Sulla rivista scientifica Microbiome, il 17 gennaio scorso è stato pubblicato un lavoro (autori: Gabriele Andrea Lugli, Christian Milani, Leonardo Mancabelli, Francesca Turroni, Chiara Ferrario, Sabrina Duranti, Douwe van Sinderen e Marco Ventura), riguardante l’identificazione e la caratterizzazione delle comunità microbiche (microbiota) intestinali della Mummia del Similaun, anche nota come Ötzi.
Si tratta di un reperto antropologico risalente ad un'epoca compresa tra il 3300 ed il 3100 a.C. (età del rame) ritrovata nel 1991 sulle Alpi Venoste ai piedi del monte omonimo (ghiacciaio del Similaun, 3.213 m s.l.m.) al confine fra Italia (la Val Senales in Alto Adige) e Austria (la Ötztal nel Tirolo).
La caratterizzazione del microbiota intestinale di un uomo vissuto nell’età del rame ha permesso di comprendere come i batteri intestinali si siano evoluti e differenziati nel corso dell’evoluzione dell’uomo e della sua dieta. Questo lavoro è stato possibile grazie alla ricostruzione di genomi microbici “antichi” risalenti alla morte di Ötzi, oggi estinti.
La ricerca è stata possibile grazie alla presenza presso il Laboratorio di Probiogenomica dell’Ateneo di Parma, diretto dal professor Marco Ventura, di una divisione di genomica microbica, unica nel suo genere, che affianca alla presenza di sequenziatori di DNA di ultima generazione un team bioinformatico, specializzato nel settore della genomica microbica e delle analisi metagenomiche.
L’articolo apparso su Microbione si colloca nell’ambito delle attività di ricerca condotte dal Laboratorio di Probiogenomica dalla sua costituzione nel 2007 ad oggi, nell’ambito della microbiologia applicata e genomica microbica, destinata allo studio del microbiota intestinale e alla loro interazione con l’uomo e gli alimenti.
L’attività di ricerca svolta dal predetto Laboratorio ha ricevuto nel corso degli anni numerosi riconoscimenti sia nazionali che internazionali.