di Adriana Spera
Sono certamente in pochi, anche tra gli addetti ai lavori, a conoscere l’esistenza del Vast, acronimo che sta per Comitato per la valutazione delle scelte scientifiche e tecnologiche.
L’organismo venne istituito nell'ambito dell'Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati nel 1997, dall'allora presidente Luciano Violante, e risultava composto da tredici parlamentari e dal Segretario Generale della Camera, ed aveva lo scopo di esprimere valutazioni sulle connessioni tra sviluppo scientifico e tecnologico e legislazione.
All’inizio della scorsa legislatura, con decreto del presidente della Camera datato 12 giugno 2008, il Comitato è stato ricostituito, ma "con il compito di coordinare le iniziative e le attività a livello parlamentare in materia di ricerca scientifica e di applicazione tecnologica, anche partecipando agli Organismi internazionali cui aderiscono gli analoghi Comitati costituiti presso i Parlamenti europei, e riferendone all'Ufficio di Presidenza".
L’ultimo Comitato era composto dal presidente della Camera, Gianfranco Fini, e da dieci deputati.
Dal 2008, dopo un promettente avvio, quando vennero tenuti ben quattro seminari (28 luglio, 25 settembre, 20 novembre e 4 dicembre), dei quali tre incentrati sulla ricerca spaziale e uno sul nucleare, del Comitato si sono perse le tracce, almeno a giudicare dalle notizie presenti sull’apposita pagina web della Camera dei Deputati che riporta soltanto la partecipazione di una rappresentanza del Vast alle sessioni annuali della Conferenza Interparlamentare Europea per lo Spazio.
Con ogni probabilità, oggi la neo presidente della Camera dei Deputati ricostituirà quello che appare il più inutile dei Comitati che, in quasi sedici anni, non sembra abbia prodotto risultati utili alla ricerca scientifica, considerato lo stato in cui versa la stessa.
Se, come la neo presidente della Camera ha tenuto a puntualizzare con il suo discorso di insediamento, ci sarà un nuovo corso nelle istituzioni parlamentari, l’abolizione del Vast sarebbe cosa buona e giusta. Soprattutto in tempi di spending review.