La melioidosi è una grave malattia causata dal patogeno batterico Burkholderia pseudomallei, endemica nelle regioni tropicali e subtropicali del mondo. Si manifesta in diverse forme cliniche, quali setticemia e insufficienza d'organo, con altissimi tassi di mortalità, a causa della mancanza di test diagnostici adeguati, di trattamenti antibiotici inefficienti, e ricadute. La prevenzione, sotto forma di vaccino, è la soluzione migliore.
Un lavoro condotto in collaborazione tra il Dipartimento di Bioscienze della Statale di Milano e l’Università di Exeter (UK) ha portato alla formulazione di un prototipo di vaccino contro tale malattia.
La rivista internazionale Vaccine, nei giorni scorsi ha pubblicato i risultati del lavoro svolto dal gruppo del prof. Richard Titball, presso l'Università di Exeter (Regno Unito), in collaborazione con altri laboratori inglesi e con il prof. Martino Bolognesi e la d.ssa. Louise Gourlay dell'unità di biologia strutturale presso il Dipartimento di Bioscienze dell'Università Statale di Milano.
Il vaccino è costituito da diverse proteine: alcune innescano la produzione di anticorpi, altre stimolano la risposta immunitaria innata, fornendo così una maggiore protezione contro l'infezione cronica. Alla luce dei risultati riportati nelle prove in modelli animali, si ritiene che gli studi clinici sull’uomo potranno iniziare in un futuro non troppo remoto.
Un vaccino di successo contro la melioidosi potrebbe potenzialmente salvare migliaia di vite, in particolare nel Nord-Est della Thailandia, dove la malattia è la terza causa più comune di morte per malattie infettive (dopo l'HIV e la tubercolosi) e in Australia del Nord (Darwin), dove è la causa più comune di polmonite letale attribuita a setticemia acquisita dalla comunità.