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Sabato, 06 Lug 2024

Le polemiche non accennano a placarsi nella vicenda della nomina del nuovo direttore generale della Stazione Zoologica Anton Dohrn, deliberata dal consiglio di amministrazione il 23 giugno scorso, così come raccontato dal Foglietto di mercoledì della scorsa settimana.

La mancata rinnovazione dell’avviso pubblico, a seguito dell’annullamento (per la presenza di numerosi errori) di quello emanato lo scorso 8 maggio, deciso dal cda dell’ente nella seduta del 19 giugno, rischia di costare caro, ma molto caro all’ente di ricerca partenopeo.

Anziché correggere e ripubblicare l’avviso, infatti, gli organi della Stazione hanno deciso, in maniera del tutto immotivata, di nominare intuitu personae, e per la durata di quattro anni, il nuovo direttore generale, nella persona di Vincenzo Saggiomo, 67 anni, ex dirigente tecnologo in quiescenza da due anni, titolare post pensione di un contratto d’opera con lo stesso ente di 120 mila euro.

Tale nomina è avvenuta nonostante il 13 giugno scorso il governo avesse dichiarato in conferenza stampa e scritto nel proprio sito che nell’emanando decreto legge di riforma della pubblica amministrazione  ci sarebbe stato il divieto di concedere incarichi dirigenziali al personale in quiescenza.

Divieto puntualmente contenuto nell’art. 6 del decreto legge n. 90, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 24 giugno, il giorno  successivo alla nomina di Saggiomo disposta dal cda della Stazione.

In attesa che i legali formalizzino le iniziative già preannunciate sulla vicenda dal sindacato Usi-Ricerca che – stando a indiscrezioni – dovrebbero interessare la Corte dei conti, ma non solo, allo stesso sindacato, per il tramite del nostro settimanale, sono state poste domande interessanti da parte di alcuni lettori.

Il primo quesito riguarda la legittimità della nomina de qua.

Ad avviso dell’Usi-Ricerca, il provvedimento di nomina adottato dal cda il 23 giugno si appalesa illegittimo, atteso che, una volta accertata dallo stesso cda, con la delibera del 19 giugno, la presenza di errori nell’avviso del 8 maggio 2014, peraltro già segnalati in precedenza dal Foglietto, l’ente avrebbe dovuto emanarne un altro, debitamente corretto, fissando il termine ultimo per la manifestazione di interesse da parte dei candidati.

E’ fin troppo evidente che, mutata la durata dell’incarico (4 anni anziché 1) e corretti i criteri per la determinazione del compenso annuo, alla nuova call avrebbero potuto rispondere candidati che non avevano ritenuto di partecipare alla prima.

Un altro lettore ha chiesto se il dottor Saggiomo avrebbe potuto partecipare anche alla nuova call.

La risposta, per il sindacato, è positiva, ma occorre fare alcune precisazioni, alla luce del contenuto del succitato art. 6 del decreto legge n. 90, pubblicato in Gazzetta il 24 giugno ed entrato in vigore il giorno successivo.

In pratica, se la Stazione Zoologica avesse rinnovato, come aveva l’obbligo di fare, l’avviso pubblico e, alla fine avesse scelto, ovviamente in data successiva al 24 giugno 2014, come direttore generale Vincenzo Saggiomo, quest’ultimo avrebbe potuto sì accettare la carica, ben conscio però che, legge alla mano, l’incarico sarebbe stato a titolo completamente gratuito. Infatti, il penultimo periodo del comma 1 del medesimo art. 6, così recita: “Sono comunque consentiti gli incarichi e le cariche conferiti a titolo gratuito”.

La inopinata obliterazione del nuovo avviso pubblico ha fatto sì, invece, che l’incarico – salvo espressa rinuncia a ogni compenso da parte di Saggiomo, che al momento non sembra essere stata formalizzata – venisse affidato a titolo oneroso, con un costo annuo di circa 123 mila euro lordi che, fino alla sua scadenza, che andrà a coincidere con quella del mandato del presidente (dicembre 2017), risulterà di circa 450 mila euro lordi.

Un altro lettore ha chiesto se il provvedimento di nomina di cui si tratta sia stato assentito preventivamente o successivamente dal ministero vigilante, il Miur.

Usi-Ricerca sul punto ha fatto presente che, come già precisato in passato dallo stesso Miur, la forma di vigilanza che il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca esercita (sugli enti vigilati, ndr) non prevede meccanismi di intervento su scelte … che sono espressione dell'autonomia organizzativa, finanziaria e contabile che la legge riconosce all'ente”. Ne consegue, pertanto, che la responsabilità dell’operato è solo ed esclusivamente della Stazione Zoologica.

La penultima domanda rivolta al sindacato riguarda la sussistenza nella vicenda di una possibile ipotesi di danno erariale.

Sul punto, Usi-Ricerca fa sapere che tra le azioni in cantiere, appunto per fare chiarezza, vi è anche un esposto alla Procura Regionale della Campania della Corte dei conti, perché verifichi se l’iter procedimentale della Stazione Zoologica, finalizzato alla scelta e alla nomina del nuovo direttore generale, abbia arrecato danni all’erario.

Una cosa, comunque, appare certa: se la nomina di Saggiomo fosse avvenuta dopo il 24 giugno, e lo stesso l'avesse accettata, la Stazione Zoologica non avrebbe potuto erogargli alcun compenso per tutta la durata quadriennale dell'incarico.

Su un’ultima domanda, però, il sindacato Usi non è stato in grado di rispondere. In particolare, sul perché l’ente abbia dapprima (l’8 maggio) pubblicato un avviso e, poi (il 19 giugno), dopo aver rilevato “numerosi errori”, lo abbia annullato, senza pubblicarne un altro.

La vicenda, dunque, si appalesa piena di ombre e appare tutt’altro che chiusa.

Di tutto questo che sta accadendo, chissà cosa avrebbe pensato l'austero Anton Dohrn (nella foto), fondatore e primo direttore della Stazione Zoologica.

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