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Sabato, 06 Lug 2024

Il 21 maggio scorso si è svolto il primo incontro sindacale tra Usi-Ricerca, rappresentato da Franco Mostacci della segreteria nazionale e da Manuela Bonacci in qualità di responsabile Usi-Ricerca dell’Isfol, e l’amministrazione, rappresentata dal Presidente, dal Direttore Generale e dal Direttore dell’Ufficio dirigenziale per la gestione delle risorse umane.

In un contesto molto incerto per il personale dell’Isfol, che si trova nuovamente a dover affrontare ipotesi di soppressioni, accorpamenti, nuove destinazioni, nuovi contratti, … con una maggiore preoccupazione per i precari il cui contratto – in scadenza tra appena sette mesi – dovrebbe già essere inserito in un percorso sicuro per procedere alla proroga, la convocazione dell’Amministrazione era senza un ordine del giorno.

Non mancando gli argomenti in questa fase di profonda insicurezza, abbiamo sollevato alcune criticità.

In primo luogo è stato richiesto se, l’ipotesi di una revisione del Regolamento di organizzazione e funzionamento, inserito all’ordine del giorno per l’incontro con il CdA del giorno successivo, fosse supportata da una proposta già definita. Su questo punto è stata fornita una versione non del tutto convergente tra il Direttore che sosteneva comportasse una modifica essenzialmente per gli uffici dirigenziali ed il Presidente che invece rimandava al CdA le eventuali modifiche, di fatto ampliandole all’intero impianto. Più che chiarire, l’informazione ha evidenziato la mancanza di un’impostazione organica e condivisa tra i vertici.

Successivamente si è aperta la discussione sul fondamentale percorso di proroga del personale precario, attraverso la programmazione 2014-2020 dei fondi FSE, per la quale il Presidente prevede un emendamento ad hoc all’interno di un dispositivo legislativo non meglio specificato o al più tardi nel decreto di riforma della PA atteso per la metà di giugno. Al riguardo, considerata la difficile situazione generale di tutta la PA, si è sottolineato quanto possa essere remota la possibilità di un dispositivo che riguardi solo l’Isfol. Il Direttore ha poi evidenziato il lavoro che si sta svolgendo a stretto contatto con il Ministero del lavoro per la redazione dei PON Lavoro e Inclusione, la cui elaborazione dovrà concludersi entro il 22 luglio 2014. In conclusione, ad oggi, non si ha nessuna chiarezza o certezza dello strumento normativo che potrà garantire la proroga dei contratti a tempo determinato.

Considerato il contesto, si è anche chiesto di chiarire la logicità delle scelte che si stanno operando proprio in materia di personale precario. Infatti alcuni procedimenti appaiono, anche in questo caso, non solo incoerenti, ma anche inconcludenti e perfino dannosi.

Senza alcuna motivazione è stata interrotta da più di cinque mesi la procedura per stabilizzare tre precari dell’Isfol, attraverso l’utilizzo di graduatorie valide di altri enti del comparto, che si rammenta è una precisa disposizione legislativa. Il contenuto ambiguo e discordante del Piano di Fabbisogno, che demanda le scelte dell’amministrazione ad una valutazione ancora in corso (non è chiaro in quanto tempo e come l’Isfol riuscirà a valutare), ha costretto gli interessati a impugnare la delibera di approvazione del Piano medesimo.

Al di là dell’anomalia per cui un’Amministrazione prima con delibera CdA dispone l’assunzione, sulla base della delibera emette un avviso pubblico a tutto il personale Isfol, richiede ed ottiene l’assenso dagli enti, richiede ed ottiene l’autorizzazione da parte della Funzione Pubblica (che ne conferma la legittimità del modus operandi, ribadendo tutta la legislazione in materia) e poi - dopo mesi - dichiara, peraltro in un documento programmatico, di dover valutare ex post!

Risultato: tre dipendenti precari non vengono assunti, il Piano dei Fabbisogni impugnato dinanzi al TAR, i percorsi paralleli per 253 precari bloccati.

Molto è stato detto sul procedimento in argomento all’interno dell’Isfol, ma la realtà è che non ha mai riguardato intere graduatorie, ma solo posizioni di idonei che avevano i requisiti indicati dalla delibera del CdA. In pratica solo personale precario Isfol. È una procedura sì prioritaria (rispetto ai bandi di concorso), ma non esclusiva, lasciando la possibilità di bandire tutti i profili sia attraverso il reclutamento ordinario che il reclutamento speciale transitorio.

Al contrario il non procedere, che sembrerebbe la linea adottata dall’amministrazione, equivarrebbe alla non applicazione della legge e non è orientata alla soddisfazione dei criteri anche minimi di economicità ed efficienza che devono governare l’attività amministrativa.

Peraltro è noto – come già rilevato anche dalla Corte dei Conti - il notevole impatto finanziario del contenzioso in essere in Isfol, che al 2012 prevedeva uno stanziamento di 8,7 milioni di euro, prevalentemente per contenziosi riguardanti il personale (vedi il Foglietto della Ricerca n. 16 del 6 maggio scorso). Nel documento, i magistrati contabili raccomandavano una particolare attenzione nella “valutazione e gestione delle controversie”, che però, ancora una volta, parrebbe non essere stata presa in considerazione.

In questo caso constatato che non esistono elementi tecnici ostativi alla conclusione del procedimento deliberato dal CdA a dicembre, i vertici dell’Isfol potrebbero fare di più. Potrebbero procedere semplicemente applicando la legge, stabilizzando i primi tre precari e procedendo seguendo il dettato normativo per garantire anche agli altri un percorso nel più breve tempo possibile.

Se l’impasse è la scelta privilegiata dai vertici dell’Istituto, Usi Ricerca non potrà che opporvisi con forza.

In ultimo sono state chieste informazioni sui cd. ‘buoni di Natale’, per i quali il Direttore Generale ha comunicato che dovrebbe essere stata conclusa la procedura di aggiudicazione del fornitore, in quanto diverso da quello che eroga i ‘buoni pasto’ e quindi, a breve, si dovrebbe essere in grado di distribuirli.

Usi-Ricerca ISFOL

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