Giornale on-line fondato nel 2004

Lunedì, 06 Mag 2024

E' dimostrato che un'azienda in attivo è quella molto attenta a tutte le possibili evoluzioni tecnologiche. La curiosità è l'ingrediente di una ricetta che punta verso l’innovazione. Quindi individuare delle partnership scientifiche e tecnologiche che complementano le proprie e riescono a far maturare l’idea di business in tutte le sue componenti tecniche, organizzative, finanziarie, manageriali è la carta vincente.

Far riferimento ai grandi centri di ricerca mondiali  e alle università che hanno un tracking record di qualità e serietà delle ricerche effettuate è una garanzia di un possibile successo. Ed è una buona regola avere tenacia nell’affrontare le lunghe negoziazioni per la firma di un contratto, realizzando un business plan basato su un’analisi accurata del mercato e della concorrenza.

Questa premessa è ancor più valida per tutte quelle tecnologie che oggi vengono definite "green".

Esiste in Italia, ma in via sperimentale, un nuovo tipo di batteria che accumula energia elettrica e che si basa su composti organici naturali biodegradabili.  Si tratta di chinoni, molecole organiche derivate dalle piante, particolarmente concentrate ad esempio nel rabarbaro, ma molto diffuse in tutto il regno vegetale. Sono anche dei sottoprodotti della raffinazione del petrolio, che le compagnie petrolifere normalmente buttano via.

Oggi, invece, le batterie che sono sul mercato, sono oggetti complessi, inquinanti, di difficile smaltimento. Si usano materiali rari e costosi come il litio o il vanadio e c’è sempre una forte presenza di acidi altamente tossici e nocivi.

Lo smaltimento delle batterie è uno dei grossi problemi che la nostra società deve affrontare per cercare di avere maggior rispetto dell’ambiente.  Se da una parte le fonti di energia rinnovabili sono una grande e pulita risorsa che consente di non inquinare l’ambiente, se non si trova un meccanismo di accumulo a basso costo e che usa materiali rispettosi dell’ambiente, il vantaggio di aver prodotto energia pulita si perde rapidamente.

L'iniziativa della nuova batteria 100% verde è partita grazie ad una nuova società tutta italiana, la "Green Energy Storage", che ha generato una collaborazione con il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Chimiche dell’Università di Roma Tor Vergata e i ricercatori dell'Università di Harvard.

In questa fase sperimentale, la batteria prototipo produce solo qualche Watt di potenza e per averne una utilizzabile a livello industriale è necessario uno scale-up ancora da approfondire, ma in sviluppo.

Se si riuscirà a fare un gran business, si farà anche un gran favore all’ambiente e al nostro pianeta in generale.  Incrociamo le dita!

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

empty alt

"La pace è l'unica strada", l'altro ebraismo di David Grossman

Ho appena finito di leggere un libretto dello scrittore israeliano David Grossman. Una raccolta di...
empty alt

Nullo licenziamento lavoratore con patologia oncologica che supera periodo comporto

Con sentenza n. 11731/2024, pubblicata il 2 maggio scorso, la Corte di cassazione ha rigettato il...
empty alt

Premio “Ellen Richards”, la prima borsa di studio per giovani ricercatrici

L’“Ellen Richards Awards” è stato uno dei primi e più prestigiosi riconoscimenti per le...
empty alt

“Una spiegazione per tutto”, film della settimana proposto dal Foglietto

Una spiegazione per tutto, regia di Gábor Reisz, con Adonyi-Walsh Gáspár (Ábel), István...
empty alt

Cellule artificiali per individuare e combattere i tumori

Contrastare il cancro attraverso cellule artificiali in grado di individuare la patologia e di...
empty alt

Spoltore, antica Fonte Barco prima restaurata e poi abbandonata al degrado

Scrivo contro il restauro dell'antica Fonte Barco a Spoltore, comune a poco meno di 8 km. da...

Ti piace l'informazione del Foglietto?

Se ti piace quello che leggi, puoi aiutarci a continuare il nostro lavoro sostenendoci con quanto pensi valga l'informazione che hai ricevuto. Anche il costo di un caffè!

SOSTIENICI
Back To Top