Il 23 novembre del 2003, a Forlì, nacque un cucciolo di cane, accolto da una numerosa famiglia che si chiamava Ingv, una speciale adozione collettiva.
Il suo primo nome fu Sisma, ma poi, per civiltà, e come si fa per i figli, le diedero il cognome di chi l’adottò. Non è buon costume esprimere l’età per le signore, ma Topazia alloggiò, tra stanze e corridoi dell’ente, per ben undici primavere, di cui le prime otto sul divano della presidenza.
Lo scodinzolare era manifestazione di gioia, rivolta a tutti coloro che si avvicinavano, cioè per la divinità dei suoi padroni, che proprio veri padroni non erano. Con sfrenata euforia inseguiva le pigne per mangiarne i pinoli e con obliosa felicità le palle da tennis. Paziente aspettava il pasto caldo della mensa.
Non era un cane normale, era un cane simpatico. Una crisi epilettica, uguale e identica a quelle umane, ha deciso di portarsela via e se ne è accorta anche lei.
Ti omaggiamo Topazia, con una colletta che vede la realizzazione di una piccola lapide sotto il tuo pino preferito, ove giacciono le tue ceneri.
A me che scrivo, cosa rimane? Chino lo sguardo su queste date e resto in posizione per qualche secondo e penso che la morte sia di chi rimane.
Riposa in pace