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Martedì, 30 Apr 2024

Il 15 febbraio 2023 è entrato in vigore il Regolamento (UE 2021/57) che vieta l’uso delle munizioni al piombo nelle zone umide.

Perché questo divieto? Da decenni è stato accertato dal mondo scientifico che il piombo dei pallini da caccia provoca danni al mondo animale (gli uccelli acquatici sono i più colpiti) e alla salute umana.

Le prime prove risalgono a 50 anni fa quando negli Stati Uniti si verificarono morie di massa di anatre in zone in cui era praticata la caccia. Da allora un numero sterminato di casi analoghi e di studi sono stati tema di inchieste e di simposi scientifici internazionali. È accertato inequivocabilmente che non solo le anatre ma anche le Aquile, il Gipeto e tutti i rapaci, gli uccelli granivori nel complesso delle reti alimentari, muoiono ogni anno per AVVELENAMENTO CRONICO da piombo, che danneggia il sistema nervoso, respiratorio, escretore e digerente, fa perdere la coordinazione nei movimenti e impedisce di poter a volare. È stata accertata la perdita di fertilità e la morte dei nidiacei.

Uno studio coordinato dell’italiana ISPRA (già ANPA-Agenzia Nazionale per la Protezione dell’Ambiente, di cui sono orgoglioso d’essere stato direttore generale), pubblicato nel 2018, stima che nel territorio dell’Unione Europea sono almeno 40 le specie di uccelli acquatici a rischio per l’avvelenamento da piombo e che OGNI ANNO muoiono circa 700.000 individui, pari a circa il 6% delle popolazioni acquatiche svernanti in Europa.

La contaminazione delle carni avviene sia per ingestione diretta (basta l’ingestione di due o tre pallini per uccidere un’anatra che li assume assieme ai semi duri delle erbe acquatiche presi dal fondo che devono triturare con il loro particolare becco), che indiretta.

I rapaci risultano oramai contaminati gravemente, dal 40 al 50% degli individui analizzati per carne e sangue. Nel 2008, un progetto per la raccolta dei visceri degli ungulati abbattuti svelò che su 132 campioni il 63% in media conteneva tracce di piombo e siccome è invalso l’uso da parte dei cacciatori di lasciare le viscere degli animali sul posto dell’uccisione, questo piombo finisce, amplificato nelle concentrazioni, negli animali che andranno a cibarsi di quelle viscere.

Straordinari accumulatori di piombo sono i funghi. L’effetto tossico del piombo arriva anche nel piatto di coloro che mangiano carne contaminata derivante dalla caccia o funghi raccolti nell'ambiente naturale.

IL FATTORE TEMPO è come al solito ignorato. Questo tipo di avvelenamento ambientale dura per secoli e, secondo taluni studiosi, per millenni. Oggi subiamo gli effetti dei pallini sparati da cacciatori (all’epoca, inconsapevoli delle conseguenze) oramai defunti per vecchiaia da decenni, mentre gli sparatori contemporanei, con la benedizione del governo, stanno alimentando il futuro tossico per i nostri figli, nipoti e pronipoti e per quel che resta degli animali selvatici in un Pianeta che agonizza.

Nei sedimenti delle zone umide, il piombo in tempi lunghissimi si degrada ad opera di batteri, in forme metilate solubili ed entra nei cicli alimentari. Nello stomaco degli animali per l’elevata acidità si solubilizza rapidamente ed entra nelle carni, e attraverso le feci e gli organismi morti ritorna nell’ambiente a contaminare altri esseri.

COSA HA HATTO IL GOVERNO PER AGGIRARE IL REGOLAMENTO EUROPEO.
La definizione di zone umide in cui l’Europa ha posto il divieto di sparare cartucce armate a piombo include ”le superfici, le paludi, i pantani, le torbiere o distese d’acqua naturali o artificiali, permanenti o temporanee, in cui l’acqua è stagnante o corrente, dolce, salmastra o salata, comprese le distese d’acqua marina la cui profondità non supera i 6 metri durante la bassa marea”. La definizione corretta comprende quindi TUTTE LE AREE UMIDE A RISCHIO.

Il governo Meloni ha legiferato (Decreto "Asset", convertito in legge poche ore fa), invece, che le zone umide in cui si applica il divieto sono quelle GIÀ INTERDETTE ALLA CACCIA, TUTELATE OGGI da altre leggi quali la Convenzione di Ramsar, i SIC e ZpS (zone attualmente a protezione speciale europea per la conservazione della biodiversità), i Parchi e le Aree Naturali Protette minori. Una presa in giro e disprezzo per la scienza e le istituzioni scientifiche italiane come l'ISPRA.

Inoltre, per le infrazioni commesse dai cacciatori, fino a ieri di competenza del giudice penale (con rischio di ritiro della patente di caccia), è stata introdotta una semplice ammenda, per cui chi ha soldi, e se venisse scoperto, potrà ben divertirsi a rischiarla.

COLORO CHE HANNO CHIESTO IL PROVVEDIMENTO sono, oltre alle associazioni dei cacciatori, i produttori di cartucce. Senza pudore, il sig. Pietro Fiocchi, il più grande fabbricante di cartucce, ne parla on line con video in cui ostenta il simbolo elettorale di Giorgia Meloni!! Ovvero: gli impegni elettorali vanno assolti e rivendicati pubblicamente, con disprezzo per l’ambiente, la biodiversità e la salute da parte di questo governo. Una volta lo facevano di nascosto.

PERCHE’ I CACCIATORI NON VOGLIONO PALLINI D’ACCIAIO: il pretesto addotto è che potrebbero rigare le canne dei loro preziosi fucili. Ma la verità vera è un’altra. L’acciaio è più leggero del piombo, ha una gittata minore e minor potere di penetrazione. Fosse per loro, con questa logica sparerebbero anche pallini di uranio depleto.

Considerazioni finali: in Europa abbiamo eliminato il piombo dalle benzine, provvedimento di portata immane. Possibile che non si riesca ad eliminarlo, nelle sole zone veramente umide, per un’attività “ricreativa” di chi si diverte uccidendo gli animali?

Siccome la premier ha sempre evitato di definirsi antifascista come la nostra Costituzione vorrebbe, a me ha anche colpito la distinzione tra "camerata" e non "camerata", operata dai sostenitori del provvedimento e che non si riferisce ai fascisti e i non fascisti, bensì alla cartuccia messa o non messa nella "camera di scoppio" del fucile.

In ogni caso, fucili o politica, è meglio non camerata. Per quanto mi riguarda, la caccia va abolita subito, ora e per sempre!

Giovanni Damiani
Presidente G.U.F.I. - Gruppo Unitario Foreste Italiane
Già Direttore di Anpa e già Direttore tecnico di Arta Abruzzo
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