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Sabato, 06 Lug 2024

Nel lontano 1999, con il D.Lgs. n. 300, vennero soppressi, oltre ad altri soggetti, anche l'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente (Anpa) e il Dipartimento per i servizi tecnici nazionali (Dstn) e, contestualmente, venne istituita l'Apat.

I due soggetti soppressi sarebbero dovuti confluire nell'Apat e, nelle more della "fusione" (che, nelle intenzioni del legislatore, si sarebbe dovuta attuare in tempi brevi) il personale proveniente dal disciolto Dstn avrebbe mantenuto il proprio trattamento giuridico ed economico fino al completamento delle procedure di inquadramento.

Ovviamente, essendo sempre in agguato la legge di Murphy, le cose non sono andate come prevedeva il legislatore e così il periodo di inquadramento si è allungato oltre i 6 mesi previsti tanto che si e' avuto tempo di sopprimere anche l'APAT e, al suo posto (nel 2008) istituire l'ISPRA.

Sempre in ossequio alla legge di Murphy, il trattamento previdenziale tra personale proveniente dall'Anpa, e dal Dstn, non poteva essere uguale e così l'Apat, dal 2002 al 2008, ha versato all'Inpdap (dal 1 gennaio 2012, assorbito dall’Inps) per il personale ex Dstn iscritto contributi previdenziali più alti rispetto a quelli dovuti dal nuovo contratto ricerca in cui detto personale avrebbe dovuto essere inquadrato dalla nascita dell’Apat.

Accortisi della circostanza, i vertici dei due Enti pensano bene di addivenire ad un accordo (del quale venne dato ampio risalto sul n. 15 del “Giornale dell'Inpdap” dell'aprile 2010) per restituire i soldi (prelevati dalle buste paga) ai circa 280 dipendenti inquadrati in Apat.

In concreto l'accordo, sottoscritto dalle parti il 9 giugno 2009, impegnava: 1) l'Apat/Ispra a fornire all'Inpdap i dati giuridici e ed economici per il calcolo delle spettanze; 2) l'Apat/Ispra a completare entro il 31/12/2010 l'invio all'Inpdap dei dati giuridici ed economici; 3) l'Inpdap a versare una prima rata di 4.500.000,00 euro entro il 31/12/2009; 4) l'Inpdap a versare una seconda rata (a saldo) entro il 30/06/2010.

Per completare il tutto, l'Inpdap diramò la nota operativa 07/2010 con la quale illustrava, a beneficio dei propri uffici periferici, le procedure per la restituzione agli interessati dei versamenti erroneamente effettuati.

Ad oggi sembrerebbe che tutte le procedure, per consentire le restituzione degli importi versati in eccedenza dall’Ispra (già Apat) a titolo di contributi, siano state esperite. Ciononostante, il provvedimento finale, per ragion8i ignote, sarebbe da tempo alla firma della competente Direzione Inps.

Ma, come detto sopra, la legge di Murphy è sempre in agguato e, ad oggi, gli interessati ancora aspettano che venga restituito a loro quanto indebitamente sottratto, ovviamente perdendo gli interessi maturati per anni.

Chi risarcirà il danno?

 

 

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