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Sabato, 06 Lug 2024

di Ivan Duca

I nostri lettori ricorderanno i numerosi articoli che il nostro settimanale ha dedicato, nei mesi scorsi, a quelli che ha definito concorsi creativi, banditi dal Cnr.

Se ne sono visti di tutti i colori: dal  tecnico di radiologia, che doveva avere il diploma di ragioniere al tecnico esperto in campo edilizio, cui si chiedeva la maturità classica; dall’operatore tecnico di VIII livello, che doveva conoscere le lingue straniere, gli “elementi di informatica ed avere una consolidata esperienza almeno annuale presso enti di ricerca in ambito tecnico-amministrativo di supporto all’attività scientifica su rendicontazioni, reportistica tecnico amministrativa di Progetti Multicentrici complessi, comprovata da attestati di partecipazione a corsi appositamente dedicati” (mamma mia! ndr), al tecnologo a tempo determinato (un anno, prorogabile fino a 5) di supporto all’Organismo Indipendente di Valutazione della performance, da selezionare, però, tra quanti fossero in possesso di un diploma di laurea in lettere o, in alternativa, in lingue straniere moderne.

Abbiamo solo fatto degli esempi, ma sono talmente tanti che abbiamo perso il conto. Solo che l’andazzo continua, al punto da aver destato nei giorni scorsi anche l’interesse della stampa nazionale.

Sulla Gazzetta del Mezzogiorno del 4 dicembre, infatti, è apparso un articolo dal titolo “Concorso per bibliotecario, diplomato batte laureato. Ma è marito della direttrice”.

Tutto sarebbe avvenuto al Cnr di Tito Scalo, in provincia di Potenza, per la precisione all’Area della Ricerca del capoluogo lucano, a seguito di un bando di concorso, per titoli e colloquio, pubblicato il 31 maggio 2013, per l’assunzione a tempo determinato, per la durata di un anno, prorogabile fino a cinque (sic!), di un “operatore tecnico “ di VIII livello.

Il predetto bando, i cui esiti, stando a quando riferito dal quotidiano pugliese, sono stati oggetto di un esposto sia alla Procura della Repubblica che alla Corte dei conti, già presentava delle incongruenze in nuce, che sarebbero ascrivibili ai soloni dell’amministrazione centrale del Cnr.

Viceversa, stando alle dichiarazioni rilasciate alla stampa da Vincenzo Lapenna, direttore dell’Istituto di Metodologie per l’Analisi Ambientale (Imaa) nonché presidente dell'Area della Ricerca di Potenza: “Tutto è stato fatto con estrema trasparenza. Il bando, gestito direttamente dal Cnr nazionale, era chiarissimo”.

Se per la partecipazione al concorso de quo la richiesta del diploma di istruzione di primo grado (terza media) risultava conforme alla norma regolamentare (Dpr 171/91), non altrettanto poteva dirsi per gli altri requisiti necessari per l’ammissione, vale a dire “Documentata esperienza, almeno triennale, maturata presso enti pubblici di ricerca nell'ambito del reperimento e gestione di documenti bibliografici, con riferimento ad operazioni di catalogazione di materiale cartaceo ed elettronico e reperimento di articoli scientifici. Documentata esperienza di utilizzo di sistemi di catalogazione di pubblicazioni a stampa e in formato elettronico, recupero informazioni bibliografiche e catalografiche (information retrieval) atttraverso l'utilizzo di sistemi di gestione catalografica, con particolare riferimento al sistema integrato GECA in uso nel Cnr. Conoscenza della lingua inglese ed elementi di informatica di base”.

Tali requisiti, infatti, apparivano ictu oculi tracimanti rispetto a quelli previsti dalla declaratoria del profilo professionale messo a concorso, secondo la quale l’«operatore tecnico» svolge: “Attività proprie della qualificazione di mestiere posseduta ed assiste le professionalità superiori eseguendo le operazioni indicategli. Svolge attività connesse con la rilevazione e la raccolta dei dati statistici utilizzando anche procedure ed apparecchiature di tipo informatico. Esegue operazioni di lavoro tecnico-manuali per l'installazione, manutenzione, conduzione e riparazione di impianti, macchine, arredi, manufatti strumenti ed apparecchiature controllandone lo stato di efficienza ed assicurandone la regolare funzionalità. Nell'ambito dei centri stampa, centri di riproduzione, centri meccanografici e strutture analoghe provvede con le macchine ausiliarie alle operazioni necessarie alla finitura degli elaborati curando l'ordinaria manutenzione delle macchine stesse”.

I requisiti richiesti risultavano, invece, molto più affini al profilo di “collaboratore di amministrazione” di VII livello, per accedere al quale, però, occorre il diploma di scuola media superiore.

Sia come sia, la procedura è stata espletata e alla fine a contendersi il posto, sempre secondo La Gazzetta del Mezzogiorno, sarebbero stati in due: uno in possesso del diploma di scuola media inferiore (terza media) e l’altro addirittura di laurea.

A spuntarla sarebbe stato il primo, ma evidentemente l’esito deve aver sollevato, oltre a stupore, tali e tante polemiche, che ora tutta la procedura concorsuale si appresta a passare al vaglio della magistratura penale e contabile.

Ma in materia di concorsi, al Cnr sembra proprio non esserci pace, con una forte richiesta di trasparenza che in tanti reclamano, sin dai tristemente noti concorsi ex articolo 64, per le progressioni di livello di ricercatori e tecnologi, che nel 2007 ispirarono Usi-Ricerca nella redazione dell’ormai famoso Libro bianco.

Oggi, invece, in tema di trasparenza negata, merita di essere citata la vicenda di un dipendente dell’Ibaf di Napoli, Salvatore Patrizio, che da molti mesi, con documentata e legittima istanza, ha chiesto copia di un provvedimento con il quale è stata disposta un’assunzione a tempo determinato. Provvedimento, bene inteso, che avrebbe dovuto essere – ma non lo è stato - affisso all’albo dell’Istituto, in ossequio alle norme più elementari della trasparenza stessa.

Patrizio, incassato il 7 ottobre 2013 il diniego da parte di Angelo Massacci, direttore dell’Istituto, non si è dato per vinto e, ritenendo non condivisibili, se non addirittura pretestuose, le argomentazioni poste a base del rifiuto, si è rivolto ai più alti vertici dell’ente, dai quali finora ha ricevuto soltanto un assordante silenzio.

Eppure, come non ci stancheremo mai di ricordare, Luigi Nicolais, presidente del Cnr, al momento del suo insediamento a piazzale Aldo Moro sottolineò, con solennità, che la sua gestione avrebbe avuto come vessillo il merito e la trasparenza.

Ecco, appunto.

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