di Adriana Spera
Con una lunga e articolata lettera, supportata da diversi allegati [1 – 2 – 3 - 4], dieci ricercatori dell’Istituto di tecnologie avanzate per l'energia del Consiglio nazionale delle ricerche, con sede a Messina, si sono rivolti nei giorni scorsi al ministro Carrozza per contestare l’operato della commissione per l’abilitazione scientifica nazionale nel settore 09/C1 2 “Macchine e sistemi per l’energia e l’ambiente”, che li ha considerati tutti non idonei.
Le tematiche di ricerca da essi affrontate, infatti, sono state considerate dalla commissione stessa “di marginale interesse per il settore concorsuale”.
Una motivazione che è apparsa ai ricercatori del tutto insufficiente e che, peraltro, confligge col fatto che la produzione scientifica degli stessi soddisfaceva, spesso con largo margine, i valori delle tre mediane degli indicatori bibliometrici prefissati, laddove, viceversa, la medesima commissione ha abilitato candidati meno titolati.
I ricercatori del Cnr concludono chiedendo alla titolare del Miur di “intervenire per porre rimedio a tali risultanze concorsuali, richiamando la commissione a una revisione dei giudizi formulati, ovvero incaricando una nuova commissione” che riveda i giudizi.
Si tratta dell’ennesimo grido di dolore lanciato da chi credeva che con le nuove norme si ponesse finalmente argine allo strapotere delle commissioni di concorso, tanto più che si era di fronte a una mera abilitazione, per di più con validità a termine (quattro anni).