A distanza di sette anni, il Cnr ha deciso di valutare nuovamente i suoi 105(?) istituti disseminati su tutto il territorio nazionale, al fine di razionalizzare la rete scientifica, identificare nuove aree di investimento o potenziare aree esistenti, meglio definire le strategie dell’ente.
La prima e ultima volta era accaduto tra marzo 2009 e gennaio 2010, con riferimento al 2007, e nella riunione del 14 aprile 2010, il cda aveva comunicato, con soddisfazione, i risultati dei Panel di valutazione, dai quali emergeva che 57 istituti avevano conseguito un punteggio al di sopra o uguale alla media e che 24 erano andati decisamente più in alto, risultando realtà eccellenti.
Ora si dovrà vedere cosa è accaduto non quest'anno o lo scorso anno, ma nel quinquennio 2008-2012 e per farlo l’ente presieduto da Luigi Nicolais ha già messo in moto la macchina organizzativa: un Panel di valutazione per ognuno dei sette dipartimenti, in base alle proposte avanzate dal Consiglio scientifico, i cui expert verranno nominati dal cda già fissato per giovedì prossimo.
I costi complessivi previsti ammontano a un milione di euro tondo, tondo, di cui 550 mila euro, per compensi e rimborso di missioni ai valutatori e 450 per il gruppo di supporto.
Mentre solo presunti sono i costi dell'operazione, probabilmente soggetti ad incrementi considerando la precedente analoga esperienza, risulta poco chiara l'utilità di effettuare la valutazione dell'ente per un periodo storico così lontano.
Non sembra che tale valutazione, la quale verosimilmente non sarà ultimata prima del 2015, potrà in qualche modo incidere sulla complessiva architettura della rete di ricerca del Cnr, anche in considerazione del fatto che il processo di riorganizzazione è terminato e che sono stati conferiti quasi tutti gli incarichi di direzione per i prossimi quattro anni.
Infatti, sono in dirittura d'arrivo le poche procedure concorsuali ancora aperte per l'attribuzione delle ultime poltrone libere di direttore d'Istituto, mentre risultano tutti conferiti, da tempo, gli incarichi per i direttori di dipartimento.
Eppure un serio processo si valutazione teso ad evidenziare eventuali criticità attuali (e non datate), sarebbe molto utile per aiutare ad identificare eventuali nuove aree d'investimento e definire eventuali piani di razionalizzazione di istituti e dipartimenti.
Inoltre, l'operazione avrebbe potuto aiutare anche nella definizione più razionale del regolamento di organizzazione e funzionamento dell'ente.
Certamente sarebbe stato interessante valutare anche l'anno 2013 e quello che sta per finire, in questo modo, magari, la lente d'ingrandimento dei Panel avrebbe potuto dare delle risposte sul perché del crollo della produzione scientifica, registrato nel primo biennio di presidenza di Luigi Nicolais.
Peccato che, ancora una volta, queste opportunità non siano state colte.
A questo punto, si spera che qualche utilità la valutazione la determini, magari evidenziando scelte errate, effettuate dai direttori di istituti di ricerca nel periodo 2008-2012, che abbiano determinato un decremento sostanziale delle attività scientifiche. Per quei direttori-manager ancora in servizio (circa il 70%), sarebbe auspicabile la risoluzione del contratto.