di Ivan Duca
Grande è stato l’interesse mostrato dai lettori per l’articolo apparso la settimana scorsa sul Foglietto della Ricerca dal titolo “Il Cnr a un passo dalla polizza sanitaria da 2,5 mln. Usi-Ricerca strappa una tutela per quanti non vorranno aderire”. Ciò a conferma della centralità che la questione dei benefici assistenziali riveste per i dipendenti del Cnr, che in molti criticano l'eventuale sottoscrizione della polizza.
Il grande interesse per l’argomento, tuttavia, cammina di pari passo con la confusione e lo smarrimento del personale. Ed, infatti, molteplici sono le richieste di chiarimenti ricevute alla nostra redazione da parte di dipendenti, spesso disorientati dal bombardamento di informazioni, a volte confuse contraddittorie, provenienti da altre sigle sindacali.
Diversi e variegati i comunicati fatti circolare nei giorni scorsi sulla questione.
C’è chi dice che la polizza sanitaria è il simbolo di una grande “conquista sociale”; chi, invece, sostiene che “… non avrebbe avuto problemi a mantenere il sistema in vigore trasformato di fatto in una Mutua interna”, ma che “l’alternativa alla polizza è il mantenimento dell’attuale regime dei sussidi, con la limitazione del relativo fondo a Euro 1.662.000 euro come è oggi”, in quanto, nel caso non si stipulasse la polizza sanitaria, “gli Euro 1.300.000 stanziati al proposito andrebbero in economia”, cioè nelle casse del Cnr. Ipotesi, questa, davvero suggestiva e tutta da dimostrare.
Ma l'autore del comunicato subito aggiunge che “l’integrazione del fondo residuo dei sussidi, tra l’altro, non è stata esclusa dall’Amministrazione. Infatti, un fondo residuo dell’ordine di Euro 850.000 Euro consentirebbe un volume di rimborsi analogo a quanto a oggi erogato per spese odontoiatriche e occhiali”.
In altre parole, anche tra chi sponsorizza la polizza assicurativa si ammette quanto è sotto la luce del sole e sotto gli occhi di tutti: l’attuale sistema di cassa mutua interna va bene e funziona.
Ciònonostante, l’impedimento all’attuale pratica dei rimborsi delle spese sanitarie sarebbe costituito da una fantomatica impossibilità di poter utilizzare a tale fine l’intero fondo a disposizione per i benefici assistenziali, pari ad 2.962.000 € (ovvero gli ulteriori 1.300.000€, già accantonati dal Cnr per la stipula della polizza assicurativa, in aggiunta agli attuali 1.662.000 €), salvo poi sostenere che lo stesso Cnr integrerebbe il fondo sussidi di ulteriori 850.000 € per coprire le spese non coperte dalla polizza.
Siamo quasi al delirio!
Ma se per finanziare l’attuale sistema dei rimborsi sono già disponibili risorse aggiuntive per € 850.000, oltre agli attuali € 1.662.000, non si capisce quali siano i limiti del sistema in vigore che inducono all’abbandono dello stesso in favore della polizza assicurativa.
Per di più, anche tra gli accaniti filopolizza c'è chI sostiene la necessità di mantenere in vita un fondo sussidi per coprire le spese non coperte dalla polizza.
Differenti, quindi, le informazioni comunicate, nonostante le determinazioni sulla questione siano state assunte da Uil, Cisl, Cgil e Anpri nel medesimo incontro del 24 febbraio scorso con il Cnr.
Usi-Ricerca, in apposito e separato incontro, ha sostenuto nei confronti del Cnr una semplice ma ferma posizione.
La delicata questione della scelta della modalità di fruizione dei sussidi sanitari (mediante fruizione di sussidio ordinario per spese sanitarie e/o sussidio straordinario erogato annualmente dal Cnr, oppure mediante stipula di polizza assicurativa) deve essere rimessa all’insindacabile e libera scelta di ogni singolo dipendente.
Per chi non dovesse aderire alla polizza assicurativa rimarrebbe invariato l’attuale metodo del rimborso diretto ordinario e straordinario, con individuazione di nuovi e più efficaci criteri di ripartizione, che eliminino ogni forma di franchigia o limite minimo e massimo di spesa e tengano conto, per determinare i coefficienti proporzionali di rimborso, esclusivamente di tre fattori: numero complessivo di domande; importo complessivo delle domande; reddito familiare.
L’importo da mettere a disposizione per il sistema del rimborso spese sanitarie sarebbe pari alla quota parte dei 2,5 milioni destinato al finanziamento della polizza spettante al personale che non vi aderisce, da calcolarsi secondo la seguente formula: quota parte fondo = “numero dipendenti non aderenti” x “importo premio assicurativo pro-capite”.
Messa in disparte ogni considerazione sull’opportunità che Enti pubblici e pubblici dipendenti finanzino le assicurazioni private invece di privilegiare i servizi pubblici essenziali dei quali essi stessi sono parte integrante, quali appunto scuola, sanità e ricerca pubblica, è indubbio che le compagnie assicurative sono società commerciali a scopo di lucro, il cui obiettivo è realizzare utili a fine anno. Pertanto, a fronte di un premio assicurativo pari all’importo X, è davvero improbabile che eroghino in servizi lo stesso importo X percepito. Se così fosse, sarebbero delle istituzioni di beneficienza.
Usi-Ricerca insiste nella sua costante, puntuale e tenace azione di informazione, affinché venga dato ai singoli dipendenti del Cnr lo strumento per esercitare democraticamente la facoltà di aderire o meno a questo nuovo modo di concepire il sostegno alle spese sanitarie.
I principali articoli del Foglietto della Ricerca sul tema:
09/04/2010 - Riordino Cnr, valutazione istituti, buoni pasto, benefici assistenziali, nuovi concorsi, progressioni, formazione
03/10/2010 - Il Cnr, sempre più lento e farraginoso, si ripresenta al tavolo della trattativa
12/11/2010 - Cnr, addio ai benefici per le spese sanitarie
16/11/2010 - Il caso Cnr. La ricerca pubblica incentiva la sanità privata
23/11/2010 - Il risultato del sondaggio sulla polizza Cnr
11/07/2011 - Cnr. Molti lavoratori non riceveranno i sussidi sanitari
21/02/2012 - Tutti pronti al Cnr per la polizza sanitaria
11/12/2012 - Per Natale, nel pacco regalo del Cnr ai dipendenti, rispunta la polizza sanitaria
20/02/2014 - Informativa Cnr sulla polizza sanitaria
24/02/2014 - Il Cnr a un passo dalla polizza sanitaria da 2,5 mln. Usi-Ricerca strappa una tutela per quanti non vorranno aderire