La lettera
Ho letto l'articolo sul Foglietto della scorsa settimana, riguardante la "Guerra dell'antenna" e varie. Mi hanno fatto riflettere le parole di Sberno: “Negli ultimi quindici anni nonostante l’avvicendamento di centinaia di colleghi e non pochi Direttori, mai nessuno nella sede di via Tuscolana aveva posto il problema sulla ricezione dei cellulari”.
Forse perché mai nessuno era finito sotto il livello stradale, vista muro? Oppure perché mai nessuno delle centinaia di colleghi è stato trasferito in modo coatto nella sede di via Tuscolana, realizzata, come fatto notare dal Foglietto, per esposizione e deposito di mobili?
Se si va a lavorare in bicicletta o se si ha la possibilità di ritornare a casa per il pranzo, forse un occhio lo si chiude e alcune volte mi sa pure tutti e due. Circa quindici anni fa ero in questa sede, dove sono forzatamente tornato di recente, e di problemi ne sono stati posti tanti, direi troppi e, a parte togliere la moquette dalle pareti, mi sembra che gli inconvenienti siano rimasti irrisolti, se non addirittura peggiorati.
E, comunque, nel corso di un’assemblea sul tema tenutasi lunedì della settimana scorsa, è venuto fuori anche che uno dei precedenti dirigenti c’era pure finito sotto il livello stradale ... il quale, a dire di alcuni partecipanti alla riunione, era costretto a lasciare il cellulare di servizio in un unico punto della segreteria, dove il segnale "miracolosamente" c'era.
Non è che il cellulare non prenda mai, in alcuni punti strategici la ricezione c'è, tipo "Posti in piedi in paradiso" di Carlo Verdone.
I cellulari che non prendono sono, per lo più, quelli di servizio (che paghiamo anche noi), oltre ovviamente a quelli del personale, come me, "sotto livellato" (nel senso di allocati al di sotto del livello stradale e non di sotto inquadrati, che all’Istat purtroppo non mancano). A livello stradale i cellulari prendono bene. Forse basterebbe salire di un piano tutti quanti o far scendere quelli che il cellulare non lo vogliono usare.
A parte la facezia, il mio parere, per quello che vale, è che la sede Istat di via Tuscolana non sia affatto idonea ad ospitare uffici pubblici, e vada archiviata insieme ai cani randagi, al degrado urbano, ai topi, alla puzza di fogna, al gelo nei corridoi nel piano sotto il livello stradale (non vi è infatti la possibilità di regolamentare il flusso d'aria in questa parte di edificio), ecc, ecc.
Questa mia, solo per amore di cronaca.
Andrea Braghin – Tecnologo Istat