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Sabato, 06 Lug 2024

Mi riferisco all’appello “Gli Ogm sono sani”, sottoscritto tra gli altri dalla senatrice a vita, Elena Cattaneo, e dal presidente del Cnr, Luigi Nicolais, di cui ha dato notizia La Stampa del 9 aprile scorso.

Questo l'incipit: «Tutti gli studi condotti da scienziati indipendenti provano che la creazione di Ogm e la loro coltivazione non comportano rischi significativi per l’ambiente e non minacciano la sicurezza e la qualità degli alimenti».

E’ falso. Non c’è nessuno studio che prova che gli Ogm siano esenti da rischi per l’ambiente e per la sicurezza alimentare. È vero il contrario. Gli Ogm sono inutili e nocivi.

Della inutilità degli OGM

I presunti scienziati della materia affermano, reiteratamente, fino alla noia, che gli Ogm permettono di ottenere rese più alte e che pertanto sono necessari per risolvere il problema della fame nel mondo.

Che ciò fosse falso lo sapevamo, ma ora lo ha dimostrato anche un gruppo di ricercatori, coordinato da J. A. Heinemann (2013). Il gruppo ha fatto la cronistoria di 50 anni (1961-2011) degli agroecosistemi delle principali colture del Midwest (USA) e del Canada, culle degli Ogm, e l’ha confrontata con quella dell’Europa Occidentale (EO), sostanzialmente libera da Ogm.

Per il mais, le produzioni medie negli USA sono aumentate da 40 a 100 q.li/ha, mentre in EO sono aumentate da 35 a 100 q.li/ha. Per la colza, in Canada la produzione media di 10 q.li/ha del periodo 1961-1985 (prima della colza Ogm) è aumentata a 15 q.li/ha nel periodo 1986-2010 (dopo l’ingresso della colza Ogm), mentre in EO, la produzione media è aumentata da 21 a 32 q.li/ha. Questi dati, da soli, mostrano che negli ultimi 50 anni le produzioni medie di mais negli USA e di colza in Canada, culle degli Ogm, non sono aumentate di più di quelle dell’EO. Anzi, le produzioni dell’EO sono aumentate di più e nel caso della colza sono addirittura doppie. Ergo, non solo non è vero che il mais e la colza Ogm producono di più delle varietà non-Ogm, ma è semmai vero il contrario.

Nel 2013, La Conferenza delle Nazioni Unite (UNCTAD) ha pubblicato i dati di un’analisi dal titolo “Svegliatevi Prima che sia Troppo Tardi” con il sottotitolo “Ora ci vuole un’agricoltura veramente sostenibile per una sicurezza alimentare in un clima che cambia”.

Nel capitolo su “Ingegneria genetica e biotecnologia per la sicurezza alimentare e per la mitigazione del cambiamento climatico: potenzialità e rischi”, l’autore J. A. Heinemann, confronta l’andamento delle produzioni di kcal/persona/giorno del periodo 1992-2007 di 5 paesi non-Ogm (Cile, Columbia, Venezuela, Perù e Bolivia) con  quelle di 4 paesi Ogm (Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay), e mostra che nei paesi non-Ogm i miglioramenti nella sicurezza alimentare sono molto simili, mentre nei paesi Ogm ed in particolare in quelli con una più rapida crescita delle colture Ogm si rileva una maggiore inclinazione ad aumentare l’insicurezza alimentare.

In generale, i paesi che hanno introdotto massicciamente le colture Ogm fanno parte di quei paesi dove non c’è stato alcun miglioramento (es. USA) o c’è stata addirittura una diminuzione della sicurezza alimentare (es. Argentina).

Della nocività  degli Ogm

La prima parte di questo articolo è stata dedicata all’inutilità degli Ogm, la seconda la dedichiamo alla nocività degli stessi.

Vediamo prima qualche dato sulle dimensioni del problema. Dopo 20 anni di ingegneria genetica.

Le piante Ogm sono coltivate solo in 27 paesi (su un totale di 196), 19 emergenti e 8 industriali. La superficie agraria interessata è nei primi di 95 m ha (54%) e nei secondi di 81 m ha (46%). In totale fanno 176 m ha, di cui 100 m ha per Ogm tolleranti agli erbicidi (TE), 26 m ha per Ogm resistenti agli insetti (RI) e 45 m ha per Ogm TE e RI. La superficie coltivata mondiale è di ca. 1.600 m ha. Pertanto, gli Ogm occupano l’11,45% della superficie totale contro l’88,55% delle colture non-Ogm. Sono dati dell’ISAAA (International Service for the Acquisition of Agri-Biotech Application), che si dichiara indipendente. Sono gonfiati? Forse.

Comunque, l’incremento annuo di superficie coltivata a Ogm è di un modesto 3%. Ciò premesso, la nocività degli Ogm è evidente a diversi livelli: 1) si verifica un aumento delle popolazioni di specie d’insetti resistenti alla tossina prodotta dagli Ogm RI (Bruce E Tabashnik et al. 2013), a danno di quelle suscettibili, tra cui molte specie utili all’ecosistema; 2) si verifica un aumento della tolleranza delle erbe infestanti agli erbicidi, tra cui i pericolosi glifosati (MW. Ho 2010), con conseguente creazione di superinfestanti (Food & Water Watch 2013), tanto che dopo i primi anni gli erbicidi perdono la loro efficacia; 3) si verifica un impoverimento della microflora e quindi una riduzione della fertilità del suolo, in quanto le molecole degli erbicidi uccidono i microrganismi e bloccano i microelementi del suolo rendendoli indisponibili alle piante coltivate, incluse le stesse piante Ogm TE, che pertanto diventano più vulnerabili a malattie ed avversità (G.S. Johal e D.M. Huber 2009), producendo cibi vuoti; 4) diversi esperimenti condotti sugli animali hanno messo in evidenza la cancerogenicità dei cibi Ogm, tra cui uno degli ultimi è quello di Gilles-Eric Séralini, pubblicato nel 2012.

Infine, la relazione dell’ISP (Gruppo di Scienziati Indipendenti) del 2003 spiega perché no agli Ogm: i cibi Ogm non sono sicuri; l’ingegneria genetica genera supervirus; il Dna transgenico può essere assorbito dai batteri patogeni dell’intestino; ci sono relazioni tra Dna transgenico e cancro; quella degli Ogm è una storia di falsità e occultamenti di prove scientifiche; le colture GM (geneticamente modificate) non hanno portato i benefici promessi e pongono problemi sempre più gravi; non può esservi coesistenza tra agricoltura GM e non-GM; la sicurezza delle colture GM non è mai stata provata, ma al contrario le prove già emerse sono sufficienti a suscitare serie preoccupazioni circa i rischi posti dagli Ogm.

Perché, nonostante la loro negatività, gli OGM resistono

La prima e la seconda parte di questo articolo sono state dedicate all’inutilità e alla nocività degli Ogm. Ora, invece, cerchiamo di esporre i fatti per cui, nonostante le loro negatività, gli Ogm esistono.

Il motivo fondamentale è nella sfacciata disinformazione scientifica, come nell’appello dei presunti scienziati della materia, i quali spacciano per vere delle falsità. La disinformazione scientifica sugli Ogm è diffusa ed è più evidente rispetto a qualsiasi altra area in cui la scienza è diventata complice del profitto aziendale.

La battaglia per rivendicare i diritti alimentari degli esseri umani diventa sempre più intensa in tutto il mondo perché i fallimenti e i pericoli degli Ogm non possono più essere nascosti dietro l’incessante propaganda.

Negli ultimi due anni, associazioni scientifiche, riviste scientifiche e (presunti) scienziati si sono uniti alla lotta, diffondendo false affermazioni come le seguenti: il dibattito scientifico è finito e gli alimenti geneticamente modificati (GM) sono sicuri; le colture GM sono un grande successo e sono miracolose, in quanto sono necessarie per sfamare il mondo.

Un esempio di come anche alcune riviste scientifiche “prestigiose” si siano unite a questo tipo di lotta lo troviamo su Scientific American del 20 agosto del 2013, dove gli autori scrivono: “Labels for GMO are a bad idea” (Etichettare gli OGM è una cattiva idea). In sostanza, non si vuole che la gente sappia cosa mangia.

La più recente campagna di disinformazione mondiale è stata accuratamente orchestrata. La biologa molecolare Anne Glover, dell'Università di St. Andrews in Scozia, è stata nominata primo consigliere scientifico e capo della Commissione Europea (CE) nel 2012 e, da subito, si è servita di tutta una serie di interviste televisive per promuovere gli Ogm.

La Glover fu voluta da J. M. Barroso, primo Ministro della CE, che segretamente (G. Lean, 15 marzo 2014) decise di accelerare la diffusione degli Ogm.

In una lettera aperta (del 14 febbraio 2014) indirizzata alla Glover, il dr. Brian John, del Cymru liberi da Ogm, scrive: "La tua affermazione che non vi è alcuna evidenza di effetti negativi degli Ogm è una bugia".

John si basava su un elenco del gruppo “USA libera da Ogm” (http://gmofreeusa.org/gmos-are-top/gmo-science/), composto da più di 1.400 pubblicazioni sugli impatti negativi per la salute e l'ambiente degli Ogm e annessi pesticidi. Si tratta di una carta firmata da quasi 300 scienziati, i quali dichiarano che non vi è alcun consenso sulla sicurezza degli Ogm (http://www.i-sis.org.uk/Scientists_Declare_No_Consensus_on_GMO_Safety.php).

Alla luce della nuova genetica, la rivista Science in Society ha prodotto una relazione completa sui rischi sanitari e ambientali degli Ogm (http://www.i-sis.org.uk/Ban_GMOs_Now.php).

Dunque, non facciamoci avvelenare.

Pietro Perrino - Già Direttore dell’Istituto di Genetica Vegetale del Cnr di Bari - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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