Redazione
In Italia c'è una "macchinetta" ogni 11 abitanti, che eroga prodotti di largo consumo (caffè, bibite, snack, yogurt biologico, frutta fresca, prodotti dietetici, latte, acqua, film, musica mp3, sigarette, gratta e vinci, scommesse, oggettistica, anticoncezionali, giochi per bimbi, chewing gum, prodotti per automobili e perfino lingotti d'oro).
Distributori automatici che si trovano nelle comunità di lavoro e - sempre più spesso - in luoghi aperti al pubblico: ospedali, stazioni ferroviarie, aeroporti, palestre, musei, tabaccherie, stazioni di servizio, scuole, uffici postali.
L'Italia è il massimo produttore europeo di distributori automatici e detiene la leadership mondiale di export (70% della quota di settore). Il settore della distribuzione automatica ha generato nel 2010 un imponibile annuo non dichiarato al fisco di circa 48 mld di euro, con un'imposta evasa di 15 mld di euro.
E' questa la sintesi della nuova inchiesta condotta da Krls Network of Business Ethics, per conto dell'Associazione Contribuenti Italiani, presentata in anteprima a Portoferraio (Isola d'Elba).
"A favorire l'evasione fiscale - ha dichiarato Vittorio Carlomagno, presidente di Contribuenti.it - c'è anche la totale assenza di conteggio ufficiale o cartaceo dei guadagni, a differenza di quanto avviene per i registratori di cassa". Per arginare tale evasione, l’Associazione ha chiesto di inserire nella manovra di ferragosto (DL 138/2011) l'obbligo di memorizzare e inviare online al fisco il resoconto delle operazioni effettuate mediante i distributori automatici.