Scade alla mezzanotte di oggi il termine ultimo per poter rinunciare alla polizza sanitaria (per farlo, vedansi istruzioni), che amministrazione e organizzazioni sindacali (con la sola eccezione di Usi-Ricerca) hanno deciso di propinare al personale, senza averlo in alcuno modo consultato preventivamente.
Nel caso in cui il numero delle rinunce alla polizza fosse insignificante, ma non lo sarà (a nulla valendo i risibili “numeri” dati nei giorni scorsi da una sigla sindacale, che appare la più filopolizza di tutte), l’intero fondo destinato alle attività assistenziali di fatto verrà destinato quasi per intero al pagamento del premio alla compagnia di assicurazione, che ammonta a circa 7 milioni di euro per un triennio.
Ad oggi, la polizza non è stata stipulata, perché si è in attesa di conoscere il numero dei rinunciatari che se, come è auspicabile, fosse consistente, indurrebbe amministrazione e sindacati sostenitori e fautori dell’iniziativa, a RINUNCIARE ALLA POLIZZA.
Le ragioni che dovrebbero indurre massicciamente il personale a rigettare la decisione unilaterale di amministrazione e sindacati filo polizza, peraltro assunta in palese violazione dell’art. 52 del ccnl 1994-1997 - che invece subordina l’eventuale polizza sanitaria alla costituzione anche con altri enti del comparto, di un apposito organismo al quale destinare solo una esigua parte del fondo attività assistenziali - sono state più volte esplicitate nelle passate settimane da Usi-Ricerca, tramite Il Foglietto, ma ancor più incisive appaiono quelle elencate dalla collega Silvia Giamberini, del Cnr di Pisa, che volentieri - dopo averci dato il suo consenso - sottoponiamo all’attenzione di tutto il personale dello stesso Cnr, che ancora non ha assunto alcuna decisione in merito alla scelta da operare.
Care colleghe e cari colleghi,
sento la mancanza di una discussione piu' ampia e aperta sulla polizza sanitaria, e quindi vorrei esprimervi alcune considerazioni, sperando di stimolare l'attenzione per questo tema importante.
Cerco di essere breve, spero che non me ne vorrete se entro poco nei dettagli.
Io ho rinunciato alla polizza sanitaria, sia per motivi generali che per motivi individuali. Vorrei spiegare piu' brevemente possibile il perche'.
Motivi generali:
- Perche' avrei voluto una discussione - e una decisione - con e tra noi dipendenti, e non solo essere informati a cose fatte. Non sono al corrente di nessuna consultazione tra noi lavoratori su cosa avremmo preferito.
- Perche', leggendo il capitolato, si capisce subito qual e' la scelta - oso dire una parola che non si usa piu' - politica che ci sta dietro: la scelta e' quella di indirizzare 8.000 dipendenti e le loro famiglie verso un sistema di sanità privata, dirottando soldi (nostri) verso questo sistema.
- Perché dispiace (per usare un eufemismo) che un sindacato con una storia alle spalle come la CGIL dica di esser d'accordo con il traghettare i dipendenti CNR verso la sanita' privata, adducendo a motivazione la scarsa efficienza della sanita' pubblica. Preferirei che un sindacato come la CGIL si adoperasse per migliorare la sanita' pubblica e non per sottrarle risorse.
- Andare verso un modello di sanita' "all'americana" non e' una scelta da condividere. Il sistema americano, oltre ad essere profondamente iniquo, e' anche poco efficiente: la popolazione e' meno sana (perche' non si cura bene e c'e' meno prevenzione) e i soldi spesi procapite sono molti di piu' - peccato che una bella fetta di quei soldi non va in prestazioni sanitarie ma in profitti delle assicurazioni.
-A proposito di profitti delle assicurazioni: perché trovo inammissibile che l'assicurazione abbia posto come condizione (c'e' scritto nel capitolato, pag 16 di 19) che restituirà in prestazioni solo il 75% del premio: che vuol dire? vuol dire che su 2.300.000 euro di soldi nostri (soldi del fondo dipendenti CNR) si impegna a restituirne in rimborsi sanitari solo il 75%, cioè 1.725.000 euro. La differenza, cioè 575.000 euro, se li intasca comunque per contratto. Con il sistema precedente, il 100%, cioe' tutti i soldi dei fondi (fondo dei redditi dipendenti) venivano distribuiti in rimborsi. L'assicurazione non si assume il rischio che dovrebbe prendersi, cioe' quello di doversi trovare a pagare piu' del premio. Dov'e' il rischio di impresa? qui si tratta di profitti garantiti con soldi pubblici (i nostri). Inoltre preferisco che il 100% dei nostri soldi torni nelle nostre tasche.
- Perché non credo che il "silenzio-assenso" sia un metodo corretto. Traghettera' verso la polizza sanitaria tutti gli indecisi, e tutti coloro che non si informano per mancanza di tempo o di voglia. Poi diranno che la polizza sanitaria e' stata un successo come adesioni ...
Motivi individuali:
Perche' la polizza non copre spese dentistiche e oculistiche. Sono una mamma che solitamente usufruisce dei rimborsi delle spese mediche per se stessa e per la figlia (analisi mediche per diagnostica preventiva, occhiali, spese odontoiatriche), spese che non saranno piu' coperte dalla polizza. Penso che queste siano le spese piu' comuni di ognuno di noi. Il fondo che rimane disponibile per rimborsare queste spese e' molto piccolo (600.000 euro circa, mi sembra) e non sara' sufficiente.
Quindi alla fine questa polizza sara' una rimessa per la grande maggioranza di noi dipendenti.
Perche' non voglio pagare 200 euro l'anno per iscrivere anche mia figlia alla polizza.
Perche' la stragrande maggioranza delle prestazioni coperte dalla polizza sono prestazioni sanitarie in cliniche private che sono coperte dalla sanita' pubblica in modo efficiente, almeno in Toscana. Anche per i trasporti, il 118 funziona egregiamente. Io sono stata trasportata per mesi in sedia a rotelle a fare fisioterapia dalla Pubblica Assistenza e non ho pagato una lira. Inoltre, purtroppo, in questi 5 anni ho avuto tre ricoveri ospedalieri, di cui uno molto lungo, e un intervento chirurgico - e mi sono sempre trovata molto bene senza sborsare un euro se non le mie tasse al sistema sanitario. Ho partorito in un ospedale pubblico e ho fatto tutti i controlli della mia gravidanza nel pubblico. Sono contenta di questo e vorrei invece far si' che la sanita' pubblica avesse piu' risorse e migliorasse. Indirizzare 8.000 pazienti presso strutture private non aiutera’ la sanita' pubblica a migliorare.
Perche' la polizza non copre le spese per esami di prevenzione, ma solo in caso di malattia accertata. C'e' scritto chiaramente nel capitolato (pag 10, punto 3). All'assemblea UIL il sindacalista si e' arrampicato sugli specchi per cercare di dimostrare che non e' cosi', ma non ha convinto nessuno - non me comunque.
Perche' la polizza non rimborsa molti degli esami diagnostici piu' comuni, come analisi del sangue, ecografie addominali, al seno, all'utero.
Perche' chiedere il rimborso sara' piu' complicato di adesso. E quindi scoraggera' chi - come me che mi divido tra famiglia e lavoro - ha poco tempo. Gli iscritti alla polizza che vorranno accedere al fondo sussidi ordinari per farsi rimborsare le spese non coperte dalla polizza dovranno prima chiedere il rimborso alla polizza e poi, una volta che la polizza glielo nega, chiedere il sussidio ordinario (pag. 8 della circolare CNR 20/2014). Quindi con un aumento di burocrazia.
Sicuramente anche rinunciando non vedro' migliorare i miei benefici. Peggioreranno comunque rispetto al regime attuale dei rimborsi. Ritengo pero' di dover rinunciare perche' credo che questa polizza non faccia gli interessi dei lavoratori, e perche' voglio contribuire al fallimento di questa iniziativa affinche' i soldi del fondo dipendenti siano dedicati tutti, al 100%, ai rimborsi delle spese sanitarie sostenute dalla maggioranza dei dipendenti CNR senza essere dirottati verso una compagnia assicurativa privata, e affinche' la domanda di rimborso continui a richiedere poca burocrazia.
Scrivo questo messaggio privatamente a diversi colleghi con cui mi sento piu' in confidenza. Se lo ritenete opportuno, fatelo comunque circolare.
Un caro saluto, e grazie di avermi letto fin qui. Scusate per non aver articolato meglio le mie argomentazioni ma ho preferito la brevità all'esaustività e alla completezza delle argomentazioni.
Silvia Giamberini – IGG - CNR
I principali articoli del Foglietto della Ricerca sul tema (in ordine cronologico):
03/10/2010 - Il Cnr, sempre più lento e farraginoso, si ripresenta al tavolo della trattativa
12/11/2010 - Cnr, addio ai benefici per le spese sanitarie
16/11/2010 - Il caso Cnr. La ricerca pubblica incentiva la sanità privata
23/11/2010 - Il risultato del sondaggio sulla polizza Cnr
11/07/2011 - Cnr. Molti lavoratori non riceveranno i sussidi sanitari
21/02/2012 - Tutti pronti al Cnr per la polizza sanitaria
11/12/2012 - Per Natale, nel pacco regalo del Cnr ai dipendenti, rispunta la polizza sanitaria
20/02/2014 - Informativa Cnr sulla polizza sanitaria
04/03/2014 - Cnr & polizza sanitaria. Sindacati confusi e confusionari
25/06/2014 - Al Cnr arriva la polizza sanitaria contra legem. Ma Nicolais lo sa?
26/06/2014 - Polizza sanitaria Cnr: lettera aperta al personale dell'ente
22/07/2014 - Cnr. Per il personale ancora indeciso, due importanti novità sulla polizza sanitaria