Giornale on-line fondato nel 2004

Sabato, 13 Dic 2025

Ci sono due modi per intendere la transizione ecologica, che portano a risultati apparentemente risolutivi ma ad effetti opposti.

Il primo modo poggia le sue fondamenta sul funzionamento degli ecosistemi e dei cicli naturali e percorre strade in aderenza alla natura ripettandone i limiti; il secondo modo è tecnocratico: pensare che la tecnologia risolva tutto e così cogliamo anche "occasione di sviluppo" misurato col Prodotto Interno Lordo.

Esempio: pensate a dover intervenire in un posto ove la gente si ammala e muore per cause ambientali. Una strada è individuare e rimuovere le cause che portano malattie, agendo alla fonte, magari con inevitabili provvedimenti dolorosi, nell'immediato, per l'economia. Altra strada, quella tecnocratica, è risolvere i problemi dotando, ad esempio, le abitazioni di apparati di filtrazione dell'aria, fare ricorso a cibi controllati prodotti in tunnel-serra in idroponico elettronicamente controllato… e se le persone si ammalano comunque, le riforniamo di una buona dotazione di pacemaker, bombole di ossigeno, più apparecchi di dialisi, turni di plasmaferisi... e potremo sentir dire: «abbiamo risolto i problemi! La gente vive ove prima moriva! E abbiamo coniugato ecologia ed economia! Azz, come siamo stati bravi!».

Ma intanto quella non sarebbe vita (al più, forse, sopravvivenza), ed è comunque una situazione fragile, perché dipendente dal buon funzionamento di una macchina, di un transistor, di uno dei congegni…

Conclusione: la tecnologia è solo una piccola parte della transizione ecologica, che è cosa molto più vasta, profonda e complessa, multidisciplinare, sociale, culturale… che richiede anche, e soprattutto, molta biologia dell'Ambiente e scienze naturali. Oltre ad una buona impostazione nel saper valutare la complessità.

Una foglia è assai più complicata di un circuito integrato. Un'automobile o un aereo sono assai meno complicati di un asino. La prova? Non sono capaci neppure di affezionarsi al pilota!

Giovanni Damiani
Già Direttore di Anpa e Direttore tecnico di Arta Abruzzo
facebook.com/giovanni.damiani.980
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Ti piace l'informazione del Foglietto?

Se ti piace quello che leggi, puoi aiutarci a continuare il nostro lavoro sostenendoci con quanto pensi valga l'informazione che hai ricevuto. Anche il costo di un caffè!

SOSTIENICI

empty alt

L’Opec sul petrolio gioca al ribasso

Sembra che l’Opec sia tornata al passato, ai primi anni Dieci del nuovo secolo, quando...
empty alt

UniPi celebra il bicentenario della istituzione della cattedra di Egittologia

A Pisa 200 anni fa, per la prima volta al mondo, l’Egittologia faceva il suo ingresso in un’aula...
empty alt

Giornata Mondiale dei Diritti Umani 2025: il ruolo delle scienziate

Diverse donne di scienza, in epoche e discipline differenti, hanno unito ricerca e impegno per i...
empty alt

“L’ombra del corvo”, film struggente, inquietante, a tratti spaventoso

L’ombra del corvo, regia di Dylan Southern, (titolo originale The Thing with Feathers, tratto dal...
empty alt

La seconda missione dell’ivacaftor, farmaco finora attivo contro la fibrosi cistica

Nel mondo della medicina di precisione l’ivacaftor, uno dei primi farmaci approvato contro la...
empty alt

Anci e Legambiente al Governo: stanziare maggiori fondi per demolizione immobili abusivi

Come emerge dall’indicatore sull’abusivismo edilizio curato dall’Istat in collaborazione con il...
Back To Top