E’ guerra aperta tra Federcaccia di Teramo e Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra). A scatenarla, stando ai resoconti di alcuni quotidiani abruzzesi [1, 2], sarebbe stato l’intervento, via telefono, di una funzionaria dell’ente di ricerca nel corso di una riunione tenutasi di recente presso la sala conferenze della Camera di Commercio di Teramo, organizzata da una associazione di agricoltori, per accelerare «gli interventi di contenimento dei cinghiali in soprannumero, per ridurre drasticamente il danno di questa specie selvatica alle colture agricole».
La rappresentante dell’Ispra, secondo quanto dichiarato alla stampa dall’associazione venatoria, «invece di affrontare l’argomento della riunione e soprattutto dare spiegazioni del perché l’Ispra ha ritardato, nonostante i molteplici solleciti della Provincia, i pareri dovuti», si sarebbe «avventurata in una valutazione di validità del corso di formazione per Selecontrollori organizzato dalla Federcaccia di Teramo nei mesi scorsi», eccependo la mancanza di parere positivo da parte dello stesso Ispra, con la conseguente non validità dei medesimi corsi.
L’aver messo in discussione la regolarità del titolo acquisito dai neo Selecontrollori (che sono coadiutori delgli Agenti Venatori provinciali in tutti gli interventi di controllo - principalmente numerico - di quelle specie animali, come i cinghiali, che vengono dette invadenti) ha mandato su tutte le furie Federcaccia, che ha minacciato addirittura di adire le vie legali, con richiesta di risarcimento danni, e di inviare un esposto al Prefetto «perché sia messo al corrente del modo di operare dell’Ispra».