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Sabato, 06 Lug 2024

Un’altra data, oltre a quella della sua fondazione, si appresta ad essere scolpita nella storia della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli: il 23 giugno 2014.

Ciò che è accaduto in quel fatidico giorno, che va ad incidere non poco sulla struttura organizzativa dell’ente di ricerca partenopeo, sembra non avere precedenti nella pubblica amministrazione post bellica.

Ma andiamo con ordine.

A dicembre del 2013, arriva al vertice dell’Anton Dohrn Roberto Danovaro, giovane e brillante Ordinario presso l’Università Politecnica delle Marche, dove è titolare dei corsi di Biologia Marina, Ecologia Marina ed Etica ambientale.

Alla Stazione Zoologica trova come direttore generale Marco Cinquegrani, primo tecnologo del Cnr, in carica dal 1° gennaio 2009, fresco di proroga (fino al 30 giugno 2014) disposta dal cda il 13 novembre 2013 con la seguente motivazione: “Tenuto conto che a tutt’oggi non risulta ancora conclusa la procedura di nomina del Presidente”.

In tanti si aspettavano che tra i primi atti concreti di Danovaro ci sarebbe stata la pubblicazione di un avviso pubblico per raccogliere manifestazioni di interesse (e curriculum) per il conferimento dell’incarico pleno jure a un nuovo direttore generale.

In realtà, l’avviso pubblico c’è stato, ma si è dovuto attendere l’8 maggio, con scadenza dei termini fissata trenta giorni dopo.

Il bando pubblico, sul quale nessuno ma proprio nessuno, sia all’interno che all’esterno dell’ente, ha trovato nulla di ridire, è stato invece oggetto di severa critica da parte del nostro settimanale, che ne ha sottolineato errori e contraddizioni.

Inopinatamente, il 19 giugno, il cda, chiamato a deliberare sulla proposta di nomina del dg da parte del presidente, si accorgeva che l’avviso conteneva errori, gli stessi segnalati tempo prima dal Foglietto. Quando si dice la combinazione!

Lo stesso cda invitava il presidente ad annullare in via di autotutela l’avviso de quo e ad apportare le necessarie correzioni, cosa che veniva fatta il giorno successivo, con delibera n. 44.

Mentre tutti, ma proprio tutti, attendevano la pubblicazione di un nuovo avviso, accadeva l’impensabile e cioè che, lunedì 23 giugno, il cda, presente Danovaro, con i membri Focardi e Magnani in collegamento telematico, al pari del collegio dei Revisori dei conti, preso atto della proposta del presidente, nominava Vincenzo Saggiomo, ex dirigente tecnologo dell’ente in quiescenza, direttore generale della Stazione Zoologica, per la durata di un quadriennio.

Grande lo stupore tra il personale dell’Anton Dohrn, non solo per la mancata rinnovazione dell’avviso pubblico, ma anche e soprattutto per l’imminente pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto legge, contenente all’art. 6 il divieto di assegnare incarichi dirigenziali a personale in quiescenza, norma nota a tutti, in quanto già anticipata dal governo il 13 giugno.

Ma le sorprese di lunedì 23 giugno non finiscono qui, perché, dopo la nomina deliberata dal cda, si verificano altri colpi di scena.

Al presidente Danovaro, infatti, viene recapitata una lettera di dimissioni (prot. 2429/A1), con effetto immediato, del direttore generale in prorogatio (che sarebbe scaduto il 30 giugno).

Senza esitazione alcuna, le dimissioni vengono accettate da Danovaro, con provvedimento formale (prot. 2430/A1).

Ma la giornata lavorativa del presidente è tutt’altro che conclusa. Infatti, di lì a poco, firma un altro provvedimento, la delibera n. 45, sempre datata 23 giugno, con la quale conferisce  “l’incarico di direttore generale al dott. Vincenzo Saggiomo a decorrere dal 23 giugno 2014, data di accettazione e sottoscrizione del contratto” .

Dal contenuto di tale ultimo atto, affisso all’Albo dell’ente soltanto il 1° luglio 2014, sembra emergere che il provvedimento di conferimento dell’incarico de quo, da molti definito last minute, sia stato formalizzato dal presidente Danovaro in maniera del tutto irrituale, non solo dopo l’accettazione dell’incarico da parte di Saggiomo ma, addirittura, dopo la sottoscrizione del contratto da parte del medesimo.

Ultimo atto del presidente Danovaro, alla fine di una faticosissima giornata, è stato quello di fare aggiornare, a scanso di equivoci, anche  il sito dell’ente, con il nome del nuovo direttore generale: il dott. Vincenzo Saggiomo.

Ma perché tutta questa fretta, davvero inusitata per un ente della pubblica amministrazione?

Perché non si è provveduto alla pubblicazione di un nuovo bando dopo l’annullamento di quello affetto da errori?

Perché non si è attesa la pubblicazione del decreto legge - avvenuta il giorno successivo, 24 giugno - che, stante il disposto del su richiamato art. 6, avrebbe sì consentito, dopo la ripubblicazione di un nuovo avviso, la nomina di Saggiomo, ma senza che allo stesso fosse possibile erogare alcun compenso?

Perché, perché?

Volendo quasi parafrasare il titolo del famoso film di John Landis, Tutto in una notte, possiamo dire che alla Stazione Zoologica accadde tutto in un giorno. Il 23 giugno del 2014, appunto.

Oggi e domani, comunque, la Stazione Zoologica e i suoi dipendenti non saranno al loro solito posto, nella storica sede della Villa Comunale di Napoli, ma saranno tutti, cda compreso, a Ischia, convocati da Danovaro per un un Retreat che, in italiano, significa anche ritiro, ma che in questo caso starebbe per convegno interno.

Come abbiamo scritto in un nostro articolo lo scorso 20 maggio, “nella due giorni ischitana, sono in programma una riunione del consiglio di amministrazione ed un Workshop interno, per presentare ai membri del Consiglio scientifico (che sull’Isola soggiorneranno per tre giorni) in modo completo ed articolato tutte le attività scientifiche ed i programmi di ricerca della Stazione Zoologica, inclusa l’attività di formazione dei giovani ricercatori dell’ente (dottorandi ed assegnisti)”.

Difficile comprendere la ratio della (costosa) trasferta ischitana: forse perché la vista del mare di Ischia fornisce maggiori stimoli rispetto a quella del Golfo di Napoli, sul quale si affaccia la sede della Stazione Zoologica?

Ma se stimoli dovessero venir fuori, a questo punto è auspicabile che siano di natura eminentemente giuridica, così da sensibilizzare i decisori della Stazione verso una maggiore attenzione per il dettato della legge, sottraendoli a qualsiasi rischio di porsi al di sopra o al di fuori della legge stessa.

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