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Sabato, 06 Lug 2024

Continua a far discutere la vicenda relativa alla stipula da parte del Cnr di una polizza assicurativa quale beneficio assistenziale ai dipendenti.

Tale polizza, ad oggi ancora non sottoscritta dalle parti, dovrebbe sostituire l’attuale sistema di erogazione dei sussidi sanitari ai dipendenti che non abbiano provveduto a rinunciare espressamente a tale copertura assicurativa.

L’iniziativa assunta dall’Ente di piazzale Aldo Moro, ad oggi, non appare sostenuta dal favore del personale che ne dovrebbe beneficiare. Infatti, alla data del 5 settembre sono 1386 le rinunce formalmente inoltrate al Cnr da parte dei dipendenti non interessati all’iniziativa (fortemente voluta dai sindacati Uil, Cgil, Cisl e Anpri).

Alla già nutrita schiera dei rinunciatari, vanno ad aggiungersi, checché ne dicano gli strenui e sempre più agitati sostenitori della polizza, altri 2.200 dipendenti circa, che non avendo compilato e sottoscritto, siccome statuito dall’ente, il “modulo rilevazione dei dati” entro l’11 agosto scorso, in nessun caso potranno essere considerati “assicurati”, né per essi il Cnr potrà versare alcun premio alla compagnia. Se lo farà, non è difficile ipotizzare un grave danno all’erario, con tutte le conseguenze del caso.

Infatti, come si evince dalla lettura del detto “modulo”, in mancanza di compilazione e sottoscrizione dello stesso da parte del dipendente del Cnr, Unisalute SpA “non potrà dare esecuzione al contratto assicurativo”. In pratica, senza l’esplicito assenso del dipendente beneficiario, il Cnr non potrà, norme e contratto alla mano, assicurare coattivamente i propri dipendenti.

Salirebbero quindi a circa 3.600 i dipendenti non aventi alcun rapporto con la Compagnia di assicurazione e per i quali il fondo benefici assistenziali andrebbe erogato direttamente in busta paga.

La drastica riduzione del numero dei probabili sottoscrittori sembra non essere l’unico problema che il club dei sostenitori della polizza assicurativa si trova ad affrontare.

Ed infatti, nonostante la gara per l’individuazione della compagnia assicuratrice contraente sia stata aggiudicata ad Unisalute SpA, il Cnr starebbe valutando la possibilità di stipulare la polizza con l’Associazione V.I.S. Vita In Salute o, in subordine, sia con la Unisalute SpA che con la stessa V.I.S., al fine di conseguire non meglio specificati benefici fiscali.

Oltre a non essere chiari i benefici che deriverebbero ai dipendenti da tali operazioni, allo stato appare del tutto incomprensibile la possibilità di stipulare un contratto con un soggetto neanche partecipante alla procedure di evidenza pubblica per l’individuazione dei contraenti con la pubblica amministrazione.

Con tali possibili sviluppi operativi, l’erogazione dei benefici assistenziali assume connotazioni ancora più problematiche. In ogni caso le concrete modalità con cui il Cnr si appresta a stipulare una polizza assicurativa in favore dei propri dipendenti continua a contrastare palesemente con quanto inderogabilmente previsto dal contratto collettivo in materia di benefici assistenziali.

Infatti, come già riportato dal nostro settimanale, l’art. 52 del CCNL del 7 ottobre 1996 recita: "Le parti concordano sull'opportunità che gli Enti del Comparto istituiscano, anche in forma consorziata, un organismo a carattere nazionale con la finalità di assicurare ai dipendenti trattamenti complementari a quelli previsti nell'ambito delle assicurazioni sociali obbligatorie, mediante stipula di polizze sanitarie integrative delle prestazioni erogate dal Servizio Sanitario Nazionale nonché per la copertura del rischio di premorienza, definendo altresì le modalità per il controllo della gestione di detto organismo. Le parti convengono che gli Enti, previa contrattazione decentrata ai sensi dell'art. 26, di intesa tra loro, definiscano le quote dello stanziamento di cui all'art. 59 del decreto del Presidente della Repubblica n. 509 del 1979 e successive modifiche, da conferire al suddetto organismo per il perseguimento delle finalità ad esso attribuite, precisando che qualsiasi onere, anche di carattere contributivo e fiscale, graverà sulla quota di predetto stanziamento".

Il 17 luglio scorso, in merito alla stessa vicenda, un gruppo di senatori del Movimento Cinque Stelle (primo firmatario Nicola Morra), ha presentato una interrogazione (n. 4-02507) al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, cui spetta la vigilanza sul Cnr, chiedendo “se il Ministro in indirizzo ritenga che il Contratto integrativo stralcio su "Attività socio-assistenziali-Polizza sanitaria" promosso dal Cnr e sottoscritto il 16 novembre 2010, la procedura negoziata per l'affidamento del servizio assicurativo di assistenza sanitaria in favore del personale dipendente (CIG 52412700D5) e l'intesa attuativa del Contratto integrativo stralcio su "Attività socio-assistenziali-Polizza sanitaria" siano legittimi, considerando che a parere degli interroganti appaiono in totale violazione dell'articolo 52 del CCNL, sottoscritto dal Governo per il tramite dell'ARAN in data 7 ottobre 1996; quali iniziative di competenza intenda intraprendere, qualora le azioni e gli atti evidenziati siano ritenuti non legittimi, anche in relazione alle rilevanti somme impegnate per la stipula della polizza sanitaria”.

Sul punto, da ultimo, il 3 settembre scorso il direttore generale del Cnr ha inoltrato ad Usi-Ricerca una singolare nota, nella quale non fornisce alcuna risposta ai numerosi quesiti posti dallo stesso sindacato con l’atto di diffida notificato il 17 giugno 2014, limitandosi ad affermare che l’ente avrebbe ottenuto le autorizzazioni da parte degli organi di controllo, come se le disposizioni contrattuali sopra richiamate potessero essere modificate dagli stessi organi di controllo!

Un pasticcio in grande stile, dunque, che vede il Cnr in prima fila in una operazione dai contorni tutt’altro che trasparenti, che certamente riserverà nuovi colpi di scena.

 

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