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Sabato, 06 Lug 2024

di Roberto Tomei

Tutto ci saremmo aspettati tranne che di ricevere una segnalazione, da parte di un attento lettore, in merito a un simpatico avviso di selezione, datato 7 marzo 2014 e sottoscritto dal direttore generale Massimo Ghilardi, con il quale l’Ingv, udite udite, cerca, per un semestre e per un compenso di 10mila euro lordi, un prestatore d’opera, in regime di collaborazione coordinata e continuativa, per svolgere il ruolo di “Supporto qualificato alle attività della Segreteria della Presidenza dell’Istituto”.

Tra i requisiti richiesti: “diploma di laurea in coordinamento delle attività di protezione civile o master in analisi dei rischi e gestione delle emergenze; solida esperienza nel campo della comunicazione e divulgazione sui temi della pericolosità e rischio sismico, vulcanico e da maremoti associati”.

In aggiunta, l’aspirante, oltre a possedere ottima conoscenza della lingua inglese, non deve aver riportato condanne penali.

Questo, né più né meno, il tenore letterale del bando, che già di per sé sta suscitando vasta eco all’interno dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, anche perché sembra finalizzato a eludere il divieto di istitutire Uffici di supporto alla presidenza, introdotto dall'art. 4, comma 4, del d.lgs. 165/2001, come modificato dall'art. 2, commi 632 e 633 della legge finanziaria 2008.

Grande è stato, poi, lo stupore tra i dipendenti quando hanno appreso che all’Ingv, in pratica, cercavano uno di loro, come se all’improvviso si fossero tutti eclissati.

Si sa che, in questi casi, la prima cosa da fare è quella di dare uno sguardo all’interno dell’ente, per verificare la presenza o meno della professionalità di cui si avverte la necessità, tanto più quando l’esigenza da soddisfare, come nel caso in esame, appare del tutto temporanea.

Non sappiamo se il tentativo sia stato esperito. Quand’anche lo fosse stato, ma senza esito, la cosa desterebbe non poca meraviglia perché siamo nel tempio della geofisica e della vulcanologia, dove analisi dei rischi e gestione delle emergenze dovrebbero essere il pane quotidiano per centinaia e centinaia di ricercatori, tecnologi e tecnici, di ruolo e non, molti dei quali sono spesso sui media per discettare, con competenza, proprio sui temi della pericolosità e del rischio sismico, vulcanico et similia.

Non minor meraviglia ha destato poi l’oggetto della selezione, che in poche e più povere parole consiste, in fin dei conti, nella ricerca di un supporto al supporto, avendo infatti ogni segreteria, già di per sé, una funzione di supporto, in questo caso, al presidente.

Quanto poi ai criteri, allo stato non noti, con i quali verrà valutato il requisito della “solidità” dell’esperienza nel campo della comunicazione/divulgazione, si sta facendo una ridda di ipotesi.

Sia come sia, ci troviamo di fronte a un quid novi, dal momento che i predecessori di Stefano Gresta, attuale presidente dell’Ingv, si avvalevano solo di una segreteria, senza supporti di sorta, peraltro, come già detto, espressamente vietati dal 2008.

Insomma, la segreteria faceva la segreteria, dunque, supportava la presidenza, senza essere a sua volta supportata da chicchessia.

In disparte i divieti stabiliti dalla legge, sopra ricordati, che appaiono insormontabili e ineludibili, resta imperscrutabile per gli aspiranti venire a capo della palese contraddizione tra il bando e lo schema della domanda, da una parte, e le note esplicative per redigerla, dall’altra, visto che si chiede di non aver riportato condanne penali, salvo poi “in caso contrario, indicare le condanne riportate”, con buona pace dei tutori della privacy.

Fermo restando che chi ha riportato condanne penali non può partecipare alla selezione, a che serve indicare le condanne subite?

Sul punto, un chiarimento di supporto agli aspiranti all’attività di supporto appare necessario e improcrastinabile.

Come pure una "ripassatina" da parte degli organi di vertice dell'Ingv al contenuto della nota del Miur n. 1614 del 27 luglio 2012 e a quella della Funzione Pubblica n. 34551 del 23 agosto 2012, entrambe inviate alla presidenza dello stesso Ingv, che dovrebbero consigliare la rinuncia al supporto de quo. Poi non si potrà dire che l'Ingv non era stato avvertito.

Insomma, quel che si sta facendo, non solo non si può fare, ma lo si fa pure male.

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