Oggi finalmente conosceremo di quanto sarà stato rivalutato il Pil per effetto del passaggio al nuovo sistema di conti nazionali SEC2010.
Non è la prima volta che il Pil è oggetto di una revisione straordinaria, né i numeri sono tali da poter ridisegnare lo scenario economico; tuttavia in questa occasione l’attesa si è fatta spasmodica, tanto da indurre l’Istat ad anticipare il rilascio delle stime, inizialmente previste per il 3 ottobre, anche per ottemperare al calendario europeo. Oggi, saranno quindi resi note le modalità di calcolo e i dati fino al 2011, mentre il 22 settembre sarà possibile conoscere l’intera serie fino al 2013.
In primo luogo, suscita perplessità di natura etica e curiosità di vario genere l’introduzione dell’economia illegale (droga, contrabbando, prostituzione), il cui impatto dovrebbe essere, però, abbastanza limitato. In Germania, infatti, dove i risultati sono già noti, il nuovo sistema di conti nazionali ha fatto aumentare mediamente il Pil del 3%, ma il 70% della rivalutazione è dovuta a modifiche concettuali, tra cui in particolare la riclassificazione degli investimenti in ricerca e sviluppo. Risultati simili si sono avuti in Francia (+3,2%), Regno Unito (+3,6%) e Paesi Bassi (+7,1% in media nel periodo 2007-2013).
In Italia, secondo le stime della Commissione europea, il Pil dovrebbe aumentare tra 1 e 2 per cento, proprio per la minor propensione a investire in ricerca e sviluppo. Ma oggi ne sapremo sicuramente di più.
A far crescere le aspettative ci ha pensato il Governo che, con un comunicato del 20 agosto, ha fatto sapere che “in considerazione del termine del 22 settembre prossimo indicato dall'ISTAT per la diffusione dei dati annuali sino al 2013 dei conti economici nazionali secondo il nuovo sistema europeo di calcolo SEC 2010, la Nota di Aggiornamento al DEF sarà disponibile per la discussione in Consiglio dei Ministri (non al Parlamento, ndr.) il primo ottobre 2014”.
In pratica, la Nota di aggiornamento al Def che, secondo la legge 196 del 2009, deve essere presentata in Parlamento entro il 20 settembre, quest’anno subirà uno slittamento.
Eppure, il calendario di rilascio fissato dall’Istat consente di rispettare i termini di legge. I nuovi dati fino al 2011 permettono di ricostruire, con una adeguata approssimazione, anche il Pil per il 2012 e 2013, nonché i relativi rapporti che interessano il disavanzo e il debito pubblico.
Con il rinvio al 1° ottobre sorge, invece, un’ulteriore complicazione. Entro il 30 settembre l’Istat, nell’ambito della procedura sui deficit eccessivi prevista dai regolamenti europei, deve comunicare alla Commissione i dati di finanza pubblica, comprese le stime governative per il 2014.
Quest’anno, per la prima volta, l’ammontare previsto del disavanzo e del debito pubblico, che dovrebbe rispecchiare le previsioni ufficiali più recenti, vale a dire i contenuti della Nota di aggiornamento al Def, al 30 settembre non sarà pubblicamente conosciuto.
In una fase in cui, nonostante le smentite del Governo, si rincorrono voci su una possibile manovra correttiva per il 2014 per rispettare il vincolo del 3% del disavanzo rispetto al Pil, questa mancanza di trasparenza non giova di certo a rasserenare il clima.
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