Erano 35, soltanto dell’Ateneo Roma 3, ora sono quasi ottomila e di tutta l’università. Ma le adesioni sono in costante aumento.
Stiamo parlando dei docenti che, dopo la decisione della Corte Costituzionale n. 310 del 17 novembre 2013, che ha affermato la legittimità del blocco degli scatti stipendiali per i professori universitari (che non sono contrattualizzati), sono scesi sul piede di guerra per cercare di far valere i loro diritti.
Alla vicenda Il Foglietto ha dedicato fino a oggi ben tre articoli (18 dicembre 2013, 28 gennaio e 4 marzo 2014).
Nei giorni scorsi, nelle redazioni dei giornali è giunto un comunicato, il cui titolo non lascia margine a dubbi: “Il premier ci ascolti o gli atenei si bloccheranno”.
Dopo aver ricordato che il blocco degli scatti stipendiali che ha colpito la categoria dei professori universitari è stato invece rimosso per magistrati, avvocati e procuratori dello Stato, si aggiunge che “non si può pensare di ridare fiducia a un Paese senza valorizzare la formazione delle giovani generazioni e la ricerca scientifica. L’Università vive un profondo disagio per i tagli subiti negli ultimi anni; se con finanziamenti irrisori si sono avuti risultati notevoli e servizi ben superiori alle risorse impiegate è stato anche grazie ai nostri sacrifici”.
Ma ora i docenti universitari non sono più disposti ad accettare quel blocco degli scatti che, da misura eccezionale e temporanea, ha finito per trasformarsi in disposizione definitiva e strutturale.
Qualora l’appello al presidente del consiglio restasse inascoltato, i docenti annunciano che metteranno in atto una serie di iniziative che culmineranno nel blocco degli esami e delle tesi di laurea.
Nel comunicato inviato alla stampa, gli autori invitano quanti sono interessati ad aderire all’iniziativa e a prendere contatti con:
Claudio Giovanardi, Università Roma Tre, cell. 329-0588055
Carlo Vincenzo Ferraro, Politecnico di Torino, cell. 334-8883070