Più di 11 anni non sono stati sufficienti al Consiglio nazionale delle ricerche, all’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) e agli organi di vigilanza per stabilire se gli immobili, di proprietà del Cnr, che ospitavano (e continuano a ospitare) il personale degli Istituti di radioastronomia, astrofisica spaziale e di fisica dello spazio interplanetario, passati, per effetto dell’art. 23, comma 5, del decreto legislativo n. 127 del 2003, dallo stesso Cnr all’Inaf, debbano essere ceduti, con rogito notarile, a quest’ultimo a titolo oneroso o gratuito.
Si tratta di un dilemma ultradecennale, tuttora irrisolto, che avrebbe fatto impallidire anche l’Amleto del grande di William Shakespeare.
In realtà, il dubbio sembrerebbe di facile soluzione, ma evidentemente non per le parti in causa che, tanto periodicamente quanto inutilmente, sollevano la questione, salvo poi accantonarla.
Infatti, come è stato eccepito di recente anche dal Collegio dei revisori dei conti dell’ente di piazzale Aldo Moro, perché possa esserci una cessione gratuita di immobili da parte della pubblica amministrazione, è necessario che sia esplicitamente previsto da una legge speciale oppure che venga autorizzata con un provvedimento legislativo.
A stabilirlo è addirittura un Regio decreto (n. 2440, art. 21), che risale al 1923 (!) ma che è tuttora in vigore.
Dunque, stando così le cose, e in assenza sia di una legge speciale che di un provvedimento legislativo di autorizzazione, la cessione degli immobili sarebbe dovuta avvenire o dovrebbe avvenire solo a titolo oneroso, ma così non è stato e, forse, non lo sarà mai, perché a rendere la vicenda ancor più ingarbugliata ci ha pensato il Miur che, interpellato di recente dal Cnr, ha dato il suo benestare a che gli immobili medesimi, per ora, vengano ceduti all’Inaf con un contratto di comodato senza alcun onere, in vista di un successivo trasferimento a titolo gratuito, in quanto – ad avviso dello stesso Miur – il trasferimento degli immobili (a titolo gratuito) sarebbe stato disposto dall’art. 22, comma 2, del d.lgs. 138 del 2003.
Peccato, però, che tale disposizione faccia esclusivamente riferimento al trasferimento dal Cnr all’Inaf degli istituti e del personale, senza alcuna autorizzazione alla cessione gratuita degli immobili, che appare condicio sine qua non.