Giornale on-line fondato nel 2004

Sabato, 06 Lug 2024

Sono scesa da un treno in corsa, un treno che stava per raggiungere il traguardo di una vita. Per un po’ ho sperato che mi si consentisse di continuare a lavorare o, almeno, a collaborare ancora per un paio di anni, giusto il tempo occorrente per vedere muovere i primi passi dell’“Acquario tematico delle tartarughe marine” di Bagnoli, per la cui realizzazione mi ero tanto battuta.

Ma così non è stato perché evidentemente era finalmente giunta l’occasione per togliersi dai piedi una persona ingombrante e non “allineata”. Troppe volte mi sono sentita dire che non era assolutamente tollerabile che della Stazione Zoologica Anton Dohrn si parlasse all’esterno solo per l’attività svolta in favore delle tartarughe marine.

Di queste ho cominciato ad occuparmi nel 1986, suscitando nella gran parte dei miei colleghi commenti ironici, derisione, qualche cattiveria gratuita, e tra non pochi ostacoli.

Il mio interesse verso le tartarughe marine nasceva dal forte desiderio di occuparmi seriamente e concretamente di una specie minacciata di estinzione, oltre che dalla curiosità scientifica legata alla natura enigmatica di questi rettili marini.

A quel tempo, infatti, in Italia almeno, di tartarughe si parlava assai poco. Solo qualche associazione ambientalista cominciava ad interessarsene, a seguito dell’emanazione del Decreto ministeriale del 1980 che ne vietava la caccia, la detenzione ed il trasporto.

I Centri per accogliere animali feriti ancora non esistevano, come pure assai rari erano i rapporti scientifici che le riguardavano.

Diventata “Curatore” dell’Acquario pubblico della Stazione, incarico che probabilmente mi era stato affidato perché a quel tempo non interessava a nessuno (ma questa è un’altra storia), ritenni utile allestire uno spazio, anche esiguo, dove curare e studiare le tartarughe marine che venivano recuperate in difficoltà lungo il litorale campano.

Con pochissime risorse finanziarie e senza personale, lavorando quasi a livello di “carbonaro”, riuscii ad organizzarmi.

In un umido sottoscala dell’Istituto sistemai alcune vasche assai rudimentali, ma pur sempre in grado di ospitare gli esemplari massacrati dall’impatto con imbarcazioni o rimasti asfissiati nelle reti dei pescatori. Lo scopo era quello di curarli per restituirli al mare e porre così un freno alla loro scomparsa. Di fatto era nato il primo nucleo di ”ospedale per tartarughe marine”.

A partire dal 2000, poiché il numero di animali da ricoverare cominciava a crescere in modo esponenziale, in quanto vi giungevano esemplari non solo dalla Campania ma anche dalle coste di tutto il Sud Italia, mi resi conto che era necessario trovare spazi più adeguati per svolgere al meglio questo lavoro.

Grazie al coinvolgimento di personalità politiche nazionali e locali, che da anni seguivano con interesse il mio lavoro, e in particolare alla disponibilità della “Bagnolifutura ”(società napoletana di trasformazione urbana) e del suo Vicepresidente Grazia Francescato, riuscii a far ottenere alla SZN  in comodato d’uso gratuito un’area di circa 600 mq., in una zona ove fino al 1992 era stata in funzione l’Italsider, una delle più importanti industrie siderurgiche del Paese.

In questo spazio fu possibile realizzare, nel 2004, il “Turtle point”, prima struttura pubblica dedicata esclusivamente alla cura e riabilitazione delle tartarughe marine.

Negli anni seguenti questa sede distaccata della Stazione Zoologica ha giocato un ruolo di primissimo piano nella conservazione dei rettili marini, tanto da diventare, grazie ai risultati ottenuti, il  punto di riferimento per l’intero Mediterraneo e suscitare l’interesse delle Organizzazioni internazionali impegnate nella difesa di questi animali.

Anche in Italia, il Ministero dell’Ambiente del territorio e del mare, nella stesura delle “Linee guida dei Centri di soccorso per Tartarughe marine”, ha fatto tesoro delle esperienze maturate al Turtle point della SZN, facendole proprie.

Accanto ad una qualificata, ed ampiamente documentata, attività scientifica, il Turtle point ha svolto anche un significativo ruolo educativo, divulgativo e di formazione attraverso l’organizzazione di corsi, visite e stage rivolti ad un’ampia e variegata utenza, a partire dagli alunni delle scuole materne.

Non si contano gli studenti universitari che il Centro ha ospitato per l’elaborazione di tesi sperimentali, così come i ricercatori italiani e stranieri, molti dei quali inviati dall’UNEP (United Nations Environmental Program), ai quali sono state fornite le conoscenze di base necessarie per intraprendere nei loro Paesi attività simili.

Dal settembre 2013, cioè soltanto qualche mese dopo il mio congedo dalla SZN, il Turtle Point ha però inopinatamente sospeso le visite delle scolaresche e del pubblico e ha cominciato ad accogliere pochissime tartarughe. Ora è stato chiuso definitivamente.

Anche se la causa può essere fatta risalire alle tristi vicende della Bagnolifutura, che hanno condotto al sequestro giudiziario delle aree, la Stazione Zoologica non pare essersene rammaricata più di tanto. Tutte le attività rivolte alla cura e alla protezione delle tartarughe sono state notevolmente ridotte e, al momento, le poche tartarughe che arrivano (quelle di altre regioni sono rifiutate) sono tornate nel sottoscala umido della Stazione.

Resta, tuttavia, il miraggio dell’”Acquario tematico delle tartarughe marine”, un edificio di archeologia industriale presente nell’area ex Italsider, che la Bagnolifutura, sulla spinta del successo del piccolo Turtle point, aveva ristrutturato con fondi europei. L’obiettivo era quello di trasferire in quella  moderna struttura tutte le attività sulle tartarughe marine, dando al tempo stesso al pubblico, attraverso l’allestimento di grandi Acquari, la possibilità di godere degli ambienti marini che questi animali frequentano durante i loro spostamenti. Questo Centro, che considero quasi una mia creatura, per il forte contributo di idee e indicazioni date, a causa del fallimento della Bagnolifutura è ormai un sogno lontano. Ma forse un giorno si realizzerà e mi piacerebbe aiutarlo a muovere i primi passi.

Per fortuna non tutti dimenticano o rottamano ... anzi.

Anche se non lavoro più per la Stazione Zoologica alla quale ho dato i “migliori anni della mia vita” e non posso più seguire quanto accade alle tartarughe lungo le nostre coste, mi consolo dando utile collaborazione a diversi Paesi del Mediterraneo, per conto di  prestigiosi  Organismi internazionali (IUCN, RAC-SPA UNEP, etc) a ciò deputati.

Ma più di tutto mi confortano le richieste di collaborazione,  che continuo a ricevere da tutto il mondo ed i tanti attestati di stima e di affetto.

Ma, come si dice: Nemo propheta in Patria.

Quando sono scesa da quel  treno in corsa, sono caduta. A rialzarmi mi ha aiutato il ricordo di Pietro e Antonietta Dohrn, che prima di morire vennero a trovarmi al Turtle point di Bagnoli per incoraggiarmi a continuare il difficile cammino in nome della “loro” Stazione Zoologica.

*già Dirigente Area Funzionale Acquariologia della Stazione Zoologica Anton Dohrn

Ringraziamo la d.ssa Flegra Bentivegna per la sua straordinaria testimonianza. Noi del Foglietto possiamo dire di aver fatto un importante pezzo di strada assieme a lei, sostenendola nei momenti di grande difficoltà e condividendo la gioia per la realizzazione del Turtle point, la cui scomparsa ci rattrista non poco.

Spiace constatare che una grande risorsa scientifica, quale Flegra indubbiamente è, apprezzata e stimata nel mondo, venga considerata dalla Stazione Zoologica tamquam non esset.(Red.)

La replica della Responsabile del Centro di Recupero Tartarughe Marine

della Stazione Zoologica Anton Dohrn

Spett.le Redazione,

 

mi trovo costretta a replicare, unitamente a tutti i colleghi dell’Acquario di Napoli e collaboratori del centro recupero tartarughe marine, alle affermazioni della Dott.ssa Bentivegna, che conosciamo da lunga data e con la quale abbiamo lavorato alla Stazione Zoologia per molti anni fino al suo pensionamento avvenuto nel 2013.

 

Il centro di riabilitazione delle tartarughe marine non solo è ancora presente ed attivo, ma in progressiva espansione per una chiara volontà del nuovo Presidente di promuovere la terza missione e di divulgare il lavoro scientifico dei ricercatori dell’Ente. Dichiarare che la struttura è inattiva o praticamente chiusa è quindi privo di fondamento. La Stazione Zoologica tra maggio e giugno 2014, ha operato con successo il rilascio di ben 35 esemplari in Campania, Lazio e Puglia. Contrariamente a quanto scritto dalla Dr.ssa Bentivegna, la Stazione Zoologica ospita al suo interno oltre 50 tartarughe in riabilitazione provenienti da tutto il mezzogiorno. Ad oggi è di gran lunga il  più importante centro di recupero tartarughe del mezzogiorno.

 

Un doveroso chiarimento anche alle lamentele circa la locazione attuale della struttura: le tartarughe sono ospitate nel centro di recupero all’interno della sede storica dell’Ente in cui lavorava la Dr.ssa Bentivegna già nel 2000. Tale struttura è da sempre l’unica autorizzata all’ospedalizzazione di nuovi ospiti o dei casi più gravi. Il Turtle Point di Bagnoli è nato ed ha operato come supporto di questo centro, esclusivamente per la fase finale della riabilitazione e per le attività di sensibilizzazione in quanto, essendo aperto al pubblico, non era abilitato ad ospitare tartarughe malate o ferite. Duole constatare come, anche in questo caso, la cosa sia stata presentata in modo distorto. Ovviamente ci siamo rammaricati della chiusura del Turtle Point, ma cosa avremmo potuto fare dinanzi ad un atto dell’autorita´ giudiziaria e con quale coraggio avremmo potuto continuare a far entrare le persone in un’area sequestrata per mancata bonifica dei suoli?

 

Come avreste potuto facilmente verificare, se aveste voluto svolgere correttamente il ruolo di informazione pubblica, l´Ente ha recentemente rinnovato la propria autorizzazione in deroga ai divieti del DPR 357/97. La Stazione Zoologica è diventata e continua ad essere il punto di riferimento dell’amministrazione regionale per tutto ciò che concerne le tartarughe marine. La SZN ha anche in essere due importanti accordi con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno e la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’ Università Federico II di Napoli per la creazione di un polo di eccellenza per la cura e lo studio di questi animali.

 

Inoltre, la Stazione Zoologica Anton Dohrn è, per quanto a nostra conoscenza, il primo Ente di ricerca italiano a dotarsi di un Organismo per il Benessere Animale ai sensi del D.lgs 26/2014, con regolamento già approvato e con Consiglio di Esperti internazionale tra i quali spicca anche il Prof. Patri Vergara, presidente della FELASA (Federation of Laboratory Animal Science Associations).

 

L’Ente per il quale ci onoriamo di lavorare ha anche recentemente inaugurato una sezione dell’esposizione pubblica dedicata alle tartarughe marine che, in meno di due mesi, è stata visitata da circa 3000 visitatori, in stragrande maggioranza bambini.

 

La Dr.ssa Bentivegna sa bene che la struttura è viva ed attiva ed il riferimento alla situazione di Bagnoli è cosa ormai datata. Tuttavia, a nostro avviso, come reiteratamente ha fatto in passato, sbaglia nell’anteporre i propri interessi a quelli dell’Ente e della sua missione scientifica mostrando il poco rispetto per le persone e la professionalità con cui il lavoro viene svolto. Nella sua missiva la Dr.ssa non cita mai il gruppo di collaboratori, in larga parte ancora precari, che in tutti questi anni hanno devoluto tutte le loro energie al centro e sono stati il vero cuore  pulsante delle attività e della ricerca sulle tartarughe marine e di quelle relative all’Acquario di Napoli. Le stesse persone che oggi, pur tra mille difficoltà, lavorano con dedizione e passione per potenziare ulteriormente le attività della Stazione Zoologia in questo ambito.

 

Anche questo è ben noto alla Dr.ssa Bentivegna, ragione per cui la sua missiva ci ha veramente disorientato.

 

Per il futuro, un cosa fondamentale, ed incredibilmente sfuggita ad una redazione attenta come la vostra, è che nel Piano triennale 2014-2016 , l’Ente (quindi con dati ufficiali inviati al ministero vigilante) esprime per la prima volta con forza e chiarezza la volontà di trovare una nuova collocazione al centro di riabilitazione tartarughe marine (ex Turtle Point di Bagnoli), di potenziarne le dotazioni tecnologiche ed il ruolo nelle attivita di outreach.

 

Grazie al nuovo Presidente, il Prof. Danovaro, le tartarughe marine oggi vengono percepite come una incredibile risorsa e non un fardello come in passato quando la Dr.ssa Bentivegna era in forza alla struttura. Inoltre sono stati avviati contatti con l’amministrazione comunale ed altre realtà imprenditoriali locali per trovare una nuova collocazione al centro di recupero e fonti di finanziamento aggiuntive per supportarne le attività. Se saremo fortunati presto potremo condividere con Voi e con tutti gli italiani la gioia per la creazione di un nuovo polo di eccellenza per le tartarughe a Napoli.

 

La Dr.ssa Bentivegna ha accumulato una preziosa esperienza, potrebbe fornire un aiuto importante per la formazione di nuove generazione di esperti, e contribuire a sviluppare idee per il futuro della conservazione della biodiversità marina. Ma è tempo di lasciare spazio anche alle giovani generazioni, a patto di mettere da parte personalismi e sterili ed ingiustificate polemiche.

 

Invitiamo la redazione a verificare bene le notizie che ospita nel suo settimanale di informazione, prima di unirsi ai lamenti della Dr.ssa Bentivegna come in questo caso, altrimenti fa disinformazione.

 

Non è la prima volta che accade, da tempo siamo costretti a leggere notizie infondate,  tendenziose o nella migliore delle ipotesi, canzonatorie. Chiediamo più verità, serietà e rispetto per il lavoro, la professionalità e la dedizione dei ricercatori, tecnologi, tecnici e precari che operano all’interno della Stazione Zoologica Anton Dohrn per la tutela e lo studio delle tartarughe marine.

 

Sandra Hochscheid (Responsabile del Centro di Recupero Tartarughe Marine Stazione Zoologica Anton Dohrn), Mariapia Ciampa (Tecnico tempo indeterminato), Gianluca Treglia (Tecnico tempo indeterminato), Andrea Travaglini (Tecnico tempo determinato), Giovanni De Martino (Assegnista di Ricerca), Fulvio Maffucci (Assegnista di Ricerca)

La controreplica della d.ssa Flegra Bentivegna

Ho letto, con l’attenzione che meritava, la lettera della Dottoressa Hochscheid (ed altri), di replica alla mia pubblicata sul Foglietto n.28 del 29 luglio.

 

Mi corre  perciò l’obbligo di replicare a mia volta, ma solo su alcuni punti che contengono delle affermazioni non esatte,e talora addirittura irriguardose ed offensive.

 

- Nella mia lettera non ho mai parlato di “cessazione dell’attività” di salvaguardia delle tartarughe marine, ma di “ridimensionamento” della stessa dovuto da ultimo alla chiusura del Turtle point di Bagnoli.

 

- Quanto alla sottolineatura del rilascio, avvenuto quest’anno, di ben 35 tartarughe provenienti da diverse regioni del Sud Italia, è   noto, anche ai non addetti ai lavori, che la reintroduzione in natura è soltanto la lieta conclusione di una serie di attività (recupero, ricovero, cura, degenza e riabilitazione), che richiedono del tempo, talora anche qualche anno. Inoltre nella mia non è mai stato fatto alcun accenno al numero di tartarughe attualmente ospitate nel Centro della SZN, che comunque,anche se il termine usato non è piaciuto, rimane allo stato pur sempre un umido sottoscala.

 

- Che il Centro della SZN sia il più importante del Mezzogiorno è un dato indiscutibile, e non c’era bisogno di sottolinearlo. Va invece precisato che non Io è “diventato” oggi, ma lo è da diversi anni, grazie ad una lunga e paziente “tessitura” di rapporti esterni basati sulla credibilità e sulla fiducia.

 

- Il Turtle point operava certamente come struttura di riabilitazione e sensibilizzazione, ma pur sempre nell’ambito della autorizzazione rilasciata dal MATTM alla SZN, di cui il Centro di Bagnoli era parte integrante. Gli ex collaboratori dovrebbero, infatti, ricordare che nella richiesta di deroga al Ministero (che si fa da molti anni) erano chiaramente indicate anche le caratteristiche tecniche del Turtle point (numero vasche, sistema di circolazione, personale afferente, etc).

 

- Mi infastidisce molto l’affermazione secondo cui io avrei anteposto i miei interessi personali a quelli dell’Ente. Sarei curiosa di sapere quali.

 

- Non ho mai messo in discussione la capacità operativa delle persone che negli anni, con grande spirito di sacrificio, hanno contribuito alla crescita delle attività sulle tartarughe marine. D’altra parte non avrei potuto fare diversamente, dal momento che si tratta di quelle stesse persone che sono state scelte da me ed “allevate” …

 

- La mia “lamentela” (termine sgradevole più volte usato), come ben avrebbe dovuto capire chi afferma di conoscermi da anni per aver lavorato con me, si riferisce ad un travagliato passato nel quale nessuno dei firmatari era ancora sulla scena.

 

- Riguardo ai progetti futuri elencati dalla Dott.ssa Hochscheid, sostenuti dal Presidente Danovaro, non posso che compiacermi. E sarò la prima a rallegrarmene, soprattutto se a contribuire alla loro realizzazione saranno le “nuove generazioni”, sulle quali ho investito fin da quando erano giovani alle prime armi.

 

- L’accusa di “personalismi o sterili ed ingiustificate polemiche”  denota in chi la fa insicurezza o paura per il futuro. Lungi da me occupare oggi un ruolo di “nemico” o meglio di “avversario”. C’è ben altro da fare.

 

- Respingo con forza i toni polemici ed offensivi usati dalla Dott.ssa Hochscheid che,  tra l’altro, dato il contenuto della mia lettera, appaiono fuori luogo .

 

- Ritengo, invece, con la mia lettera di aver dato un input  affinché l’attività di conservazione sulle tartarughe marine, in senso lato, venga proseguita al meglio, ma senza dimenticare quanto è stato finora faticosamente costruito.

 

E, per favore, che quest’ultima frase non sia letta ancora una volta come “lamentela”.

 

P. S.

 

L’obbligo per tutti gli Enti di ricerca, che utilizzano animali per sperimentazioni scientifiche, di istituire un Organismo per il Benessere degli Animali scaturisce dal D.Lgs n.23 del 4 marzo 2014,  che ha recepito la direttiva del Parlamento e del Consiglio Europeo del 22 settembre 2010,n.2010/63/UE. Averlo previsto alla SZN, estendendone l’operatività alle tartarughe, è una ottima iniziativa.

 

Flegra Bentivegna

La controreplica della Redazione del Foglietto

Spiace rilevare che la lunga replica della d.ssa Hochscheid all’intervento della d.ssa Bentivegna si concluda con accuse al Foglietto di fare “disinformazione” … e di diffondere “notizie infondate,  tendenziose o nella migliore delle ipotesi, canzonatorie”.

 

Non avendo la dipendente della Stazione Zoologica citato un solo caso (dicasi: uno) a supporto dei suoi improvvidi rimproveri, gli stessi si appalesano del tutto pretestuosi e, come tali, finalizzati a denigrare l’organo di informazione del sindacato Usi-Ricerca. (Red.)

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