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Giovedì, 10 Lug 2025

di Biancamaria Gentili

L’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione (Invalsi) è un piccolo ente di ricerca, vigilato dal ministero dell’Istruzione, e ha il suo quartier generale a Frascati, in via Borromini, nella stupenda Villa Falconieri.

All’inizio del 2006, al vertici dell’ente figuravano Giacomo Maria Elias, come presidente, e Emanuele Garozzo, nella veste di direttore generale. Entrambi, al momento dell’avvento alla guida del ministero vigilante di Beppe Fioroni (Pd), subentrato a Letizia Moratti (Pdl) a maggio 2006, erano impegnati nella stesura di un bando di gara europea per l’affidamento della fornitura dei sistemi di valutazione scolastica e dell’apprendimento degli alunni, per l’anno scolastico 2006-2007.

Tale gara si era resa necessaria a seguito della emanazione di apposita circolare, datata 13 marzo 2006, da parte di Letizia Moratti.

Un provvedimento tutt’altro che condiviso dal suo successore Fioroni il quale, appena messo piede a viale Trastevere (sede storica del ministero dell’Istruzione) si affrettò a mandare un messaggio al presidente dell’Invalsi “invitando formalmente l’ente a prendersi una significativa pausa di riflessione nelle attività di affidamento che volevano instaurarsi mediante la citata gara europea”, in attesa della emanazione di una circolare sostitutiva di quella già inviata dalla Moratti.

Nonostante l’invito a soprassedere alla gara, i vertici dell’Invalsi non solo la espletarono regolarmente ma sottoscrissero, il 1° agosto, anche il relativo contratto, per 2,8 mln di euro, con Postel spa, risultata aggiudicataria dell’appalto.

Di lì a poco, però, esattamente il 25 agosto, a Villa Falconieri veniva recapitata la nuovo circolare in base alla quale modalità e criteri di valutazione scolastica mutavano radicalmente, così rendendo inutile l’appalto testé affidato.

Accadeva così che l’Invalsi e Postel affidavano la questione a un collegio arbitrale che “in considerazione dell'avvio delle attività e delle spese per materiali e macchinari sostenute, stabiliva che, con la risoluzione del contratto, l'ente Invalsi avrebbe dovuto corrispondere alla società una somma pari a  1.276.948,45 euro, oltre Iva”. Cosa che l’ente faceva.

La Corte dei conti, investita della questione, nel condannare Elias e Garozzo a risarcire l’ente per quasi un milione di euro, comprensivo di interessi, ha riconosciuto il comportamento dei due affetto da colpa grave, per non aver tempestivamente, dapprima sospeso, e poi revocato il bando di gara.

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