Scrivo contro il restauro dell'antica Fonte Barco a Spoltore, comune a poco meno di 8 km. da Pescara. Non è una provocazione. Il restauro si rende necessario quando un bene è arrivato a un punto drammatico di degrado. E in quel caso restaurare è cosa buona e giusta. Non altrettanto lo è quando un bene, già restaurato, poi viene tenuto in abbandono e lasciato deperire (Foto a fianco) al punto che si rende necessario un nuovo restauro. Quest'ultima cosa va impedita e occorre, al suo posto, la manutenzione periodica.
Oggi abbiamo, per le automobili, un libretto delle manutenzioni programmate. In aggiunta, periodicamente facciamo la revisione. Vogliamo, finalmente, adottare libretto e manutenzioni periodiche per i tesori archeologici e beni culturali?
Sono stato promotore, nel 2006, del restauro dell'antica Fonte Barco. Vi lavorò con passione un team diretto da Vincenzo Starinieri, restauratore lapideo, e dall'arch. Raffaella Devangelio. I nomi dei protagonisti di quei lavori e delle ricerche sono tanti e chiedo scusa se non li cito tutti per ragioni di spazio.
Con il sindaco di allora partirono i lavori con molto volontariato e, nel 2008, la Fonte è rinata, perfettamente restaurata (Foto a fianco).
Nell' altra figura (in basso), vedete la Fonte com'era interrata, degradata, con orribili riporti murari moderni.
Svuotata dalle tonnellate di terra nel corso dei lavori, il muro puntellato crollando mostrò ciò che nascondeva: un tesoro culturale! Dietro di esso, infatti, venne alla luce, inaspettatamente, un'altra facciata, di epoca antichissima, sicuramente pre-cristiana, con piccoli archi a sesto tondo e con mattoni rossi e gialli.
Sono piccole "grotte" che gli antichi realizzavano come "casa delle Ninfe", gli "angeli custodi" della Fonte. In passato, ogni punto d'acqua, naturale o costruito, era ritenuto sacro e presidiato da Ninfe.
A lavori finiti, ci furono due inaugurazioni, con due sindaci diversi, susseguitisi. Ci tenemmo, data anche la straordinaria acustica all'interno, al tramonto e alla luce di fiaccole, un evento con Sista Bramini, che recitò le Metamorfosi di Ovidio (Il cacciatore Atteone...). Fu una festa per la popolazione che richiamò partecipanti anche da molto lontano.
Oggi, la Fonte si ripresenta di nuovo degradata (prima foto, in alto), sporca, allagata e con tanto fango all'interno della struttura che è al di sotto del piano-campagna..
Sono in corso lavori sconsiderati di movimento terra nell'intorno (e non è la prima volta) che producono, con le piogge, ruscellamento e intasamento con colate di fango. Impossibile avvicinarsi senza sprofondare di un palmo nella terra satura d'acqua. Il grande pioppo accanto è stato nuovamente capitozzato: segno che qualcuno è andato a fare degli interventi. Invece numerosi giovani pioppi minacciano, con la loro velocissima crescita, di demolire i paramenti murari e non vengono considerati: segno che chi vi ha operato era più interessato a far legna che a curare il monumento. Andrebbero espiantati e traslocati. Anche lo scarico dell'acqua è alterato, oggi in contropendenza.
Aspettiamo che il degrado arrivi al punto da richiedere un nuovo restauro oppure, finalmente, si programmerà una seria manutenzione periodica?
Si parla della fusione di comuni, della "grande Pescara", megalomania sviluppista alimentata dalla superstizione della crescita? Oppure si trova uno spiraglio di attenzione anche a un bene storico emblematico, culturale unico, proprio tra Pescara e Spoltore?
Giovanni Damiani
Presidente p.t. G.U.F.I. - Gruppo Unitario Foreste Italiane
Già Direttore di Anpa e già Direttore tecnico di Arta Abruzzo