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Sabato, 06 Lug 2024

Darwin, von Baer, ma soprattutto Dohrn, tutti nella Sala affreschi, ospiti tra gli ospiti osservavano dall’alto, in silenzio, il personale convocato dal presidente Danovaro in assemblea mercoledì 7 maggio, per discutere del Regolamento d’organizzazione dell’ente e di quello del personale.

L’incontro, al quale nella mattinata ha assistito (seduto tra i lavoratori) anche il prof. Mauro Magnani, componente del cda, ha completato l’opera di condivisione di cui Danovaro si è fatto promotore ed è stato soprattutto un momento di confronto, dopo le diapositive presentate nel precedente appuntamento di inizio aprile.

C’è da premettere che gli unici testimoni muti (sorpresi o attoniti? Chissà ...) erano proprio gli eminenti scienziati rappresentati da busti e dipinti in quella meravigliosa sala, perché l’incontro è stato tutt’altro che silenzioso.

A voler indicare alcuni dei punti salienti di questa riunione, svoltasi in due tempi, bisognerà ritornare a quella famosa composizione euclidea, di cui abbiamo parlato nel nostro articolo del 8 aprile, che questa volta, arricchita di qualche altra figura geometrica, come l’Organismo deputato al benessere animale, non faceva mancare nessuna delle frecce di connessione così tanto richieste.

Ma partiamo dai punti fermi del regolamento targato Danovaro: presidenza e consiglio d’amministrazione stabiliscono l’indirizzo politico dell’istituto mentre il consiglio delle sezioni si occuperà della materia scientifica ed il direttore generale della velocizzazione e tempestività di tutto ciò che è burocrazia nell’ente, oltre ad essere il responsabile del personale.

Il presidente, discutendo gli articoli singolarmente, ha sottolineato la necessità che con questo regolamento si dovrebbe riuscire ad identificare con precisione ruoli di responsabilità e figure cui potersi relazionare, in funzione della massima efficienza dell’istituto. Non ha escluso, poi, la possibilità, dopo le successive nomine, di ridiscutere i nomi delle persone poste nei rispettivi ruoli di responsabilità, qualora i risultati non fossero soddisfacenti.

In sostanza, un costruttivo invito a tutta la platea, più volte indotta a brusii forse di insoddisfazione, affinché si proiettasse verso il futuro dell’ente, superando una forma mentis di un passato oramai remoto ... L’invito è sembrato però più volte cadere nel vuoto, dato che l’interpretazione, i suggerimenti, le osservazioni di una parte “influente” della platea stessa sono apparsi, per lo più, orientati a non perdere le rendite di posizione consolidate da anni. C’era addirittura chi temeva che fosse minacciata l’integrità del proprio gruppo di lavoro.

A tal proposito è sembrata positiva la proposta del presidente (votata per alzata di mano dalla maggioranza dei presenti) di assegnare la funzione di vice direttore della sezione, a seguito di elezione da parte del personale della medesima sezione, cosa che però ha destato più di una perplessità in chi invece propendeva per una figura più vicina al direttore della sezione e, dunque,  nominata da quest’ultimo in maniera fiduciaria.

Insomma, alla Stazione zoologica è sembrato esserci un certo timore per il potenziale risultato di una elezione riguardo alla componente interna delle sezioni e questo atteggiamento francamente non è stato un bel vedere. Alzando gli occhi agli affreschi pareva per un momento che una forte scrollata facesse cadere tutti i bei frutti dell’agrumeto dipinto da von Mareès, ma Danovaro, con decisione, ha mantenuto il punto, rilanciando ancora una volta la massima flessibilità nel guardare avanti e invitando tutti ad una maggiore serenità di giudizio, indirizzando l'attenzione verso la produttività del proprio lavoro.

Al netto di quelle che saranno poi regolamentazioni interne successive e proposte migliorative che, sottolineava Danovaro, non debbono cadere dalla luna ma avere un minimo di corrispondenza con realtà universitarie e di altri enti di ricerca, tutto deve procedere nella maniera più condivisa possibile, anche tenendo in considerazione che i regolamenti non possono stravolgere il contenuto dello statuto, approvato due anni fa.

Nella discussione è ritornata poi nuovamente la polemica sui tecnologi rispetto al loro impiego nelle sezioni e nelle unità della pianta organizzativa proposta e sulla necessità, anche per loro, di poter quantificare una qualche forma di produttività rispetto ad una ferma disposizione Anvur. Sul punto, il presidente ha ribadito che, comunque, bisogna attenersi a quanto previsto dalla legge.

Dopo una interruzione, per una seduta del cda, la riunione è ripresa alle 18, quando il presidente Danovaro, ha indicato gli articoli, pagina per pagina, di quello che sarà il futuro regolamento del personale ma, soprattutto, ha comunicato ciò che Usi-Ricerca e Il Foglietto da mesi sollecitavano, vale a dire l’imminente pubblicazione di un bando per il conferimento dell’incarico di direttore generale dell’ente, essendo quello attuale in regime di prorogatio da circa cinque mesi.

All’annuncio sono seguiti i fatti, tant’è che il giorno successivo è apparso on line il predetto avviso che, però, ha subito suscitato forti perplessità in ordine alla durata dell’incarico, che è stato fissato, contrariamente a quanto previsto dallo statuto, in un anno, eventualmente rinnovabile, previo pieno raggiungimento degli obiettivi prefissati dal cda all’atto dell’insediamento.

L’articolo 7, comma 3, dello statuto della Stazione zoologica, infatti, stabilisce che “la durata dell’incarico del Direttore Generale coincide con la scadenza del mandato del Presidente, fatta salva la possibilità di proroga non superiore a sei mesi”.

Or dunque, visto che il presidente resta in carica un quadriennio, perché il futuro direttore generale andrà a scadere dopo appena dodici mesi?

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