di Adriana Spera
E’ freschissimo di stampa il Bollettino 2012, edito dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, con i redditi 2011 degli organi di vertice della pubblica amministrazione.
Nell'ambito della ricerca, è stato Enrico Giovannini, nella qualità di presidente dell’Istat, a surclassare i colleghi degli altri enti in fatto di reddito dichiarato al fisco.
Con 350.923 euro, infatti, Giovannini, dal 28 aprile scorso diventato ministro del lavoro, è risultato il più ricco tra i presidenti degli istituti pubblici di ricerca, tallonato da Giovanni Lelli, commissario Enea, con 339.815 euro.
Al terzo posto, con 300.891 euro, Enrico Garaci, che nei mesi scorsi ha lasciato a Fabrizio Oleari la poltrona al vertice dell’Istituto superiore di sanità.
Al di sotto dei 300 mila euro si collocano: Bernardo De Bernardinis, presidente dell’Ispra, con 297.276 euro; Enrico Saggese, numero uno dell’Asi che, con 292.423 euro, ha fatto registrare un clamoroso crollo rispetto al reddito (452.792 euro) dichiarato l’anno precedente; Monica Bettoni, direttore generale dell’Istituto superiore di Sanità, con 244.204; Stefano Laporta, direttore generale dell’Ispra, con 209.938 e Enzo Boschi, presidente dell’Ingv fino a settembre 2011, con 202.965.
Con meno di 200 mila euro, invece, Maria Cristina Pedicchio (172.071 euro), presidente dell’Istituto nazionale di oceanografia e geofisica sperimentale (Ogs); Vincenzo Ancona (115.814), presidente dell’Indam; Alberto Carpinteri (107.948), presidente dell’Inrim, al quale di recente è subentrato un commissario; Luigi Giunti (104.349), direttore generale dell’Istituto nazionale di fisica nucleare.
Al di sotto dei 100 mila euro annui, i redditi 2011 di Fabrizio Cambi (93.437), presidente dell’Istituto italiano di studi germanici; Stefano Gresta (85.102), attuale presidente dell’Ingv; Giuseppe Alonzo (83.868), presidente del Cra; Ferdinando Ferroni (78.657) presidente dell’Istituto nazionale di fisica nucleare, subentrato a Roberto Petronzio (152.361); Antonino Zichichi (76.202), al vertice del Museo Fermi fino al settembre 2011 e Tiziano Zigiotto (56.702), presidente dell’Inea.
Non pervenuto il reddito 2011 dei vertici del Cnr, dove fino a settembre era rimasto in carica Luciano Maiani, al quale era subentrato Francesco Profumo che, diventato ministro, era stato rimpiazzato nel 2012 da Luigi Nicolais, tuttora in carica.
Anche del reddito di Giovanni Bignami, presidente dell’Inaf, non si hanno notizie.
I ritardatari hanno tempo fino a settembre per adempiere al preciso obbligo di dare pubblicità al proprio reddito, come previsto dalle legge n. 441 del 1982.
Ma il Bollettino della Presidenza del Consiglio contiene i redditi di tutti i manager pubblici, non solo di quelli della ricerca.
Nella classifica generale, fanno una certa impressione i 10.943.966 euro dichiarati al fisco da Pier Francesco Guarguaglini, all'epoca presidente di Finmeccanica spa, interamente posseduta dal ministero dell'Economia.
Di rilievo, anche se molto inferiori, i redditi dichiarati da altri manager pubblici come Antonio Mastrapasqua (1.174.308), presidente dell'Inps; Mauro Moretti (1.046.662), amministratore delegato di Ferrovie dello Stato spa; Lamberto Cardia (896.175), presidente di Ferrovie dello Stato spa; da Corrado Calabrò (778.871), presidente di Agcom; Attilio Befera (772.335), direttore dell'Agenzia delle Entrate; Franco Bassanini (540.414), presidente di Cassa Depositi e Prestiti.
Loro sì che non conoscono la crisi.