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Venerdì, 08 Dic 2023

Nei giorni scorsi la vicenda dello stop a Astra Zeneca ha messo in luce, ancora una volta, l’incapacità – ovvero la reticenza – di politici e addetti a comunicare in materia.

Nel momento in cui si sono verificati alcune morti sospette e, addirittura, alcune nazioni hanno sospeso le vaccinazioni, si sono sentite voci timide e in realtà dissonanti. E’ stato affermato, anche da chi non aveva conoscenza diretta dei dati, che non vi fosse alcun legame di causa ed effetto fra decessi e vaccini; è stato riaffermato che “i vaccini sono sicuri”, slogan rassicuratorio e inconsistente. Si è detto che era necessario attendere l’esame da parte dell’EMA, che non poteva fare altro, in tre giorni, che confermare la bontà del via libera dato settimane fa.

Nello stesso calderone comunicativo sono finite anche affermazioni di stampo diverso, quali ad esempio: “i vantaggi dei vaccini superano largamente i possibili casi negativi”; “la probabilità di un caso negativo è inferiore a quella di un incidente d’auto”. E, nella stessa linea, “un vaccino è un farmaco, che può avere effetti negativi come tutti i farmaci”, magari anche più di quanto riportato dai famosi “bugiardini” (termine ormai corrente ma ben poco rassicurante).

Il secondo tipo di affermazioni ha affrontato, sia un pure in modo semplicistico, i concetti di probabilità e di rischio. Di probabilità ne vengono comunicate di ogni tipo: fenomeni atmosferici, dinamiche monetarie e bancarie, incidenti di viaggio, esiti sportivi, scuotimenti sismici, ecc. Quelle minime in genere le trascuriamo.
Anche nel caso dei vaccini esiste una probabilità, sia pure minima, che qualcosa possa andare storto, per almeno due motivi: che i corpi umani sono tutti diversi e che i tempi di sperimentazione sono stati ridotti. Bene, questa probabilità è bassa, magari più di altri accidenti, ma esiste e va spiegata con chiarezza. Soprattutto perché se questa probabilità è, facciamo, di 1 su 1 milione, nel momento in cui l’evento si verifica non modifica nulla per la massa dei vaccinati ma per quella singola persona assume il valore 100.

Ecco, ci vorrebbe coraggio e chiarezza. Forse all’inizio la chiarezza non sarà gradita, ma è sempre meglio dell’insinuazione del sospetto, come avvenuto con la sospensione e riattivazione delle vaccinazioni; o delle rassicurazioni paternalistiche.

In Lombardia, ai sospetti si aggiungono le certezze della incapacità totale della Regione, quella che non era riuscita a procurare nemmeno il vaccino antinfluenzale. Moratti e Bertolaso se la prendono con loro stessi, Gelmini invoca un cambio di passo (slogan di attualità) e scarica le responsabilità sul piano vaccinale precedente (che era in capo alle Regioni).

Tre giorni fa,  Michele Salvati ha pubblicato sul Corriere una nobile lettera.

Ma la piattaforma “Aria” non chiama: quando non dà i numeri si limita a mandare un sms di convocazione: anche a persone di più di 90 anni, la sera per la mattina dopo.

Per quel che mi riguarda ho pubblicato su Twitter questo tweet fisso, che rilancerò ogni tanto.

Massimiliano Stucchi
sismologist, retired, once director of research at Cnr and Ingv
facebook.com/massimiliano.stucchi.585

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