di Antonio Del Gatto
Chi ha la fortuna di abitare a poche centinaia di metri dal posto di lavoro deve prendere nota di una importante decisione della sesta sezione civile della Suprema Corte di cassazione.
Gli Ermellini di piazza Cavour, con una recente ordinanza (n.15059/12, pubblicata il 7 settembre), si sono pronunciati in materia di infortunio subito dal lavoratore che torna a casa dall’ufficio.
Per la Cassazione, l’Inail non è tenuto a indennizzare il lavoratore che è stato investito mentre, finito il turno di lavoro, rientra a casa in bicicletta, qualora la distanza tra il posto di lavoro (un ospedale, nel caso in esame) e la sua abitazione superi di poco il chilometro e, pertanto, può essere agevolmente percorsa a piedi.
I Giudici hanno altresì ribadito che l’infortunio in itinere non può essere ravvisato in caso di incidente stradale subito dal lavoratore che si sposti con il proprio mezzo di trasporto ove l'uso del mezzo privato rappresenti non una necessità per la mancanza di soluzioni alternative, ma una libera scelta del lavoratore stesso, tenuto conto che il mezzo di trasporto pubblico costituisce strumento normale di mobilità delle persone e comporta il grado minimo di esposizione al rischio di incidenti.