di Ivan Duca
La ricerca tecnologica nei settori difesa e sicurezza rientra tra le finalità istituzionali del Consiglio nazionale delle ricerche?
Nel Programma nazionale di ricerca (Pnr), gestito dal Ministero dell’istruzione, università e ricerca (Miur), non sembra esserci traccia, anche perché, forse alcuni non sanno, esiste in Italia un altro Piano nazionale, quello della ricerca militare (Pnrm), gestito dal ministero della Difesa.
Ma, per poter dare una risposta certa, dobbiamo rifarci allo statuto dell’ente, la cui ultima versione risale a quasi tre anni fa.
Ebbene, tra le righe del documento non è dato rinvenire alcun riferimento ai settori della difesa e della sicurezza del paese che, invece, sono prerogative di altri organismi ad hoc.
Ma se le cose stanno come sembra, perché il 21 gennaio scorso Luigi Nicolais, nella qualità di presidente del Cnr, ha sottoscritto un accordo-quadro con il Segretariato generale della difesa - Direzione nazionale degli armamenti (Segredifesa)?
Difficile dirlo.
Il dato certo è che, come leggesi in un comunicato–stampa diffuso dall’ente di piazzale Aldo Moro, subito dopo la firma, “grazie a tale intesa, un Comitato d’indirizzo composto da rappresentanti dei due enti perseguirà una sempre più efficace sinergia tra la ricerca scientifica di base svolta dagli istituti del Cnr e la ricerca applicata finanziata da Segredifesa presso le università e le industrie. Il Comitato elaborerà strategie condivise per agevolare l’accesso dei migliori gruppi di ricerca ai finanziamenti nazionali ed europei e si adopererà affinché i progetti di ricerca di comune interesse siano sempre più allineati allo stato dell’arte ed ai più elevati standard della ricerca nazionale e internazionale. Tutto ciò, con ricadute importanti sulla competitività dell’industria nazionale, sul progresso scientifico e sullo sviluppo del Sistema-Paese”.
Altrettanto certo è che l’accordo Segredifesa-Cnr non è andato giù a un gruppo di ricercatori dell’ente che, invece, aveva giudicato molto positiva una precedente iniziativa dello stesso Nicolais, che il 20 giugno 2013 aveva sottoscritto con l’Agenzia Industrie Difesa (Aid) un altro accordo-quadro, questa volta, però, finalizzato a favorire il riadattamento delle produzioni per uso militare in uso civile … con progetti congiunti di ricerca su materiali avanzati e su tecnologie innovative per consentire appunto la riconversione parziale delle produzioni militari in produzioni ad uso civile.
Insomma, dopo il servizio civile, il Cnr ora sembra disposto anche a fare anche quello militare.
In un recente passato, del resto, a suscitare forti perplessità, puntualmente sollevate dal Foglietto, era stato anche l’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn), a seguito della emanazione di una delibera, che approvava una proposta di prestazione conto terzi con la Fabbrica d’Armi Pietro Beretta s.p.a., relativa a una ricerca denominata “Trattamenti di superficie tramite tecnica Magnetron Sputtering per la deposizione di film duri all’interno delle canne”, articolata in due Work Package (WP): uno studio di fattibilità su provette da sparo di soli 15 cm. (WP1) e l’estensione di quanto applicabile su provette da sparo alle canne reali di lunghezza fino a un metro (WP2).