Il 29 ottobre scorso, la Corte dei Conti ha depositato la propria Relazione sulla gestione 2011-2012 dell’Enea.
I dati contabili, in particolare quelli relativi al 2012, appaiono tutt’altro che entusiasmanti se è vero, come è, che evidenziano nel 2012 un disavanzo finanziario pari ad euro 14.224.654 rispetto ad un avanzo finanziario di euro 7.793.290 registrato nel 2011.
Il risultato di amministrazione, incluse le partite di giro e le contabilità speciali, presenta un saldo di euro 95.973.317 in flessione rispetto a quello del 2011 (-10,66%).
Il conto economico 2012 ha chiuso con un risultato d’esercizio negativo pari a 17.666.187 euro a fronte di un avanzo di 3.213.987 euro del 2011.
Il netto patrimoniale del 2012, pari ad euro 815.837.087, si è ridotto rispetto al 2011 di euro 17.666.187 (-1,25%), per effetto del risultato negativo del conto economico.
Quanto ai risultati dell’attività commerciale svolta dall’Enea, la Corte dei conti sottolinea che per l’anno 2011 la perdita è stata pari a euro 216.634,78, mentre per il 2012 è lievitata a euro 1.102.386,15.
L’elevata entità dei residui attivi (278.936.438 euro) e passivi (187.918.856 euro), che l'Agenzia non riesce a smaltire e che nel 2013 sono addirittura aumentati, sembra preoccupare la Corte dei Conti, al pari della “infinita” gestione commissariale dell’Agenzia stessa, causata dalla mancata emanazione del decreto interministeriale previsto dall’art. 37 della legge n. 99/2009, vicenda della quale si è occupato Il Foglietto con un articolo del 9 giugno 2014.
Solo per inciso vogliamo ricordare che, il 6 agosto scorso, il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, in sintonia con i suoi predecessori, lungi dal porre fine alla gestione monocratica dell’Agenzia, ha sostituito il commissario di lungo corso, Giovanni Lelli, con un nuovo commissario: Federico Testa.