportava i risultati dello “studio approfondito di valutazione dell’impatto sull’ambiente e sulla salute delle popolazioni interessate delle emissioni elettromagnetiche anche in caso di utilizzo alla massima potenzialità degli impianti”.
Tale valutazione era stata, infatti, richiesta all’ente di ricerca di viale Regina Elena dalla Presidenza del Consiglio e dal ministero della Salute.
Dopo ripetuti solleciti, il 30 agosto l’Ufficio stampa dell’Iss ci ha testualmente scritto: “In merito alla vs richiesta si precisa che il Ministero della Salute, il Consiglio dei Ministri e la Regione Sicilia hanno richiesto un parere tecnico all’Iss sul Muos; la trasmissione di tale documento è possibile solo dalle Amministrazioni richiedenti poiché è norma dell’Istituto non darne diffusione”.
A distanza di cinque giorni e di due dalla pubblicazione del nostro articolo, come d’incanto, sul sito web dell’Iss si è materializzato il testo della Relazione, messo a disposizione urbi et orbi.
Un révirement a 360 gradi proveniente da quell’ente che ci invitava a rivolgere la nostra richiesta alle amministrazioni richiedenti che, a questo punto non si sa più nemmeno quali e quante siano, visto che per l’Ufficio stampa anche la Regione Sicilia sarebbe tra queste, mentre per il sito web i committenti sarebbero soltanto la Presidenza del Consiglio e il ministero della Salute.
Come se non bastasse, un’ulteriore sorpresa deriva dalla giustificazione data dall’Ufficio stampa, secondo il quale “è norma dell’Istituto non darne diffusione (della relazione, ndr)”.
Dunque, in cinque giorni la “norma” è cambiata, con nostra grande soddisfazione. Chissà che non abbia ragione Natalino Irti, quando sostiene che “le norme vengono dal nulla e tornano nel nulla”.
Come sia stato possibile tutto ciò, rimane un enigma.
Se ci atteniamo strettamente al testo del comunicato dell’Ufficio stampa, dobbiamo credere che nella materia l’Iss agisca in regime di autonomia, vale a dire che goda del potere di darsi delle norme, tra cui ci sarebbe anche quella di cui si discute.
Poiché non è così, è da ritenere che non di “norma” si tratti bensì di mera consuetudine, vale a dire della ripetizione di un comportamento nella convinzione che esso sia conforme al diritto.
Ma, nell’ambito dell’ordinamento, una cosa è l’efficacia della “norma”, altra è quella della “consuetudine”, che non si può opporre a cuor leggero a chi ha dimostrato interesse a conoscere un documento dagli esiti così rilevanti, tant’è che, una volta presa consapevolezza dell’importanza del documento stesso, a quest’ultimo è stata giustamente data la diffusione che meritava.
Forse, anzi senza forse, a tale risultato non si sarebbe giunti senza l’insistenza del Foglietto che, alla tetragona opposizione dell’ente, non si è chinato supinamente. Nel proprio e nel generale interesse.