Il 10 febbraio scorso, Legambiente ha presentato a Caserta un dossier titolato Terra dei fuochi, a che punto siamo?
Nella sintesi diffusa dall’associazione ambientalista, si legge che gli unici dati presentati dai ministeri delle Politiche agricole e forestali, dell’Ambiente e della Salute sullo stato di contaminazione nei 57 Comuni perimetrati (diventati nei mesi successivi 88) risalgono alla conferenza stampa dell’11 marzo 2014.
I risultati delle indagini dirette sui terreni di 51 siti definiti “prioritari e maggiormente a rischio” in 7 Comuni non sono ancora stati resi noti, anche se i lavori sul campo sono stati conclusi e la pubblicazione dei risultati doveva essere fatta entro il 9 giugno 2014. In questi 57 Comuni ci sono ancora 1.335 siti potenzialmente inquinati su cui non sono state fatte ancora analisi dirette.
Anche le bonifiche rimangono una chimera: nella maggior parte dei casi tali operazioni non sono neanche iniziate.
Fino ad oggi non sono state previste neanche le attività di risanamento delle falde fortemente contaminate nelle zone agricole, presenti in aree potenzialmente inquinate e vicine ad impianti di smaltimento rifiuti, non sono state attivate procedure di analisi e caratterizzazione.
Inoltre, non è stata eseguita alcuna attività nei 31 comuni che nel giugno 2014 sono stati aggiunti ai precedenti 57.
Legambiente conclude chiedendo uno sforzo straordinario - che fino ad oggi non c’è stato - a garanzia della salute di chi abita in quelle zone e per dare certezza a cittadini e produttori.
La versione integrale del dossier