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Sabato, 06 Lug 2024

di Ivan Duca

La grave crisi economica, che da molti mesi sta mettendo in ginocchio il Paese, richiederebbe oculatezza e attenzione da parte di tutti, soprattutto di chi annualmente attinge dalle esangui casse dello Stato circa un miliardo di euro, che poi è quanto sarebbe servito per evitare lo scellerato aumento dell’Iva.

Ci riferiamo al Cnr, il più grosso ente pubblico di ricerca italiano che, spesso, sempre più spesso, si trova a dover nominare direttori d’Istituto facenti funzione, che restano in carica per alcuni mesi se non addirittura per anni, per il semplice fatto che il titolare della carica ha esaurito il mandato oppure ha dato forfait per altre ragioni: dimissioni, decesso, collocamento in quiescenza.

Almeno per i casi di scadenza del mandato e di collocamento in quiescenza, il Cnr avrebbe tutto il tempo di scegliere il nuovo direttore, senza bisogno di ricorrere alla figura del f.f. Ma tant’è.

Nelle premesse di quasi tutti i provvedimenti di nomina di direttori f.f. adottati, anche da parte del presidente dell’ente in carica, Luigi Nicolais, si legge testualmente: “Valutata l’opportunità che il direttore facente funzioni sia individuato tra il personale in servizio presso l’Istituto in argomento con la qualifica più elevata e con la maggiore anzianità nel livello e, a parità di anzianità di servizio nel livello, di età anagrafica, previa verifica per il tramite del Direttore del dipartimento (di riferimento, ndr) che il nominativo così individuato offre (meglio: offra, ndr) la più ampia garanzia di continuità delle linee di attività dell’Istituto così come impostate dal Direttore uscente”.

Tale formula non appare, però, quando viene deciso di affidare l’incarico di facente funzioni al direttore uscente, cessato dall’incarico per una delle ragioni che abbiamo prima indicato.

Se si trattasse di incarico conferito a dipendente dell’ente non già collocato in quiescenza, il provvedimento non si presterebbe a critiche di sorta, soprattutto perché l’indennità di carica sarebbe di 20.658,28 euro annui, in aggiunta alla normale retribuzione corrispondente al livello professionale rivestito.

Diverso, invece, appare il caso del conferimento dell’incarico di f.f. al direttore uscente, non dipendente del Cnr, che continua così a percepire l’indennità annua che è pari a 123.930 euro e che, in caso di collocamento in quiescenza, si aggiungerebbe all’assegno di pensione.

Decisioni di tal genere appaiono oltremodo criticabili, non solo per i maggiori oneri sostenuti dall’ente, ma anche per la contraddittorietà del provvedimento, che va a nominare quale facente funzioni colui che, fino al giorno prima, era direttore d’Istituto pleno jure.

Di recente, il Cnr sullo specifico argomento riteniamo abbia battuto un vero record.

Ci riferiamo alla nomina del direttore facente funzioni dell’Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree (Ivalsa), disposta dal presidente Nicolais con decreto n. 0054641 del 17 settembre scorso.

Ebbene, dopo la scadenza (15 settembre 2013) del mandato conferito nel 2008 per selezione pubblica al professor Ario Ceccotti (già direttore dell'Ivalsa sin dal 2002), ingegnere civile, professore associato di Tecnica delle Costruzioni presso lo Iuav di Venezia, Nicolais, con il predetto decreto, questa volta senza valutare l’opportunità di conferire l’incarico temporaneo a un dirigente interno, all’Ivalsa – dove pure sono presenti dirigenti di ricerca, primi ricercatori, ricercatori e tecnologi – ha nominato direttore facente funzioni lo stesso Ceccotti, che continuerà a percepire per tutta la durata del “nuovo” incarico la medesima indennità erogatagli quando era direttore pleno jure, vale a dire oltre 120 mila euro l’anno.

Peccato, però, che il presidente Nicolais, oltre a non motivare la mancata valutazione della opportunità di affidare l’incarico a personale interno, abbia definito Ceccotti “dirigente di ricerca del Cnr”. Circostanza, questa, del tutto inesistente. Salvo, naturalmente, prova contraria.

La decisione di Nicolais sembra aver trovato il plauso del responsabile amministrativo dell’Ivalsa che, nei giorni scorsi, ha diffuso una singolare “dichiarazione spontanea”.

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