Se Maurizio Martina, il ministro delle politiche agricole, temeva, visto che siamo in materia di agricoltura, di dover affrontare un terreno difficile, Giuseppe Alonzo, presidente del Cra, si è assunto il compito di dissodarglielo.
Infatti, quello che il 29 maggio era ancora non più che una bozza, lo scorso 10 giugno è diventato, con tanto di placet del cda, un vero Piano di riorganizzazione dell’ente di via Nazionale.
Quanto da noi preconizzato appena un mese fa, ha trovato puntuale conferma.
Soppressioni di Centri e di Sezioni, chiusura di sedi, drastica riduzione di incarichi dirigenziali, preavviso di mobilità obbligatoria e/o volontaria per i dipendenti. Insomma, una cura dimagrante ma da cavallo.
Persino Mr spending review, al secolo Sergio Cottarelli, ma anche il mitico Highlander potrebbero avere forse qualcosa da imparare.
Se fino a oggi tutto sembra filare liscio, quando si tratterà di passare all’attuazione concreta del Piano Alonzo, i nodi verranno senz’altro al pettine e si vedrà, finalmente, la vera sostanza degli accorpamenti, soprattutto del personale e, in particolare, si vedrà la sorte che il Cra intende riservare ai quasi mille precari, articolati nelle più svariate tipologie.
Per il Cra, presieduto da Alonzo e diretto (da tempo) ad interim da Ida Marandola, quello prossimo rischia di diventare un autunno assai caldo.