di Flavia Scotti
Alla fine, dopo tante proteste e numerosi articoli del Foglietto, l'ultimo lo scorso 14 ottobre, ce l’hanno fatta più di mille dipendenti del Cra, per l’esattezza 1158, a recuperare una quota di cosiddetti “contributi opera di previdenza” versati dall’ente all’ex Inpdap (ora Inps) dall’inizio del 2004 alla fine del 2007, ma che non erano dovuti.
Nella busta paga di novembre, infatti, i predetti dipendenti si sono visti accreditare, sotto la voce, tutt’altro che comprensibile, “Competenze accessorie – Accessorio esente prev.”, una somma che, dopo richieste di chiarimenti da parte degli stessi dipendenti ai competenti uffici, si è scoperto essere il tanto agognato rimborso.
Complessivamente l’Inps ha dovuto restituire al Cra qualcosa come 9 milioni di euro, dei quali circa 2,3 di competenza del personale.
Tutto è bene quel che finisce bene? Tutt’altro e non solo per i sei anni che ci sono voluti perché un ente della pubblica amministrazione, l’Inps, restituisse ad un ente omologo, il Cra, quanto indebitamente aveva riscosso.
Sulla somma restituita ai lavoratori, infatti, non è stato calcolato un solo centesimo di interesse.
In pratica, è come se 1158 dipendenti del Cra avessero prestato per sei anni 2,3 milioni di euro all’Inps, a tasso zero.
Al danno, dunque, si è aggiunta la beffa.