Il 23 luglio dello scorso anno, in occasione della pubblicazione della Relazione della Corte dei conti sulla gestione 2010 e 2011 dell’Istituto Italiano di Studi Germanici (IISG), con sede in Roma a Villa Sciarra, che da anni si contende con il Centro Fermi e con l’Indam il primato di più piccolo ente di ricerca del Paese, dedicammo un articolo all’evento, che però provocò la risentita reazione dell’allora presidente (dimessosi di lì a qualche mese) della mascotte della ricerca italiana.
Nei giorni scorsi, i giudici contabili hanno diffuso la Relazione relativa alla gestione 2012 dell’ente.
Al fine di evitare nuove polemiche, nel rimettere alla valutazione dei lettori il contenuto della stessa, ci limiteremo ad evidenziare l’unica novità presente nel documento, in aggiunta al fatto che il numero dei dipendenti, cinque in tutto, sì proprio cinque (un tecnologo, 3 funzionari amministrativi e un collaboratore di amministrazione), è rimasto invariato, al pari di quello degli organi dell’Istituto, dodici (presidente, due membri del cda, un direttore, cinque membri del Consiglio scientifico, tre componenti del Collegio dei revisori dei conti).
I magistrati contabili, infatti, così concludono la loro relazione: “ … la particolare tenuità del contributo ordinario statale in progressiva diminuzione riverbera effetti anche sulla utilità della permanenza del controllo della Corte dei conti”.
Se a gettare la spugna è la Corte dei conti, forse sarebbe il caso che il governo, e per esso il ministro vigilante, si decidesse, una volta per tutte, ad assegnare ad altro ente di ricerca funzioni e personale dell’IISG, liberando da ogni incombenza i dodici componenti degli organi dell’ente.
A chiederlo non siamo noi, ma la spending review.