Il 22 dicembre scorso, pochi giorni prima che il Cra chiudesse definitivamente i battenti, per essere accorpato all’Inea e dare vita a un nuovo ente, affidato dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali (Mipaaf) alla gestione di un commissario, nella persona di Salvatore Parlato, il direttore generale facente funzioni dell’ente di via Nazionale, Ida Marandola, ha inviato alle organizzazioni sindacali uno sconcertante messaggio, che di seguito si riporta.
“Com’è noto, da una verifica effettuata da questa Amministrazione è emerso sulle posizioni stipendiali di circa 45 dipendenti, appartenenti ai profili professionali di ricercatore e tecnologo, un errore in ordine alla corresponsione, nel periodo 2011-2014, di un trattamento economico maggiore rispetto all’importo di diritto.
Questa Amministrazione, al fine di ottenere una tempestiva sistemazione della posizione stipendiale dei dipendenti in questione, ha immediatamente segnalato quanto sopra alle competenti Ragionerie Territoriali dello Stato, che stanno provvedendo alla sistemazione delle posizioni e al recupero di quanto percepito in eccesso, concordando direttamente con i dipendenti la rateizzazione del debito.
In sede di verifica alcune Ragionerie Territoriali, per le vie brevi, hanno comunicato che l’erronea attribuzione di un trattamento economico maggiore corrispondente al passaggio di fascia (che come è noto dal 2011 ha valenza esclusivamente giuridica) è avvenuto a seguito di un automatismo del software.
Conseguentemente questa Amministrazione, anche al fine di tutelare la posizione dei dipendenti interessati, ha tempestivamente rappresentato al MEF - Dipartimento dell’Amministrazione Generale, del personale e dei servizi - Direzioni sistemi informativi e dell’innovazione quanto accaduto, chiedendo chiarimenti in merito e sottolineando in particolare il notevole disagio che ne è conseguito per i suddetti dipendenti.
A fronte di ciò, come già accennato sopra, le Ragionerie territoriali stanno provvedendo a comunicare agli interessati l’importo del debito ed il piano di rientro che, da quanto risulta a questa Amministrazione, in alcuni casi prevede anche rateizzazioni fino a 5 anni con la possibilità di concordare con gli interessati un piano di rientro più favorevole”.
Sono in tanti a chiedersi come il Cra abbia potuto commettere un simile errore, che ha raggelato 45 dipendenti tra ricercatori e tecnologi, dal momento che il tentativo di addossare la responsabilità a un non meglio specificato “automatismo del software” appare giustificazione degna di miglior causa.
La replica del CRA
Gentile Direttore, leggo con disappunto, nell’articolo “Il Cra chiude la sua storia con un clamoroso errore, che ha raggelato 45 dipendenti”, pubblicato sul “Foglietto” del 13 gennaio u.s. a firma di Redazione, che il CRA avrebbe commesso un clamoroso errore nella corresponsione degli emolumenti ad alcuni ricercatori e tecnologi.
Dopo aver riportato il virgolettato della nota inviata dal Direttore Generale f.f. alle OO.SS., in merito all’erronea corresponsione di somme non dovute a 45 ricercatori nel periodo 2010-2014, l’articolo, nel titolo e nella chiusura, attribuisce alla gestione dell’Ente responsabilità altrui, come ampiamente argomentato proprio nella nota citata.
Come largamente noto ai sindacati, l’Ente infatti non gestisce la corresponsione degli emolumenti al personale, che è demandata alle Ragionerie Territoriali del Ministero dell’Economia e delle Finanze, cui il CRA si è dovuto rivolgere per segnalare il grave disservizio subito ricevendo, come possibile spiegazione a quanto accaduto, un’errata impostazione del loro software.
E’ bene evidenziare che l’Ente già nel mese di novembre, a seguito di un’attenta ricognizione dei cedolini di tutto il personale Ricercatore e Tecnologo, aveva inviato una nota al MEF in cui, manifestando il forte disappunto per il “notevole disagio che quanto su precisato ha determinato per questa Amministrazione nonché per i dipendenti interessati”, segnalava l’incomprensibilità dell’accaduto anche alla luce dei messaggi 45/2011 e 54/2011 con cui il MEF aveva provveduto a inibire le progressioni economiche impostate localmente dagli uffici responsabili del trattamento economico.
L’Ente, quindi, in questa vicenda risulta parte lesa e non già responsabile, così come i 45 dipendenti che si trovano purtroppo oggi a dover affrontare anche lunghe rateizzazioni perché le Ragionerie possano recuperare quanto versato in più.
Si tratta pertanto di un’illazione priva di ogni fondamento, che il CRA abbia commesso alcun errore in questa vicenda di cui si chiede smentita a norma di legge.
Ida Marandola – Direttore Generale f.f. del CRA
La cntroreplica della Redazione
La nota del direttore generale f.f. del CRA conferma l’errata corresponsione degli emolumenti a 45 dipendenti dello stesso CRA. Prendiamo atto che il clamoroso errore è colpa del Mef. Non ci spieghiamo, tuttavia, ancora oggi, come mai, essendo i miglioramenti illegittimi decorsi addirittura dal 2011, il CRA abbia provveduto a “un’attenta ricognizione dei cedolini” solo alla fine del 2014. In ogni caso, confermiamo l’opinione espressa nell’articolo circa il carattere tutt’altro che commendevole della descritta vicenda.