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Giovedì, 04 Lug 2024

Più volte abbiamo scritto su questo settimanale che l’unico articolo di cui si compone la legge di stabilità del 23 dicembre 2014, n. 190, con i suoi 735 commi continua a riservare amare sorprese.

Dopo l’assurdo blocco degli scatti stipendiali per docenti e ricercatori universitari, ora è la volta degli idonei nei concorsi pubblici, ai quali il governo Letta aveva fatto ponti d’oro col decreto legge 31 agosto 2013, n. 101, convertito con modificazioni dalla legge 30 ottobre 2013, n. 125 (in G.U. 30/10/2013, n.255), contenente “Disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni” .

Infatti, il decreto subordinava l’indizione di nuovi concorsi da parte della amministrazioni pubbliche  a) alla avvenuta   immissione  in  servizio,  nella   stessa amministrazione,  di  tutti  i  vincitori  collocati  nelle proprie graduatorie vigenti di concorsi pubblici per  assunzioni a tempo indeterminato per qualsiasi qualifica, salvo comprovate non temporanee necessità organizzative adeguatamente motivate; b) all'assenza, nella stessa amministrazione, di idonei collocati nelle proprie graduatorie vigenti e approvate a partire dal 1º gennaio 2007, relative alle professionalità necessarie anche secondo un criterio di equivalenza.

Al contempo, per consentire un ampio utilizzo delle dette graduatorie, veniva prorogata la loro validità fino al 31 dicembre 2016 (art. 4, comma 4).

Nessuno, ma proprio nessuno avrebbe potuto immaginare che a distanza di dodici mesi ci sarebbe stato un clamoroso colpo di scena, con il blocco di ogni e qualsiasi provvedimento di assunzione di idonei fino al 31 dicembre 2016, ovvero sino alla scadenza della validità delle graduatorie ancora valide.

L’incredibile sorpresa è contenuta nel comma 425 della citata legge di stabilità, spiegato anche da una circolare del ministro Madia, che obbliga gli enti a destinare le risorse disponibili negli anni 2015 e 2016 per l’assunzione di personale idoneo alla ricollocazione dei dipendenti in forza alle disciolte Province.

Lo stesso ministro, mercoledì della scorsa settimana, rispondendo alla Camera a un question time sull’argomento, ha dichiarato: “Gli idonei della P.A. meritano attenzione, soprattutto dopo che leggi e sentenze hanno chiesto di ricorrere alle graduatorie prima di nuovi concorsi, ma questa attenzione non si può tradurre come per i vincitori in un diritto, in una certezza. Vogliamo tutelare le loro aspettative ma non a danno dei vincitori”.

Ancora una volta, dunque, anziché trovare le risorse attraverso un semplice e rapido processo di razionalizzazione della spesa pubblica, intervenendo sui tanti sprechi che caratterizzano la gestione della pubblica amministrazione, si è preferito risolvere il problema del personale delle Province con l’antico e sempre in voga strumento della “guerra tra poveri”, ponendo il relativo onere a carico, questa volta, di migliaia di idonei, che vedono così sfumare quella che fino a qualche giorno fa era una concreta possibilità.

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