di Biancamaria Gentili
Un dato assolutamente incontrovertibile e certificato, quale è quello del numero dei voti, pari a 1227, riportati dalle liste Usi-Ricerca alle recenti elezioni Rsu, è stato clamorosamente sbagliato dalla Cgil.
Il sindacato di Corso d’Italia lo scorso martedì, a dodici giorni dall’apertura delle urne, ha presentato in pompa magna, nel corso di una conferenza stampa con i segretari generali della Fp, Rossana Dettori, e della Flc, Domenico Pantaleo, quelli che a loro dire sarebbero i risultati finali delle elezioni Rsu.
Ai giornalisti è stato consegnato un documento, con allegata una tabella, intitolata “Sintesi dei risultati nazionali”, relativa ai comparti Scuola, Afam, Università e Ricerca.
Per tale ultimo comparto, la Cgil è incappata in grossolani errori, laddove non ha indicato tra le liste partecipanti alla competizione elettorale Usi-Ricerca, inserendo invece nella detta tabella una inesistente “USI RdB”.
Un mero refuso? Niente affatto, se è vero, come è, che alla detta (inesistente) lista sono stati attribuiti 740 voti, pari al 4,71%, mentre, come dovrebbe essere ben noto anche alla Cgil, visto che i dati riassunti nella “tabella” non possono che essere stati copiati dai verbali elettorali, Usi-Ricerca di voti ne ha ottenuti, come detto, 1227.
Con un garbato messaggio, la segreteria nazionale di Usi-Ricerca ha invitato la Flc-Cgil a rettificare il grave errore, foriero di confusione e di disorientamento tra i lavoratori.
Ad oggi, nonostante siano trascorsi sette giorni, non solo la rettifica non c’è stata, continuando così a circolare dati del tutto infondati, ma la Flc-Cgil non si è degnata neppure di rispondere alla mail di Usi-Ricerca.
Un comportamento deplorevole, scorretto e censurabile in ogni sede, che certamente non può che essere definito poco civile e poco democratico.
E dire che per più di una settimana, la Flc-Cgil in ordine alle Rsu, aveva diffuso “cifre attendibili ottenute con uno sperimentato sistema di rilevazione (sic!)”, che attribuiva a Usi il 5,63%.
Forse per non smentire il flop dello “sperimentato sistema”, la Flc-Cgil ha pensato bene non solo di storpiare il nome della lista Usi-Ricerca, ma di assegnare alla stessa un numero di voti e una percentuale che, se fosse stata vera ma non lo è, le negherebbe la rappresentatività.
Un comportamento che mal si addice a un sindacato che dovrebbe fare della correttezza e della trasparenza la sua bandiera e che dimostra, per converso, che tipo di informazione ci sarebbe nel comparto se non ci fossero Usi-Ricerca e Il Foglietto. Che per volontà dei lavoratori, continuano a esserci.