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Venerdì, 29 Mar 2024

Il Parco nazionale dell’Asinara, istituito con decreto del Presidente della Repubblica del 3 ottobre 2002, si estende in un territorio, appartenente al Comune di Porto Torres (Sassari), che comprende l’Isola dell’Asinara ed alcuni isolotti minori, ad esclusione dell’Isola Piana.

L’Area Marina Protetta che circonda l’Isola dell’Asinara ha un’estensione di circa 108 km2.

Dalla Relazione sul risultato del controllo sulla gestione finanziaria 2018 dei 22 Enti parco nazionali, redatta dalla Sezione controllo Enti della Corte dei conti, trasmessa alle Presidenze del Parlamento lo scorso 9 luglio, si apprende, tra l’altro, che Il Piano per il parco è stato approvato con deliberazione della Giunta regionale della Sardegna del 30 marzo 2010; Il Regolamento dello stesso parco è stato approvato dal Ministero dell’Ambiente, che vigila su tutti gli Enti parco, con decreto del 29 luglio 2015; lo Statuto è stato modificato dal Consiglio direttivo a maggio 2018 e approvato dal Ministero nel successivo mese di agosto.

Dal 10 aprile 2016, l’Ente è sprovvisto dell’Organo di vertice, vale a dire del Presidente che - alla scadenza del mandato quinquennale, conferitogli il 21 febbraio 2011, a causa di mancato accordo tra Ministero e Regione Sardegna sul nome del successore, disaccordo che persiste tuttora - è stato sostituito dal vice Presidente e, dal 2 marzo 2020, da un Commissario straordinario.

La Comunità del parco, altro Organo dell’Ente, è costituita dal Presidente della Regione Sardegna, dal Presidente della Provincia di Sassari e dal sindaco del Comune di Porto Torres.

Dalla citata Relazione della Corte dei conti, si evince, altresì, che, a decorrere dal 3 settembre 2019, a seguito delle dimissioni rassegnate dal Direttore, l’incarico è stato affidato, nella qualità di facente funzioni, ad un dipendente dell’Ente inquadrato nell’Area C1, fino alla nomina del nuovo Direttore, formalizzata con decreto ministeriale il 4 febbraio 2020.

Le unità di personale in forza all’Ente, alla fine dell’esercizio finanziario 2018, esaminato dalla Corte dei conti, erano pari a 5, tutte di Area C, con contratto di lavoro a tempo indeterminato, alle quali si sommavano 3 unità di personale interinale (cat. B1), reclutate con contratti di somministrazione di lavoro mediante agenzie di lavoro e 3 unità assunte con contratto a termine.

Per lo svolgimento dei compiti istituzionali, l’Ente si avvale di 12 unità appartenenti al Coordinamento Territoriale Carabinieri per l'Ambiente.

La spesa complessiva per il personale al 31 dicembre 2018 è stata pari a euro 586.579, con una consistente impennata rispetto all’esercizio precedente (euro 403.905, nel 2017)), giustificato dall’incremento della voce “stipendi ed altri assegni fissi personale a contratto”, passato da euro 108.586 a euro 205.332, coperto in parte dal finanziamento concesso dal Ministero dell'ambiente per l’Area marina protetta.

Tra gli incarichi esterni conferiti dall’Ente : n. 2 collaborazioni coordinate e continuative a professionisti privati per il progetto “Tartalife” (importo omnicomprensivo di 9.000 euro ciascuno); n. 3 incarichi all’Università degli studi di Sassari, per vari studi ed attività di diversa natura (importo complessivo di 97.000 euro); n.1 incarico al Politecnico di Milano, per studi urbani (15.000 euro); n. 1 incarico al Consorzio nazionale interuniversitario per le scienze del mare (CONISMA), per studi sul ripopolamento della fauna ittica (39.800 euro); n. 1 incarico all’Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale (OGS), per studi sulla posidonia oceanica (55.000 euro).

In aggiunta, l’Ente, con appositi provvedimenti, da giugno 2015 a giugno 2018, ha affidato all’esterno l’incarico di assistenza nell’amministrazione del personale, con un esborso complessivo di 4.682 euro (2.043, nel 2016; 2.208, nel 2017 e 431, nel 2018). Al riguardo, i magistrati contabili hanno evidenziato nella Relazione che la “esternalizzazione di funzioni ordinarie, non è conforme alla vigente normativa recata dall’art. 7, c. 6, del d.lgs. n. 165 del 2001”.

Rilievo anche con riguardo alla approvazione da parte dell’Ente dei rendiconti, relativi agli esercizi 2014, 2016 e 2018, avvenuta oltre i termini previsti dalla legge. La Corte ritiene che “il reiterato, mancato, rispetto del predetto termine, oltre a incidere negativamente sulla regolare gestione contabile, debba essere valutato attentamente dal Ministero vigilante, stante il disposto dell’art.15, c.1 bis del d.l. n. 98 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla l. n. 111 del 2011”.

Con riferimento alle attività istituzionali del Parco nazionale dell’Asinara - che gestisce diverse strutture di proprietà regionale e statale, quali il Centro di educazione ambientale di Cala d’Oliva, il Centro visite Cala Reale, il Centro visite di Fornelli, l’Osservatorio faunistico di Tumbarino e l’Osservatorio del mare di Cala reale - la Corte dei conti segnala i seguenti progetti cofinanziati dalla UE:

- “Tartalife”, attraverso lo svolgimento di azioni di conservazione;

- “Clean Sea Life”, finalizzato alla riduzione dei rifiuti in mare;

- P.O. Marittimo 2014 –2020 (“Girepam-Gestione integrata delle reti ecologiche attraverso i parchi e le aree marine”), in compartecipazione con le Regioni Toscana e Liguria, Alpi Marittime, Corsica e Francia. Il progetto ha la finalità di costruire e consolidare la rete fra i parchi del Mediterraneo nord-occidentale;

- P.O. Marittimo 2014 –2020 Ecostrim”, in compartecipazione con le Regioni Toscana e Liguria, Alpi Marittime, Corsica e Francia, con la finalità di costruire e consolidare la rete fra i parchi del Mediterraneo nord-occidentale;

- “SeaForest”, per la conservazione delle praterie di posidonia oceanica, in compartecipazione con D.R.E.Am. Italia, Ispra, Cnr, Università della Tuscia,Water Right Foundation, Enti parco nazionali dell’Arcipelago della Maddalena, del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, Carbonsink srl e Paragon Limited (Malta), con l’obiettivo di quantificare i depositi di carbonio e i tassi di sequestro dei posidonieti e identificare delle buone pratiche per la difesa e l’ampliamento di questi habitat e promuovere il mercato del carbon trading.

In materia di contenziosi, la Corte riferisce che l’Ente parco ha comunicato che, nel 2018, si è concluso, con esito sfavorevole, un procedimento di esecuzione ai sensi dell’art. 553 c.p.c., con il conseguente esborso della somma complessiva di 14.032 euro.

Quanto al rendiconto finanziario, l’esercizio 2018 presenta un avanzo pari a 108.159 euro, che inverte il dato negativo del 2017 (-126.294 euro).

Le entrate correnti sono derivate per l’81,6 per cento dai trasferimenti statali (euro 2.402.401), mentre le entrate dalla vendita di beni e dalla prestazione di servizi, pari a euro 96.779, sono costituite principalmente dagli introiti derivanti dal pagamento del biglietto di accesso all’Area protetta.

Le spese per le prestazioni istituzionali sono state pari a euro 1.303.154 (+27,2 per cento, rispetto al 2017).

L’avanzo di amministrazione è risultato pari a 4.024.118 euro, con un incremento sul 2017 del 13 per cento. La quota vincolata di tale posta è di 336.701 euro, di cui 136.701 per il Tfr dei dipendenti e 200.000 euro, provenienti da un finanziamento della Regione Sardegna, per la realizzazione di una scuola residenziale permanente a Campu Perdu.

Anche il conto economico, infine, si è chiuso con un avanzo, pari a 681.332 euro, con un consistente incremento (+25,6 per cento) rispetto all’esercizio precedente.

In conclusione, lascia basiti che per un Ente che gestisce un patrimonio naturale così prezioso, Regione Sardegna e Ministero vigilante, da quattro anni, non riascano a individuare un'autorevole figura terza cui affidare la presidenza dello stesso Ente.

(7 – continua)

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