di Antonio Del Gatto
Forse a molti lettori i nomi di Duilio Poggiolini e Francesco De Lorenzo non diranno granché.Ad altri, invece, provocheranno un sussulto.
Si tratta di due personaggi che fino all’inizio degli anni 90 del secolo scorso erano davvero potenti.
Il primo, direttore generale del Servizio farmaceutico; il De Lorenzo, invece, Sottosegretario, prima, e successivamente Ministro della salute.
Entrambi, a seguito di sentenze penali definitive, concernenti reati di corruzione ovvero di concussione consumati nel corso degli anni 1982 -1992, relativi a illeciti introiti corrisposti da numerose industrie farmaceutiche, erano stati condannati, previo pignoramento dei loro beni personali, dalla Corte dei conti, con sentenza n. 414 del 20 marzo 2009, a risarcire, in solido, allo Stato la somma record di 5.164.569,00 euro pro-capite.
Entrambi, in concorso con altri, avevano arrecato un danno erariale derivato dalla ingiustificata lievitazione della complessiva spesa farmaceutica erogata dal Servizio Sanitario Nazionale, determinata dalla violazione degli obblighi di servizio a ciascuno intestati e da illecite interferenze nei procedimenti amministrativi di determinazione e revisione dei prezzi dei farmaci (in sede CIP) e della loro registrazione e/o classificazione nel prontuario terapeutico.
Tale condanna ora è definitiva, essendo stata confermata in appello con sentenza n.144 dell’11 febbraio scorso.