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Sabato, 06 Lug 2024

Mentre continua senza soste la campagna di “beatificazione” della polizza sanitaria, da parte di sigle sindacali che sembrano aver mutato l’oggetto della loro “missione”, migliaia di dipendenti del Cnr appaiono ancora indecisi sul da farsi.

Non aiuta di certo a fare chiarezza la generale ignoranza sui termini e le condizioni della medesima polizza, a nulla valendo l'informazione resa nota dall'ente attraverso il cosiddetto "capitolato tecnico".

Su tutti, anche su quelli che si sentono gratificati dal fatto che l’amministrazione, col sostegno di un manipolo di sindacati, abbia deciso per loro, iscrivendoli d’ufficio tra i beneficiari dell’assicurazione privata, incombono due scadenze da rispettare, incredibilmente disallineate.

La prima, più breve naturalmente, è quella che devono rispettare coloro che non condividono l’iniziativa piovuta dall’alto, ricca di incognite e dubbi, che l’ente non ha certo chiarito con la circolare n. 20/2014, i quali entro e non oltre il 28 luglio prossimo devono comunicare, utilizzando la procedura Siper, la propria rinuncia alla polizza.

L’altra, più dilazionata nel tempo, riguarda coloro che accetteranno di essere iscritti d’ufficio tra i beneficiari della medesima polizza, i quali, entro l’11 agosto, devono esprimere, sempre con procedura Siper, il loro consenso al trattamento dei dati personali da parte della compagnia di assicurazione, indispensabile per ottenere eventuali rimborsi da parte della stessa compagnia.

Sia gli uni (possibili rinunciatari) che gli altri (possibili non rinunciatari) è utile che riflettano, prima di scegliere, non solo su quanto fino a oggi dettagliatamente argomentato da Usi-Ricerca, attraverso Il Foglietto, ma anche su due novità dell’ultima ora.

Innanzitutto, viene segnalata l’iniziativa di un gruppo di senatori del Movimento Cinque Stelle (primo firmatario Nicola Morra), che lo scorso venerdì, 17 luglio, ha presentato una interrogazione (n. 4-02507) al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, cui spetta la vigilanza sul Cnr, per denunciare l’illegittimità dell’accordo sindacale, che ha generato la polizza sanitaria e che risulta posto in essere in palese violazione dell’art. 52 del ccnl 1994-1997 che, come già sottolineato dal nostro settimanale, così recita: "Le parti concordano sull'opportunità che gli Enti del Comparto istituiscano, anche in forma consorziata, un organismo a carattere nazionale con la finalità di assicurare ai dipendenti trattamenti complementari a quelli previsti nell'ambito delle assicurazioni sociali obbligatorie, mediante stipula di polizze sanitarie integrative delle prestazioni erogate dal Servizio Sanitario Nazionale nonché per la copertura del rischio di premorienza, definendo altresì le modalità per il controllo della gestione di detto organismo. Le parti convengono che gli Enti, previa contrattazione decentrata ai sensi dell'art. 26, di intesa tra loro, definiscano le quote dello stanziamento di cui all'art. 59 del decreto del Presidente della Repubblica n. 509 del 1979 e successive modifiche, da conferire al suddetto organismo per il perseguimento delle finalità ad esso attribuite, precisando che qualsiasi onere, anche di carattere contributivo e fiscale, graverà sulla quota di predetto stanziamento".

Peccato che di tale organismo non vi sia traccia né a piazzale Aldo Moro né altrove, né l’amministrazione ha fornito segnali per un suo possibile reperimento, avendo fino a oggi omesso persino di dare riscontro a un atto di diffida stragiudiziale, notificato dai legali di Usi-Ricerca.

La seconda, ma non secondaria, novità riguarda il contenuto di quello che dovrebbe essere un normale modulo per il consenso al trattamento dei dati personali, ma che invece contiene la richiesta di iscrizione, non si sa bene a quale titolo, da parte del dipendente non rinunciatario, all’Associazione V.I.S. Vita in Salute - Fondo di assistenza sanitaria integrativa, di cui non v’è traccia alcuna nella poco chiara Circolare n. 20 del Cnr.

Un’amnesia, un refuso?

Venerdì scorso abbiamo contattato telefonicamente Pierpaolo Orrico, direttore dell'Ufficio servizi generali della sede centrale del Cnr, che ha seguito la procedura negoziata per la scelta della compagnia cui affidare la polizza, il quale ha fatto presente di non aver mai sentito parlare dell'associazione V.I.S. - Vita in Salute, ma che avrebbe fatto delle verifiche.

Ieri, perdurando il silenzio del funzionario del Cnr, dopo una breve ricerca, abbiamo scoperto che l’Associazione  V.I.S. Vita in Salute è un “Fondo costituito nel settembre 2010 come Associazione Senza Fini di Lucro (Non Profit) da alcuni imprenditori con esperienza pluriennale e know how specifico nell’assistenza sanitaria e nella copertura dei rischi”.

Sul sito web della V.I.S. si legge anche che la mission dell’Associazione no profit è quella “di rappresentare un punto di riferimento competente, affidabile ed indipendente nello sviluppo e gestione di coperture nell’area salute e assistenza per i piccoli e medi attori (Imprese, Enti, Intermediari, Consulenti e singole Famiglie) del mercato italiano. La domanda per prestazioni di assistenza sanitaria è in continua crescita a seguito dell’invecchiamento della popolazione, modifiche nella struttura sociale, evoluzione tecnologica nella medicina e crescente aspettative sul livello di cura da parte della popolazione ed in questo panorama VIS ha l’obiettivo di fornire soluzioni efficaci ed efficienti ad una fascia del mercato che è fra la più dinamiche del paese ma che ha un minor accesso a coperture sanitarie”.

Non riuscendo a cogliere, sicuramente per nostri limiti, il perché il dipendente Cnr non rinunciatario debba iscriversi a questa Associazione, siamo andati alla ricerca dello statuto della V.I.S., reperibile sempre sul predetto sito web.

Sfogliando il documento, ci siamo soffermati, in particolare, sul contenuto degli articoli 3 e 5, senza peraltro trascurare le finalità dell’Associazione no profit, tra le quali si legge che la V.I.S. “stipula, avvalendosi, se del caso, del supporto di operatori specializzati, polizze assicurative, onde disporre delle migliori coperture sanitarie complementari del settore, nonché, se del caso, di Long Term Care (nel prosieguo, per brevità, "LTC"), temporanee caso morte, infortuni professionali ed extra professionali”, il cui nesso con la polizza sanitaria prossima alla stipulazione tra Cnr e Unisalute, però, ci è risultato ostico se non incomprensibile.

Dall’esame del citato articolo 3, si apprende, poi, che i soci sono distinti in “fondatori” e “aggregati”. I primi, persone fisiche o giuridiche (di cui non siamo riusciti a trovare i nomi), sono coloro che hanno dato vita nel 2010 all’Associazione no profit; i secondi, invece, sono solo persone giuridiche  “che aderiscono a ‘V.I.S.’ onde attribuire prestazioni di assistenza sanitaria integrativa e/o di ‘LTC’ alla popolazione che ad esse fanno a diverso titolo riferimento, divenendo diretti referenti del ‘Fondo’ stesso per la relativa comunità”.

Sembrerebbe di capire, ma è solo una ipotesi non suffragata da alcun elemento di prova, che il Cnr possa essere diventato o si appresterebbe a diventare (con una deliberazione del cda?) socio “aggregato” della V.I.S., nel qual caso, a norma dell’art. 7 dello statuto, verserebbe una quota annua associativa alla stessa V.I.S., mentre vi è un’altra categoria di soggetti (esclusivamente persone fisiche) che – a norma dell’articolo 5, comma 1 - non sono soci, ma “beneficiari”, vale a dire “fruitori delle prestazioni di assistenza sanitaria integrativa e/o di ‘LTC’ e/o di altre coperture statutariamente previste, ottenute, in loro favore, dai ‘Soci Aggregati’ per il tramite del ‘Fondo’”. E a questi ultimi viene chiesta l’iscrizione all’Associazione.

Se così fosse, ma è sempre una mera ipotesi, la polizza salute arriverebbe ai non rinunciatari del Cnr attraverso il “Fondo VIS”?

E quale sarebbe allora il ruolo dell’Unisalute spa, con la quale il Cnr si appresta a sottoscrivere il contratto, e che – come sottolineato nella famosa Circolare n. 20 dai direttori Annunziato e Preti – “fa parte del Gruppo Assicurativo Unipol, uno dei principali gruppi assicurativi italiani e prima compagnia specializzata in polizze sanitarie”?

A questo punto, c’è chi è convinto che, dopo il nostro articolo, i soloni di piazzale Aldo Moro e i firmatari della ormai famosa Circolare, davvero poco esplicativa, daranno il meglio di sé per fornire, a volta di corriere, doverosi chiarimenti, non a noi, non a chi ha già detto no alla polizza, ma al personale che non ha ancora rinunciato, per fare luce su un aspetto che, forse, il Cnr avrebbe già dovuto spiegare, con intelligibilità e tempestività.

Meno ottimista sul punto è Usi-Ricerca, che da quasi un mese aspetta una risposta all’atto di diffida con il quale ha contestato la violazione di una precisa norma regolamentare (art. 52 del ccnl 1994-1997) in tema di sanità integrativa, che il Cnr – non godendo di extraterritorialità – aveva ed ha l’obbligo di rispettare.

Vedremo ora se i vertici dell'ente di piazzale Aldo Moro faranno orecchie da mercante anche all'interrogazione dei senatori del M5S.

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