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Sabato, 06 Lug 2024

A bocce ferme, e forse all’insaputa dell’ignaro professionista esterno, che certo non sospetta la grossa mole di lavoro che potrebbe manifestarsi con l’avvio dei nuovi concorsi, l’Ingv riesce ad accaparrarsi, con la stipulazione di un contratto triennale e per la modica spesa di 15 mila euro più Iva e C.a.p. (da non confondere con il codice di avviamento postale), la consulenza legale di un avvocato, che – leggesi nel provvedimento adottato dallo stesso Ingv - vanta una particolare esperienza nel settore dei contratti del pubblico impiego, “ che svolge tra l’altro anche funzioni di arbitro del pubblico impiego nonché di Cultore presso la Cattedra di Istituzioni di diritto pubblico presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Roma Tre”.

A differenza di quanto sostenuto in premessa dove, con indubbia chiarezza, con la sottoscrizione del contratto, l’Ingv non lesina lodi e indiscusse capacità professionali al professionista esterno, non di facile interpretazione risulta, invece, essere il disposto dell’art. 5 del medesimo contratto, relativamente all’ammontare del compenso dovuto, in quanto – sicuramente per nostra colpa - non si capisce se trattasi di compenso triennale, annuale o addirittura trimestrale!

Infatti, se l’importo totale della prestazione, così come sembra evincersi dal contratto, per l’intero triennio è di 15 mila euro, il professionista percepirebbe dall’Ingv la modesta cifra mensile di circa 400 euro e, per di più, in rate trimestrali posticipate.

Un vero successo in termini di riscontro economico per l’ente e di conseguimento degli obiettivi per il dirigente dello stesso ente, che sarebbe riuscito a procurare un professionista con contratto vantaggiosissimo per l’Ingv, ove si consideri che per un altro “professionista” esterno, peraltro sprovvisto di laurea, da anni all’opera all’interno dello stesso Ingv, il costo per le casse dell’ente è di 15.542,80 a trimestre. Ma questa è un’altra storia, di cui presto ci occuperemo.

Peccato, però, che lo stesso dirigente, che avrebbe procurato il vantaggiosissimo contratto di cui sopra, meritevole di valutazione positiva, a volte dimentichi di comunicare alla Consigliera Nazionale di Parità (in applicazione dell’art. 57, comma1, lettera a), del D.lgs. 165/2001- come modificato dalla L. 215/2012) i provvedimenti di nomina delle commissioni esaminatrici dei concorsi, esponendosi così a una possibile valutazione negativa del suo operato, siccome previsto dal comma 1-bis della predetta norma. Ma sono i rischi del mestiere.

Altro aspetto, non certo trascurabile, nella vicenda del professionista esterno è il tempo intercorso tra la stipula del contratto, 9 gennaio 2014, e la protocollazione dello stesso, avvenuta, con due mesi di ritardo, in data 7 marzo 2014. E ciò appare ancora più incomprensibile, giacché a sottoscrivere il contratto è stato proprio il direttore generale dell’Ingv in persona, vale a dire Massimo Ghilardi.

Per i corridoi di via di Vigna Murata c’è chi sussurra a bassa voce che, forse, in previsione dei numerosi ricorsi che potrebbero scaturire dalle imminenti (?) procedure concorsuali, l’ente si sia voluto premunire, aumentando la dotazione numerica del suo staff di legali che, a dire il vero, era tutt’altro che sguarnito.

A tal proposito, giova forse ricordare che l’Ingv per legge si avvale del patrocinio (gratuito) dell’Avvocatura Generale dello Stato, che dovrebbe essere, dunque, l’unico difensore legale dell’ente.

Con la gestione Gresta-Ghilardi e, fino a prova contraria, con il consenso del cda, il collegio difensivo dell’ente si è arricchito dapprima di un avvocato del Foro di Pisa, con l’incarico di curare un contenzioso immobiliare a livello locale, con la motivazione che quel professionista conosceva meglio di tutti la questione e che, incredibile dictu, l’Avvocatura Distrettuale dello Stato non aveva uffici nella città della Torre pendente, come se non si sapesse che, per legge, la stessa Avvocatura ha sede in ogni capoluogo di Regione, ma ha competenza nell’intero distretto della medesima Regione.

Successivamente, ad aprile del 2013, sono arrivati in via di Vigna Murata due avvocati-tecnologi, reperiti tramite prova selettiva.

Per chi se ne fosse dimenticato, con decreto 110 del 16/4/2013, dopo alterne vicende, legate a rettifiche del bando, modifica della durata contrattuale, dimissioni e nomina del nuovo presidente di commissione del concorso, venivano dichiarati vincitori della selezione gli avvocati Guidace Pasquale e Toscano Martino, con contratto da tecnologo di III livello della durata di un anno.

Alla vicenda, Il Foglietto ha dedicato ben tre articoli [1, 2, 3].

Scaduto l’anno, non è dato sapere se siano stati rinnovati oppure se non facciano più parte dell’ente.

Qualche indizio ci farebbe pensare al mancato rinnovo, perché a tutt’oggi risulta inevasa una richiesta di parere legale in tema di “Tutele per personale in turno di sala operativa a Catania, in merito a quanto riportato nell’ordinanza della Prefettura di Catania, 10 marzo 2014, che regola gli accessi alla zona sommitale del vulcano Etna”, avanzata da Usi-Ricerca in sede di trattativa sindacale del 14 marzo scorso e del successivo solenne impegno a fornire il parere legale assunto dal Presidente Gresta, sempre in sede di trattativa, il 15 maggio successivo.

Ma se, invece, il rinnovo – come ci auguriamo per i due avvocati-tecnologi – c’è stato, visto il contratto stipulato con il nuovo professionista, che in premessa, tra l’altro, recita “ L’Ingv nello svolgimento dei propri compiti istituzionali, necessita di avvalersi della consulenza di professionisti legali per la risoluzione delle diverse questioni di ordine giuridico che di volta in volta si presentano in materia di pubblico impiego contrattualizzato, questioni che esulano dalle ordinarie competenze degli organi interni”, c’è da chiedersi di che cosa si stiano occupando, in questo particolare momento, i nostri validi avvocati-tecnologi: forse della legittimità o meno di bloccare il sommario del Foglietto e/o i comunicati sindacali redatti dall’Usi-Ricerca, ma non dalle altre organizzazioni sindacali? Chissà!

Considerando che il bando relativo alla loro selezione richiedeva il possesso di requisiti come l’abilitazione alla professione forense, l’esperienza giuridica biennale nell’ambito degli enti di ricerca con particolare riferimento alla contrattualistica di comparto, la redazione di pareri legali, nonché atti giuridici in campo giudiziale ed extra-giudiziale (prevalentemente in Diritto Amministrativo e del Lavoro), appare poco convincente la motivazione della mancanza interna di professionalità esperta in materia di pubblico impiego contrattualizzato, contenuta nel contratto sottoscritto dal professionista esterno lo scorso 9 gennaio e di cui solo ora, casualmente, siamo venuti a conoscenza.

Con l’ultimo professionista approdato in via di Vigna Murata, conti alla mano, includendo anche il poliedrico Pasquale De Santis, la compagine di legali e di esperti in contrattualistica e varie risulterebbe quasi a livello ministeriale.

Dimenticavamo di sottolineare che del contratto dell’ultimo legale in ordine di tempo non vi è traccia sul sito istituzionale dell’ente nella sezione Amministrazione Trasparente, Consulenti e Collaboratori, Incarichi a dipendenti e soggetti privati.

A quale trasparenza si riferisce l’ente se l’ultimo aggiornamento risale al 1° semestre 2013? Forse i vertici dell’Ingv aspettano che le collaborazioni e i contratti arrivino a scadenza prima di pubblicarli sul sito? Ma forse v’è da ritenere che a non essere presente sul sito dell’ente non sia soltanto il contratto relativo al professionista esterno.

V’è da ritenere anche che i nostri rappresentanti eletti in CdA, Antonio Meloni e Alessandro Pino, quelli che dovevano garantire trasparenza e imparzialità, anche stavolta riusciranno a smarcarsi dalle loro responsabilità.

Saranno lì a sostenere, ancora una volta, che la cifra in gioco era nella piena disponibilità del Dg, che il Dg non doveva richiedere il parere del CdA.

Saranno lì a rassicurarci che le posizioni espresse da loro in CdA, a causa dell’impegno preso a maggioranza di non pubblicare per intero i verbali, purtroppo non si conoscono ma che, spesso, sono in linea col comune sentire.

Unica sortita è stato il loro pellegrinaggio, fatto per le varie sedi Ingv, in occasione del discusso contratto stipulato dal Dg con l’Assetwork. Anche in quell’occasione ci fu detto che la somma destinata alla stipula del contratto era nella disponibilità del Dg, che non era previsto il parere del CdA, che loro condividevano il malumore generale rappresentato dai lavoratori dell’ente.

E sì, proprio di pellegrinaggio si è trattato, perché le nostre segnalazioni, nell’indifferenza della classe dirigente e di questo CdA, da qualche tempo si susseguono come i grani di un rosario.

Comunque, chi vivrà, vedrà.

 

 

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