di Roberto Tomei
Tra richieste di titoli superiori a quelli prescritti dalla normativa e selezioni senza esito, concludere una procedura concorsuale all’Ingv è diventata impresa ardua.
Una situazione a dir poco paradossale, visto tra l’altro che un bel pacco di concorsi giace congelato da un anno. Chissà perché e per quanto ancora.
Un dato è certo: la selezione pubblica per reperire il Coordinatore dell’ufficio di comunicazione dell’ente, bandita il 2 maggio scorso, ha avuto ufficialmente esito negativo, stante che i candidati non hanno raggiunto il punteggio minimo fissato dal bando, pari a 42/60, come si apprende dalle premesse del decreto n. 314 del 8 ottobre 2013, del direttore generale, Massimo Ghilardi, nel cui dispositivo è scritto: "Si da (meglio con l'accento, ndr) atto che .. nessun candidato ... è risultato vincitore".
Della vicenda ebbe ad occuparsi Il Foglietto con un articolo del 28 maggio scorso, con il quale venivano mosse severe e plurime censure al predetto bando, in particolare, per la non acclarata assenza di idonee risorse interne, siccome previsto dalla legge (comma 6 dell’art. 7 del d.lgs. 165/2001).
Insensibile more solito alle nostre osservazioni, l’ente presieduto da Gresta e diretto da Ghilardi, tirò dritto ma, come succede in questi casi, cioè quando si va dritti, si rischia di non prendere la curva.
Sta di fatto che, a stretto giro, venne nominata la commissione esaminatrice, presieduta dall’onnipresente Ghilardi, e composta da Claudio Chiarabba (direttore di Struttura terremoti) e Guido Schwarz, giornalista scientifico, già portavoce dell’ex presidente del Cnr, Luciano Maiani, e ora del sindaco di Roma, Ignazio Marino.
In pratica, trattandosi di verificare la preparazione di giornalisti, una commissione con un solo giornalista, quindi col rischio di finire in minoranza, si manifestava come assai singolare.
A proporsi per l'incarico sarebbero stati in quattordici. La commissione, dopo aver valutato i rispettivi curriculum, ha sottoposto i candidati a un colloquio.
Il risultato è stato a dir poco disastroso perché nessuno, ma proprio nessuno degli aspiranti ha conseguito la sufficienza, fissata peraltro a una soglia non proprio irraggiungibile. Eppure, pare che tra i candidati vi fossero giornalisti scientifici di provata esperienza, con incarichi anche a livello accademico.
Non sappiamo cosa sia successo, anche perché ci sono ignoti i criteri di valutazione adottati dalla commissione Ghilardi.
Una cosa è certa, comunque, cioè che la vicenda, cominciata male, è finita peggio.
Un esito sciagurato, tanto più che si poteva evitare se solo si fosse cercato vicino (leggasi: all’interno dell’ente), senza andare lontano, la professionalità messa a bando.
In ogni caso, non tutti i mali vengono per nuocere, visto che l’Ingv almeno un risultato concreto l’ha raggiunto: al lordo delle spese eventualmente sostenute per lo svolgimento del concorso, ha risparmiato 48 mila euro, pari al compenso annuo destinato al comunicatore
Naturalmente, se solo avesse raggiunto il fatidico 42/60, che poi è la media del 7!