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Sabato, 06 Lug 2024

La notizia è a dir poco allarmante ed è rilevabile a pag. 601 e segg. del corposo Conto consuntivo 2013 del Cnr, pubblicato sul sito dell’ente lo scorso 4 agosto, che Il Foglietto, con molta pazienza, sta sfogliando da qualche settimana.

Ci riferiamo ai dati relativi ai risultati scientifici, per il triennio 2011-2013, “declinati secondo le nuove macroaree dipartimentali, per le principali tipologie di prodotto della ricerca”.

In pratica, si tratta della somma dei “contributi in rivista”, “contributi in volume”, “contributi in atti di convegno”, “libri”, “curatele”, “brevetti” e di “altra tipologia”, ascrivibili all’attività svolta presso ciascuno dei sette dipartimenti in cui si articola l’ente di ricerca di piazzale Aldo Moro.

Ebbene, dai risultati riguardanti l’ultima annualità presa in considerazione, il 2013, emerge, salvo qualche eccezione, un vero e proprio crollo, rispetto alle due annualità precedenti, della produzione scientifica dell’ente presieduto da Luigi Nicolais.

Il Dipartimento scienze del sistema terra e tecnologie per l’ambiente nel 2013, infatti, ha totalizzato 653 “contributi in rivista” (812 nel 2012 e 853 nel 2011); 70 “contributi in volume” (91 nel 2012 e 143 nel 2011); 356 “contributi in atti di convegno” (494 nel 2012 e 687 nel 2011); 4 “libri” (zero nel 2012 e 16 nel 2011); 6 “curatele” (13 nel 2012 e 26 nel 2011); zero “brevetti” (1 nel 2012 e 3 nel 2011); 66 lavori ascrivibili a “altra tipologia” (121 nel 2012 e 284 nel 2011).

Per il Dipartimento scienze bio-agroalimentari, i “contributi in rivista” sono stati 448 (531 nel 2012 e 583 nel 2011); 54 i “contributi in volume” (58 nel 2012 e 88 nel 2011); 370 i “contributi in atti di convegno” (450 nel 2012 e 555 nel 2011); 5 i “libri” (7 nel 2012 e 11 nel 2011); 5 le “curatele” (6 nel 2012 e 22 nel 2011); 6 i “brevetti” (3 nel 2013 e 3 nel 2011); 69 i lavori ascrivibili a “altra tipologia” (96 nel 2012 e 113 nel 2011).

Il Dipartimento scienze biomediche nel 2013 ha fatto registrare 720 “contributi in rivista” (1009 nel 2012 e 797 nel 2011); 17 “contributi in volume” (21 nel 2012 e 30 nel 2011); 84 “contributi in atti di convegno” (181 nel 2012 e 181 nel 2011); zero “libri” (7 nel 2012 e 2 nel 2011); zero “curatele” (2 nel 2012 e 1 nel 2011); 1 “brevetto” (7 nel 2012 e 4 nel 2011); 2 lavori ascrivibili a “altra tipologia” (11 nel 2012 e 9 nel 2011).

Per il Dipartimento scienze chimiche e tecnologie dei materiali, i “contributi in rivista” sono stati 616 (781 nel 2012 e 976 nel 2011); 28 i “contributi in volume” (42 nel 2012 e 81 nel 2011); 142 i “contributi in atti di convegno” (305 nel 2012 e 423 nel 2011); 4 i “libri” (3 nel 2012 e 11 nel 2011); una sola “curatela” (9 nel 2012 e 9 nel 2011); 9 i “brevetti” (17 nel 2013 e 27 nel 2011); 28 i lavori ascrivibili a “altra tipologia” (46 nel 2012 e 75 nel 2011).

Per il Dipartimento scienze fisiche e tecnologie della materia, 1090 “contributi in rivista” (1539 nel 2012 e 1549 nel 2011); 23 “contributi in volume” (54 nel 2012 e 41 nel 2011); 169 “contributi in atti di convegno” (372 nel 2012 e 620 nel 2011); 3 “libri” (1 nel 2012 e 2 nel 2011); 14 “curatele” (13 nel 2012 e 14 nel 2011); 1 “brevetto” (7 nel 2012 e 6 nel 2011); 15 lavori ascrivibili a “altra tipologia” (65 nel 2012 e 160 nel 2011).

Per il Dipartimento ingegneria, ICT e tecnologie per l’energia e i trasporti, 598 “contributi in rivista” (668 nel 2012 e 914 nel 2011); 107 “contributi in volume” (73 nel 2012 e 109 nel 2011); 567 “contributi in atti di convegno” (778 nel 2012 e 1032 nel 2011); 13 “libri” (11 nel 2012 e 14 nel 2011); 25 “curatele” (27 nel 2012 e 21 nel 2011); 3 “brevetto” (10 nel 2012 e 3 nel 2011); 391 lavori ascrivibili a “altra tipologia” (547 nel 2012 e 824 nel 2011).

Per il Dipartimento scienze umane e sociali, patrimonio culturale, infine, i “contributi in rivista” sono stati 156 (668 nel 2012 e 914 nel 2011); 177 i “contributi in volume” (73 nel 2012 e 109 nel 2011); 157 i “contributi in atti di convegno” (778 nel 2012 e 1032 nel 2011); 11 i “libri” (11 nel 2012 e 14 nel 2011); 19 le “curatele” (27 nel 2012 e 21 nel 2011); un solo “brevetto” (10 nel 2013 e 3 nel 2011); 38 i lavori ascrivibili a “altra tipologia” (547 nel 2012 e 824 nel 2011).

Di fronte a questi dati, abbiamo cercato, senza successo, delle spiegazioni nella Relazione di accompagnamento al Conto consuntivo, dove invece viene precisato che “per quanto riguarda il 2012 e il 2013, i dati non sono ancora stabili poiché il caricamento degli stessi sulle piattaforme CNR da parte dei ricercatori è ancora in corso, oltre al fisiologico ritardo di consolidamento dei prodotti”.

Non sappiamo se e di quanto l’asserito disservizio potrà spostare i risultati riportati nel documento contabile. Forse, non di molto.

E’ opinione diffusa, comunque, che la realtà sia proprio quella rappresentata dai dati sopra riportati, dai quali emerge inequivocabilmente una drastica riduzione dei risultati scientifici del più grosso ente di ricerca del paese.

Quali le cause?

Forse la burocrazia sempre più pervasiva che, col passare del tempo, sembra appesantire ancor di più un Ente già di per sé pachidermico. Così come una sistema di governance della ricerca, che con un esercito tra direzioni di dipartimento e direttori di istituto incide sul bilancio del Cnr per circa 15 milioni di euro, contro i 2 milioni di qualche anno fa, a fronte di risorse per attività di ricerca quasi nulle. Ed ancora, la mancanza di qualsiasi meccanismo incentivante per chi riesce, con la sola forza delle idee, ad attrarre risorse esterne con progetti di ricerca ed attività di servizio, mentre la governance dell'Ente promuove singolari iniziative quali la ritenuta sui progetti di ricerca per finanziare la macchina burocratica ed incredibili pratiche interne, che rendono tali iniziative quasi eroiche.

Ma altra causa o, quantomeno, concausa della incredibile débâcle sembra essere il diffuso stato di prostrazione in cui versa la comunità scientifica del Cnr che, oltre a subire  – al pari di tutto il pubblico impiego - il blocco delle retribuzioni, patisce anche quello delle progressioni di carriera. E ciò a causa di una inaccettabile politica dell’amministrazione, che da tempo si è infilata in un vicolo cieco giudiziario, dando vita un contenzioso con un gruppo di ricercatori.

La conseguenza è che a subire danni è la generalità dei ricercatori, che dal 2010 attende l’espletamento di due concorsi interni (per 1° ricercatore e per dirigente di ricerca), per circa 200 posti.

Ma tutto ciò non sembra togliere il sonno ai vertici del Cnr, da mesi impegnato in esercizi di alchimie giuridiche, volti alla stipula di improbabili polizze sanitarie e alla stesura di un altrettanto cervellotico regolamento di organizzazione e funzionamento dell’ente.

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